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 2012  novembre 13 Martedì calendario

MONTI CI PENSA, ECCOME, ALLA PATRIMONIALE


Hai voglia a rimangiare, smentire, attutire: la voglia di patrimoniale il presidente del Consiglio la possiede, eccome. E non si è espresso a casaccio, come fosse voce dal sen fuggita. Ha chiarito, in maniera inequivocabile, che il governo pensa a una nuova tassazione, patrimoniale in ispecie. Se del caso, si sprecheranno le ipocrisie: colpire soltanto i soliti, mitizzati «grandi patrimoni»; attuare un’una tantum; essere «modesti» nell’imposizione, come amenamente ha dichiarato Mario Monti. Balle astronomiche. È venuta ancora una volta fuori la raccapricciante linea guida della politica governativa dell’ultimo anno: tassare. Il resto verrà dopo. Si noti il rammarico espresso da Monti perché a una parte della maggioranza la parola «patrimoniale» non piace. Certo, queste «componenti della nostra maggioranza multicolore» hanno commesso l’errore (per Monti sarebbe un merito) di dar via libera alla patrimoniale immobiliare costituita dall’Imu (che ha colpito peggio dell’Ici anteriore alla soppressione dell’imposta sulla prima casa) e alle imposte di bollo. Ma adesso, almeno, sono venute fuori spiegando con chiarezza e semplicità: «abbiamo già dato». Per Monti, quel che si è dato non basta. Il governo, alla testa il titolare dell’Economia, studia come colpire alla grande i contribuenti italiani. Avrà i complimenti di Sel e l’appoggio del Pd. Vedremo se i centristi, da Casini a Fini a Montezemolo, saranno così sfrontati da far finta di niente o perfino asseconderanno gli «studi» in atto nel governo. Certo, non ci sarà un colpo di mano «nottetempo», come ingloriosamente operò il governo Amato I; ma la volontà dichiarata è di una «patrimoniale generalizzata». Ai danni dell’Italia, come dannose sono tali tassazioni. D’altra parte, che cosa ci si può aspettare di utile alla nazione da un presidente del Consiglio che parla inglese perfino a una conferenza stampa in Italia?