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 2012  novembre 13 Martedì calendario

LUCI, MUSICA E SGUARDO FISSO IN CAMERA. TUTTI IN FILA COME A UN TALENT SHOW —

«Scusi, ma è qui per Gigi?». Il vigile sospira paziente: «No, qui c’è la roba delle primarie. Per il concerto di Gigi D’Alessio si va di lì, seguite il cartello...». I due ragazzi tirano via, e rientrano nel serpente di macchine che da ore paralizza l’uscita di Assago. Al Forum lo show del cantante napoletano. A 600 metri di distanza il Teatro della Luna, dove di solito c’è «X Factor». Ma dove ieri è andata in scena la sfida tra i 5 candidati alle primarie del centrosinistra: Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci.
Un confronto tv che ha messo in cantina la tribuna politica. Perché da ieri è nato #csxfactor (anche primo hashtag a livello mondiale): un nuovo modello di faccia a faccia che sembra aver attinto più ai programmi televisivi che alla storia dei confronti politici. Fatto di tante parole chiave: «americano», luci e musica a palla, candidati sguardo fisso in camera, domande su cartoncini simil Trivial Pursuit, gong come negli show di Bonolis, contasecondi come a La Prova del cuoco, pubblico applaudente come a La Corrida. In platea, un po’ di tutto: Moni Ovadia, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia (che va nei camerini di Bersani, Puppato e Renzi) e il presidente della Provincia Guido Podestà, Lella Costa ma anche Alba Parietti. E lo spin doctor del sindaco di Firenze Giorgio Gori. Le domande le hanno preparate gli staff. E nel pubblico c’è qualche deluso. «Prima ci avevano detto che potevamo presentarne anche noi, invece niente», dice un ragazzo sostenitore della Puppato. Poi ci sono loro, i protagonisti. Che quando entrano nello studio allestito da Skytg24 sembrano più concorrenti di un talent (Xfactor? Masterchef?) che politici di lungo corso: sfondo rosso, avanzano e si fermano dove la produzione ha messo i segni col nastro adesivo. Qualche battuta imbarazzata (Renzi ne fa una su Zeman a Bersani…) e poi sguardo a una delle 12 telecamere. Vendola suda (e suderà) tanto. Renzi sembra più giovane (e anche, a sorpresa, più intimidito) nel suo completo scuro con cravatta rosso porpora. Puppato in tailleur un po’ datato e molto (forse troppo) emozionata. Tabacci imperturbabile. Bersani tranquillo, che però nei toni a volte supera quasi Crozza e ti aspetti che dica: mica siamo qui a pettinar le bambole?
Intorno, uno studio da 300 metri quadri, e il pubblico distribuito equamente. Per ciascuno, un camerino (fatti in modo da consentirgli, tecnicamente, di non incontrarsi mai…). In realtà Renzi ha preferito starsene fino all’ultimo nel suo camper, con il quale è arrivato (e con il quale tornerà nella notte a Firenze) assieme alla moglie Adele. E proprio lei per tutto il programma, fedele al suo diktat di riservatezza assoluta, se ne è rimasta dietro il palco, rifiutandosi di sedere in platea ed evitando così giornalisti e fotografi. Bersani invece si è presentato da solo. Si è preparato, dicono i suoi, sui grandi temi. Nessuna strategia studiata a tavolino su look e tecniche tv. Avrebbe accolto un solo suggerimento: apparire il presidente di tutti, anche degli altri 4 sfidanti.
Ma da ieri il segretario pd è anche l’uomo pietra, alias La Cosa. Tutto merito (o colpa, dipende dai punti di vista) di una donna, Tiziana Ragni, direttrice del sito pd, che ha deciso di mettere in prima pagina un fotomontaggio dei 5 trasformati… nei fantastici 4. Un’idea che ha suscitato anche polemiche. Renzi ha parlato di «pagliacciata», e Puppato (nel fotomontaggio La donna invisibile) non ha gradito. Ma l’ideatrice replica: «Il mio obiettivo era raggiungere il maggior numero di persone. Abbiamo sfruttato il linguaggio trasversale dei fumetti. Spiace se la Puppato se l’è presa, però è esattamente come l’hanno descritta finora i giornali. Noi però le abbiamo dato dei superpoteri, no? Quanto a Renzi/Uomo torcia, secondo me gli calza a pennello».
E però, se la giornata di ieri ha una chiave di lettura, è utile quella che a tarda sera offre l’ex tesoriere ds Ugo Sposetti: «Il dibattito? L’ho visto, sì. Ma vengo da un pomeriggio faticoso. Ho incontrato quelli dei comitati Bersani. Perché qua bisogna portare la gente a votare: prendi tutti quelli che sono andati alle primarie, fagli fare la preiscrizione, ricordagli che devono votare domenica 25... Insomma, mica crederete che si vince con la tv?».
Angela Frenda