Carlo Formenti, Corriere della Sera 13/11/2012, 13 novembre 2012
OTTANTA MILIONI DI FALSI PROFILI FACEBOOK. UNA PIAGA CHE VA PRESA (MOLTO) SUL SERIO
Suona il telefono, chiedete chi parla e qualcuno risponde facendo il vostro nome e cognome. Scoppiate a ridere — o vi scappa una parolaccia — poi invitate l’interlocutore a piantarla con quello stupido scherzo e a dirvi chi è veramente e che cosa vuole. Ma l’altro insiste: non solo si spaccia per voi, ma inizia a snocciolare informazioni così dettagliate sulla vostra vita da procurarvi un brivido.
Sembra l’inizio di un film dell’orrore, invece è l’esperienza che Bianca Bosker, collaboratrice all’Huffington Post, ha realmente vissuto, con la differenza che il medium non era il telefono ma Facebook. Ecco il suo racconto: qualche giorno fa riceve una richiesta di amicizia firmata Bianca Bosker. Sa di avere delle omonime fra gli utenti del network e pensa si tratti di un caso analogo ma, non appena vede il profilo della sua alter ego sobbalza: i dati personali coincidono, così come gli amici e gli aggiornamenti di stato; i due profili sono del tutto speculari, con l’unica differenza della foto in vetrina: si tratta di un’immagine che lei non ha mai pubblicato su Facebook e che ignora come possa essere finita in mani altrui. Preoccupata segnala la vicenda a Facebook, che provvede subito a rimuovere il falso profilo ma, poco dopo, riceve una richiesta di amicizia da Bienca Bosker: la (o il) misteriosa persecutrice ha cambiato una lettera del nome e rimesso online un nuovo clone del suo profilo, ancora più dettagliato del primo. La Bosker scrive di avere chiesto aiuto ad alcuni amici nerd e riferisce le loro spiegazioni in merito ai metodi che possono essere stati usati per appropriarsi dei suoi dati, oltre ad alcuni consigli su come identificare e scoraggiare il «nemico».
I motivi del furto di identità possono essere banali (come sfruttare i molti contatti della Bosker a fini pubblicitari), meno chiari quelli della richiesta di amicizia: sfida, sberleffo, o peggio (è questo il particolare che ha spaventato di più la vittima)? Ma il «succo» del caso è un altro: se è vero, come la stessa Facebook ammette, che nel network esistono più di 80 milioni di falsi profili, non è il caso che la società si dia da fare per contrastare efficacemente questa piaga?
Carlo Formenti