Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 12 Lunedì calendario

LA DURA BATTAGLIA PER IL CALCIO SOCIALE


Che l’ironia sottile sia una delle armi più taglienti del professor Monti è cosa risaputa, così come è noto che spesso la usi quando parla dei partiti della sua «strana maggioranza».

E una di queste occasioni si è presentata il giorno della vittoria di Obama in uno dei corridoi della Camera, quando il premier casualmente ha incontrato un deputato lì di passaggio. E conversando si è informato su cosa lo avesse colpito in particolar modo del discorso di Obama dopo la riconferma alla Casa Bianca.

«Beh - si è sentito rispondere - quando ha detto, riferendosi alla sua sfida con Romney, “abbiamo condotto questa battaglia così ferocemente perché amiamo profondamente il nostro paese”...».

Ed ecco la replica tagliente di Monti, che come ovvio è suonata alle orecchie del suo interlocutore come una critica acuminata: «Potreste cominciare a dirlo pure voi, no?».

Fondi per il calcio sociale

Di questi tempi, c’è qualcuno che allunga il passo quando scorge la sagoma di Andrea Sarubbi da un lato all’altro del Transatlantico. E il motivo è semplice: con un nobile intento, da giorni il piddì Sarubbi è in cerca di fondi per «il calcio sociale»; e tempesta quei colleghi che vantano buoni uffici con ambienti che contano della finanza e dell’economia del nord per farsi aiutare a trovare i fondi necessari per terminare due campi di calcio nella periferia di Roma, zona problematica meglio nota come Corviale: dove un gruppo di ragazzi organizza partite di calcio con formazioni articolate e miste, formate da disabili, donne, bambini con problemi familiari d’ogni sorta e giocatori esperti.

Il tutto all’insegna di un regolamento preciso: le squadre sono fatte col criterio che ogni giocatore in campo ha un suo punteggio, a seconda delle sue caratteristiche, delle sue forze e delle sue debolezze. E ogni squadra deve avere lo stesso livello di punteggio: nessuno può segnare più di tre gol e se c’è un rigore lo deve battere quello col punteggio più basso.

Ma ora l’iniziativa è bloccata e la ricerca di fondi di Sarubbi procede a tutto campo...