Ilaria Maria Sala, la Stampa 12/11/2012, 12 novembre 2012
PENG E LE ALTRE PECHINO NASCONDE LE SUE “FIRST LADY”
Immaginate - con un po’ di sforzo - di essere Presidente della Cina: a capo di 1,3 miliardi di persone, corteggiato da capi di Stato e grossi gruppi industriali, uno dei volti più noti sulla scena internazionale. E pensate cosa debba essere aver sposato qualcuno molto, molto più famoso di voi, non all’estero ma certamente in patria: questa la situazione in cui sta per trovarsi Xi Jinping, il quasi certo prossimo presidente cinese, che dovrebbe essere nominato alla fine del 18esimo Congresso del Partito Comunista.
La star al fianco di Xi è la cantante Peng Liyuan, che è anche generale maggiore nell’esercito cinese, nel corpo artistico militare. Peng, 49 anni, è un volto fra i più noti nel Paese, dato che per anni ha anche preso parte al gala televisivo del Capodanno cinese, una maratona che dura un giorno intero, in un tripudio di canzoni patriottiche, effetti speciali, tulle e taffetà, nonché innumerevoli militari-cantanti che si sgolano sulle meraviglie della Cina e del Partito.
Da quando Xi è in odore di presidenza, però, dopo il Congresso del 2007, è stato gentilmente chiesto a Peng Liyuan di farsi da parte, per non fare ombra al consorte. La politica cinese non ha spazio per una Carlà, anche se quest’anno, fra le rivelazioni sulla fortuna accumulata dai familiari del premier Wen Jiabao e lo scandalo che ha travolto l’intera famiglia di Bo Xilai, i parenti dei potenti sono stati molto più discussi del solito. Ma certe cose in Cina non si fanno, i dirigenti non finiscono sui tabloid in una nuvola di pettegolezzi, e la fama canora di Peng crea problemi alla propaganda.
Nella politica cinese non c’è una tradizione di «First Ladies». Se fin dall’antichità i sovrani europei si pavoneggiavano con le loro regine, gli imperatori avevano decine di mogli e concubine e nessuno s’interessava di quelle che non erano la madre dell’erede al trono. Cercando fra le compassate mogli dei leader cinesi i precedenti sono pochi. Unica eccezione maestra di Jiang Qing, la famosa Madame Mao, passata dall’essere una bellezza imbronciata dei film in bianco e nero della Shanghai d’anteguerra a una delle più temute figure della rovinosa Rivoluzione Culturale, a capo della Banda dei Quattro. Con buona misoginia, tutti i peggiori eccessi del marito e tutta la follia della Rivoluzione Culturale sono stati imputati a lei, e se Mao è morto nel suo letto e continua ad essere imbalsamato nel centro di Tiananmen, Jiang Qing venne arrestata e condannata a morte poco dopo la scomparsa del Grande Timoniere (pena commutata in ergastolo).
Dopo di lei, alla voce «consorti» non si è trovato nulla di vistoso: Zhuo Lin, moglie di Deng Xiaoping, era una veterana della Lunga Marcia, entrata nel Partito quando questo era appena stato creato. Jiang Zemin era a volte visto nei viaggi di Stato con Wang Yeping a fianco, ma lei aveva l’aria di chiedersi per quale motivo non poteva starsene a casa. La moglie di Hu Jintao, Liu Yongqing, sembra aver accettato un po’ di più l’esigenza contemporanea del fare la First Lady, ma se poco si sa del Presidente cinese uscente, pochissimo si sa di sua moglie.
Ecco dunque che l’irrompere della bella Peng sulla scena cinese è tutt’altra cosa: lei, per prepararsi al nuovo ruolo, ha smesso gli abiti di raso gonfi come torte alla crema, e va in giro in divisa da generale. Ormai ha smesso di cantare, e si dedica alla beneficenza, come ambasciatrice per l’Oms contro l’Aids e la tubercolosi. Lo stesso, quando il Ministero della Cultura ha deciso lo scorso anno di istituire il Premio Cinese per le Arti, fra le teste coronate c’era anche quella della bella Peng: perché cosa può esserci di meglio che onorare la moglie del futuro presidente?