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 2012  novembre 12 Lunedì calendario

MALTEMPO, DANNI E PAURA AL NORD. DUECENTO SFOLLATI A MASSA CARRARA —

Sono bastate poche ore di pioggia e una bomba d’acqua dagli effetti devastanti, per trasformare una parte della Toscana del nord in un enorme acquitrino e far tornare in Lunigiana lo spettro dell’alluvione killer dello scorso anno. Il bilancio dei danni è pesantissimo: 200 gli evacuati, centinaia le case a rischio inagibilità, ponti distrutti, persone intrappolate nelle auto e travolte da torrenti trasformati in fiumi in piena e salvate miracolosamente, altre bloccate nei sottopassi allagati, blackout elettrici interminabili, milioni di danni all’agricoltura.
La tempesta di San Martino non ha colpito solo la Toscana: ha flagellato la Liguria (risparmiando Genova) e si è abbattuta su Veneto, Emilia Romagna, Lazio. Un nuovo allarme che ha spinto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a proporre di allentare «il patto di stabilità per reperire risorse» in grado di finanziare un «programma urgente e necessario per la sicurezza e la manutenzione del territorio». Una proposta che ha trovato d’accordo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.
Le ferite maggiori il maltempo le ha provocate nella provincia di Massa Carrara. «È stata una devastazione — ha detto il sindaco di Massa, Roberto Pucci — ho visto sulle colline almeno sei ponti distrutti, allagamenti, frane, coltivazioni di vino e oliveti spazzate via. E se non c’è scappato il morto è stato un miracolo».
Ne sanno qualcosa i coniugi Bigliani che nella notte sabato in auto stavano tornando a casa e si sono trovati di fronte l’onda anomala del Ricortola, un piccolo corso d’acqua innocuo e trasformato dalla bomba d’acqua in un fiume limaccioso. Si sono salvati uscendo dall’utilitaria e aggrappandosi ai tronchi d’albero e poi alla vegetazione sugli argini: sono stati salvati, sotto choc e in ipotermia, dagli anfibi dei vigili del fuoco. Il vice sindaco di Massa, Martina Nardi, sfidando il maltempo ha preso un megafono e con un’auto è andata ad avvertire i cittadini. «Ci sono centinaia di case danneggiate e allagate — ha spiegato — e ho chiesto agli abitanti di andare negli alberghi messi a disposizione dal Comune. I carabinieri hanno predisposto anche un servizio di controlli anti sciacalli».
Fango e frane hanno deturpato anche Carrara e dintorni. Crollato, dopo quasi 70 anni, il «Muraglione», la barriera di oltre cinquanta metri della Linea Gotica costruita durante la Seconda Guerra Mondiale, diventata un monumento. Lo straripamento di torrenti e fossati ha trasformato poi il lungomare in un’informe palude. Alcuni abitanti sono stati salvati dalla Protezione civile con barche e mezzi anfibi. A Carrara il sindaco Angelo Zubbani ha attivato il sistema di allarme telefonico: un messaggio voce pre-registrato inviato ai cittadini.
La bomba d’acqua si è abbattuto con particolare violenza anche a Pisa. Una mamma e il suo bambino di sei mesi hanno rischiato di morire annegati nell’auto bloccata in un sottopasso. Nello Spezzino, in Liguria, colpiti i comuni ai confini con la Toscana: Sarzana, Ameglia, Ortonovo e Castelnuovo Magra: più di cento gli evacuati che però in serata sono tornati a casa. A Venezia la massima di marea oggi ha raggiunto i 149 centimetri, la sesta nella storia dal 1872.
In Emilia Romagna preallarme sull’Appennino reggiano e modenese e in alcune zone colpite dal terremoto per la piena del fiume Secchia. Nubifragio e un black out di alcuni minuti nella zona nord di Roma e allagamenti a Civitavecchia.
Marco Gasperetti