Francesco Bei, la Repubblica 13/11/2012, 13 novembre 2012
LEGGE ELETTORALE LODO CALDEROLI SUL “PREMIETTO”
SARÀ alla fine proprio il papà del Porcellum a liberarci dalla sua mostruosa creatura? È questo colpo di scena delle ultime 24 ore di trattative sulla riforma della legge elettorale. Tra veti reciproci e finte tattiche è spuntata infatti una concreta pista di lavoro, percorribile, oggetto di discussione serrata fra Pd, Pdl e Udc: è il Lodo Calderoli.
L’ex ministro della Semplificazione ha immaginato un premio di governabilità da assegnare al partito che prende più voti. Non è il premio di maggioranza, che scatta (nel testo Malan votato in commissione) per la coalizione che raggiunge il 42,5%. È simile al “premiolino” immaginato dal professor D’Alimonte, su cui si sono accapigliati Bersani e Casini, nel senso che scatta comunque e senza soglie. Ma con una differenza sostanziale non da poco: si tratta di un regalo del 25% dei seggi che un partito ha effettivamente preso alle elezioni. Insomma, non è un premio fisso, a prescindere. Calato nella realtà: se il Pd avesse 200 deputati, con D’Alimonte gliene spetterebbero 63 di premio (il 10% di 630), con Calderoli 50. Ma se il primo partito ne avesse vinti molti di meno alle elezioni, per ipotesi 150, per D’Alimonte gliene andrebbero comunque 63 in regalo, mentre Calderoli gliene concerebbe solo 37 (il 25% di 150). È un premio che cala al calare dei voti presi dal primo partito, quindi più aderente al reale andamento elettorale. Ed è questo aspetto che ha conquistato il Pd.
Il problema, come sempre, sono i dettagli. Ovvero la percentuale del “regalo”. Il Pd vuole andare oltre il 25% immaginato dal leghista: «Serve - dicono - una cifra che inizia con il numero tre». Quindi 30%, meglio ancora 33%. Ovviamente il Pdl tira dalla parte opposta: «Oltre al 20% non se ne parla». Ma il principio sembra essere passato.
Ieri i due ambasciatori di Pd e Pdl - Denis Verdini e Maurizio Migliavacca - si sono sentiti per discutere della nuova ipotesi sul tavolo. Poi Verdini ha avuto una lunga riunione serale al Senato con i due capigruppo - Cicchitto e Gasparri - e Gaetano Quagliariello. Il Lodo Calderoli è stato esaminato in dettaglio e oggi ci sarà un summit tra la delegazione del Pdl e l’ex ministro leghista. «La soluzione D’Alimonte - anticipa Calderoli a Repubblica non viene assolutamente digerita dal Pdl. Non vogliono un premio fisso così alto. Mi sembrano invece interessati alla mia proposta, così come il Pd».
È una settimana decisiva, visto che proprio oggi si ricomincia a votare in commissione al Senato dopo la settimana di stop seguita allo strappo di Pdl-Udc e Lega sulla soglia del 42,5%. Ma la sensazione è che il Lodo Calderoli - nonostante tutte le distanze che ancora restano sull’entità del premio - sia destinato a guadagnare consensi. Per questo oggi Denis Verdini, nella riunione a porte chiuse del Pdl, ha chiesto che gli venisse dato «più tempo per trattare». Una richiesta respinta dai presenti, visto che anche l’altra volta era stato il Pdl a chiedere una pausa.
L’altra novità di giornata è lo stop che Bersani ha dato alla trattativa segreta con il Pdl: «Deve avvenire tutto in Parlamento, alla luce del sole». È in corso la campagna per le primarie e nessuno al Nazareno vuole regalare a Renzi una facile polemica contro gli “inciuci” Pd-Pdl.