Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 13 Martedì calendario

«CIELO, CHE GOL!» SENZA ENTUSIASMO

La tv generalista si fonda essenzialmente sulla consuetudine, sulla ripetizione dell’identico, sulla rassicurazione che nulla sta cambiando. Nelle società moderne, la tv generalista è lo strumento più conservativo che esista perché l’abitudine è il pilota automatico di ogni comunità. Seguendo «Cielo, che gol!» mi sono trovato a ragionare su come il pubblico subisca una specie di interdizione a superare il numero 9 della tastiera del telecomando, come se nella composizione della doppia cifra apparisse la fatidica scritta che nelle vecchie carte geografiche dava conto dell’inesplorato: Hic sunt leones.
I «leoni» erano Simona Ventura, Alessandro Bonan, Paolo Condò o Giancarlo Marocchi (un altro della premiata Scuderia Paraguru, capitanata da Gianluca Vialli e Massimo Mauro), impegnati nella riproposizione di «Quelli che il calcio», versione Simona (Cielo, domenica, ore 14). La cosa curiosa è questa: l’impianto di «Cielo, che gol!» è, se possibile, più generalista di «Quelli che il calcio», versione Victoria Cabello, su Rai2. Ventura invita tipini come Flavio Briatore, Nicole Minetti, Mara Venier (dal dg generale della Rai Gubitosi aspettiamo sempre la famosa policy aziendale: il concetto di concorrenza è bandito da Viale Mazzini?). La prossima domenica potrebbe apparire anche Emilio Fede.
Nonostante questa apertura gentista, nonostante Cielo possa godere dei diritti sul calcio di Sky, nonostante Cielo sia a tutti gli effetti un’offerta del digitale terrestre, come le reti generaliste, il pubblico sembra non essersi ancora accorto che l’offerta si è allargata, che il telecomando offre centinaia di canali, che la routine è una prigione.
Quanto al programma, si capisce che Ventura non è morsa dal demone dell’entusiasmo e che Bonan ha fatto un passo indietro rispetto a «Speciale calciomercato». Fossi in Sky punterei molto su Vera Spadini.
Aldo Grasso