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 2012  novembre 13 Martedì calendario

LA SEMPLICITÀ SI IMPARA ECCO COME VIVERE LEGGERI


Si fa presto a dire: semplifichiamo. Il problema è riuscirci. Facile per le icone glam annunciare adesioni al minimalismo (Gwyneth Paltrow), al riciclo degli abiti (Keira Knightley), alla regola del «viaggiare leggeri» (Orlando Bloom): i «normali» hanno bisogno di aiuto. Lo dimostra Dominique Loreau, scrittrice francese che ha scelto di vivere in Giappone. Lì ha imparato «l’arte della semplicità», titolo di un fortunato libretto (340mila copie in poche settimane in Francia, qualcuna meno nel Sol Levante) tradotto in italiano da Vallardi (209 pagine, 12 euro). Grazie a lei scopriamo che un uomo della Mongolia possiede in media 300 oggetti personali e un giapponese 6000. E noi? Molti di più. Da dieci a trentamila. Tutto questo ci crea stress e complicazioni, oltre alla difficoltà nel trovare quello che stiamo cercando. La cura c’è, e implica un rovesciamento di prospettiva. Anziché «pensare in grande», «pensare in piccolo». Pensare alle cose che ci piacciono, e non a quelle che «dobbiamo» fare, conservare, mantenere.

È una sfida che può portare a soluzioni estreme, come lasciare un lavoro tecnologico per vivere in campagna: l’ha fatto Davis Bonanni e l’ha raccontato in «Pecoranera». Ma si comincia con poco. Si comincia dalla casa, dal silenzio come condizione-base (sapevate che un mixer emette cento decibel?), dalle suonerie moleste, dal frigo senza vecchie verdure, dalla pila di libri polverosi. L’obiettivo è la superfluidità, perchè «la casa ideale richiede un minimo di manutenzione e pochissimo lavoro, pur essendo comoda e gioiosa». L’interior designer Andrea Castrignano (visto su La 5 in «Cambio casa, Cambio Vita») lo fa per mestiere. Ha semplificato la vita di Giovanna convincendola a liberarsi di tutti gli oggetti che non le piacevano più e che non buttava per pigrizia, mentre per gli altri ha creato ripostigli segreti su misura. Nella hit-list delle eliminazioni di Andrea ci sono: 1) centrini in crochet di cotone al centro de tavolo; 2) bambole; 3) fiori e piante di plastica; 4) souvenir di viaggi; 5) nani da giardino; 6) pupazzetti, specialmente dopo i quindici anni.

Ci si può semplificare la vita cominciando dalla polvere, come suggerisce Keisuke Matsumoto, bonzo al Tempio Komyoji di Tokyo, laureato in filosofia ed MBA alla Indian School of Business (lo trovate su facebook), famoso per aver introdotto la mentalità imprenditoriale nell’universo buddhista e viceversa. Il suo «Manuale di pulizie di un monaco buddhista» (sempre Vallardi) riscrive il rapporto con lo spazio e con gli oggetti, compresi straccio e paletta. «Ramazzare e lucidare serve anche a spazzare via la polvere e le nubi dell’anima», assicura. «Per liberarsi dalla passioni oscuranti, spolverare. Per abbandonare ogni attaccamento materiale, togliere le macchie!». Senza contare il risparmio.

«Le cose ci possiedono e ci sommergono», ammonisce Loreau. Il guardaroba è pieno, ma non abbiamo niente da metterci, ed è provato che ciascuno di noi indossa il 20 per cento dei vestiti nell’80 per cento dei casi. Sostiene l’ex top model Inès de la Fressange: «La giornata inizia meglio quando si apre un armadio con dentro poche cose, ma bene organizzate. Sette capi sono l’ideale». il frigo trabocca, però è tutto scaduto, mangiamo troppo e siamo costretti a metterci a dieta. Eppure basta cambiare il modo di fare la spesa.

La via della rieducazione, certo, è lenta. Non è semplice svuotare, regalare, rinunciare agli oggetti, come alle abitudini, ma l’importante è cominciare. La palestra può essere sostituita dallo yoga, lo psicologo – idea ardita – da una cassa di champagne, non essendo astemi. Qualcuno ci prova già. Il sito LifeHacker è pieno di idee così facili che ci domandiamo subito come mai non le abbiamo avute noi. Dominique Loreau suggerisce di snellire anche la rubrica degli indirizzi, seguendo il principio «Liberatevi dei rapporti sterili». Quanti nomi resteranno? La solitudine può essere meravigliosa.