Roberto Giardina, ItaliaOggi 13/11/2012, 13 novembre 2012
I TEDESCHI RICOMINCIANO A SPENDERE
Domenica era San Martino, festa amata dai bambini. Vanno in giro appena cala la notte con lampioncini di carta illuminati, cantando «Laterne, oh meine Laterne», un’atmosfera suggestiva che apre il periodo natalizio con grande anticipo. Sulla Kurfürnstendamm a Berlino gli alberi sono già adorni con festoni e lampadine, e hanno sistemato i giganteschi pupazzi di Santa Claus e della slitta con le renne.
Sono quelli degli ultimi anni. Spilorci questi tedeschi? Diciamo parsimoniosi. Spendono per le cose che contano. In fondo, Babbo Natale è sempre lo stesso, e grandi e piccoli non amano le sorprese. Dall’estero, e da Bruxelles in particolare, si invita la Germania ad aumentare il suo import, la Merkel dovrebbe abbassare le tasse per invogliare i suoi connazionali a spendere di più. Ma, a prima vista, i tedeschi sono in preda alla febbre da shopping. Non hanno mai comprato tanto. Qui si misura tutto, c’è anche un indice che controlla il Konsumklima: siamo a quota 63, allo stesso livello del novembre 2007, cioè prima della grande crisi. «I consumatori, nonostante le previsioni non proprio rosee, sono ottimisti, convinti che domani andrà meglio», commenta l’economista Rolf Bürkl. Il barometro delle aspettative salariali per i dipendenti è salito in autunno di sei punti, a quota 29,9. E diminuisce anche la quota di risparmio: dall’11,5% del 2008 siamo scesi a 10,9. Miliardi di euro spesi per comprare auto, gioielli, e case. Investimenti duraturi, e quel che resta per una cena o una vacanza.
Invece di risparmiare, come fanno per tradizione, i tedeschi hanno deciso di godersi la vita «all’italiana», o almeno un poco. E comprano anche prodotti stranieri. I negozi di delikatessen offrono nostre specialità, dall’aceto balsamico più o meno pregiato al gorgonzola. I nostri vini sono preferiti a quelli francesi. Arrivare a cena con una bottiglia di Bordeaux non è più considerato molto elegante. Meglio portare in dono un rosso italiano sconosciuto, e spiegare come e dove l’abbiamo scoperto durante le ultime vacanze. Anche per la moda si apprezza il made in Italy, ma non basta per mettere a posto i nostri conti.
Abbassare le tasse? La Merkel non ha atteso gli inviti dei partner europei. Siamo entrati nell’anno elettorale, e come sempre il governo in carica allarga la borsa. Frau Angela non ha tagliato direttamente le imposte, ma si è mostrata generosa in altro modo: è stato abolito il ticket di 10 euro a trimestre a favore delle mutue (da pagare se in quei tre mesi si va anche per una sola volta dal medico). Le casse hanno un attivo di 24 miliardi, ma non avrebbero voluto rinunciare a questa entrata. Contenti i medici, ai quali viene risparmiata un bel po’ di burocrazia, e soddisfatte le famiglie.Inoltre, nonostante le proteste delle sinistre e delle femministe, è stato introdotto un piccolo aiuto per le madri che restano a casa a badare ai figli piccoli invece di mandarli al kindergarten: si comincia con 100 euro al mese, che saliranno in un secondo tempo a 150. Un modo di risparmiare: si sarebbero dovuti creare i 200 mila posti che mancano negli asili, sostiene l’opposizione. E non si dovrebbe incoraggiare le mamme a rinunciare al lavoro. Ma molte famiglie sono soddisfatte: il Betreuungsgeld, come si chiama, costerà allo stato almeno 1,2 miliardi di euro.
Infine, le previsioni per l’anno venturo non sono molto ottimistiche, ma gli imprenditori pagheranno generose gratifiche natalizie. Qui non esiste la tredicesima, solo un premio che può anche essere cancellato se l’anno non è andato molto bene per l’impresa. Le principali aziende hanno comunicato che pagheranno gratifiche intorno all’80% dello stipendio. E si può correre a fare shopping, ma senza buttare i soldi. Quando sono invitato a feste di compleanno, vedo sempre che gli ospiti giungono con regali ragionevoli: libri, cd, e qualcosa di utile, dalla nuova macchinetta per il caffè al set di coltelli da cucina. I gadget scintillanti che si vedono nelle vetrine italiane, che non servono a nulla, qui sono quasi sconosciuti.