Claudia Cervini, ItaliaOggi 13/11/2012, 13 novembre 2012
PASTA, VINI E OLIO NEL CARRELLO CINESE
Oltre 50 pmi oggi sono approdate nel mercato cinese portando con sé 120 prodotti simbolo dell’enogastronomia tricolore, dalla pasta ai sughi pronti, dal vino all’olio nostrano. Il merito è di Auchan Italia che, già presente con una piattaforma export in tutti i mercati dove ha sede il gruppo (dalla Russia a Taiwan), è finalmente riuscito a penetrare, con il suo brand Sapori delle regioni, anche in quello più promettente.
«Il progetto di export, nato tre anni fa e pensato specificatamente per le pmi, ha generato nel 2012 un giro d’affari di 6 milioni di euro tra prodotti alimentari ed enoteca», ha spiegato a ItaliaOggi dalla sede di Shanghai Fabio Sordi, direttore acquisti, mercati ed export di Auchan Italia. «In tre anni stimiamo di raddoppiare questo fatturato grazie soprattutto alla Cina che farà la parte del leone».
La tappa cinese corona infatti un percorso nato nel 2010. «Siamo l’unica azienda della gdo italiana che opera in Italia con un ufficio export.
In questi anni abbiamo fatto viaggiare, in undici paesi, il made in Italy di 900 pmi, per un totale di oltre 12.500 prodotti locali», ha precisato Sordi.
Piccole realtà, ma di assoluta qualità come il Pastificio Garofalo, le cantine Racemi (portabandiera del vino pugliese) e le cantine Morando (biglietto da visita piemontese), presenti con le proprie eccellenze nel giorno dell’inaugurazione per incontrare direttamente i consumatori cinesi.
In Cina non sarà facile penetrare il mercato, ma il gigante della gdo non sarà solo nell’impresa. «Il progetto è patrocinato dal ministero delle politiche agricole alimentari e forestali», afferma Sordi. «Inoltre al nostro fianco ci sono l’agenzia Ice, il Consorzio del Parmigiano Reggiano, Enoteca italiana e la società Total quality food che offre una preziosa consulenza sulla promozione all’estero dei prodotti agro-alimentare e su questioni di carattere normativo», aggiunge il manager.
Apprezzatissima in Cina, neanche a dirlo, la pasta e tutto ciò che vi ruota intorno, dai sughi pronti a ogni tipo di condimento e guarnizione. «Oltre agli spaghetti e al Parmigiano Reggiano, abbiamo portato in Oriente il pomodoro, i formaggi, l’olio, l’aceto balsamico e i vini.
Tutti prodotti per cui c’è una grande curiosità e un grande interesse in Cina».
Un’attenzione che si vede anche nella pratica molto diffusa dell’italian sounding, per cui l’operazione di Auchan potrebbe andare nella giusta direzione, se non altro in termini di educazione dei consumatori, grazie all’incontro coi prodotti e la cultura tricolore.
Non bisogna però dare nulla per scontato. «Stiamo studiando la presentazione dei prodotti e gli abbinamenti giusti; il modo da integrare la nostra tavola alla cucina cinese, tra le più diffuse al mondo, ma anche tra le più complesse», racconta. «Ecco perché è in corso un’intensa attività di marketing e promozione sul punto vendita al fine di conoscere i gusti dei consumatori e proporre una gamma permanente».
«Quella in corso è un’operazione che riduce la filiera all’osso ed è finalizzata a fare dell’esportazione il motore della crescita economica per la grande distribuzione organizzata e per le aziende italiane», dichiara Sordi.
Ecco perché i fari sono già puntati sui futuri progetti. «Con la nostra piattaforma export siamo ormai presenti in tutti i mercati presidiati dal Gruppo Auchan (Francia, Italia, Portogallo, Spagna, Lussemburgo, Russia, Polonia, Ungheria, Ucraina, Taiwan e Romania). Ora l’obiettivo è spingersi nei paesi dove il gruppo non è ancora presente».
Anche in questo caso nel mirino le pmi. La piattaforma export serve infatti a superare le barriere logistiche, amministrative, legali e burocratiche che le piccole e medie imprese italiane incontrerebbero in mercati lontani e sconosciuti. «Non ci rivolgiamo alle multinazionali che hanno già la forza commerciale e il know how per andare all’estero, ma alle eccellenze locali che, per mancanza di strutture organizzative, non si potrebbero affacciare in un mercato così complesso come quello cinese», conclude Sordi. Un appello che sembra chiamare a raccolta il mondo dei piccoli produttori desiderosi di tentare la fortuna Oltreconfine.