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 2012  novembre 11 Domenica calendario

CROSETTO: “CORRO ALLE PRIMARIE CON ALFANO GENTE SENZA FUTURO” [E

attacca Samorì: in campo persone con poca storia e molta cronaca] –
Ci sarà anche lui, Guido Crosetto, nella corsa per le primarie del Pdl. Ma la sua non sarà una candidatura in opposizione ad Alfano. «Mi candido per rappresentare un’idea e un gruppo di persone le quali ritengono che Monti non sia indispensabile e che la sua politica economica, come quella di Tremonti, sia distruttiva per il Paese. Questo non significa essere contro l’Europa ma stare in Europa vivendo, non morendo. Mi candidato per dare voce a migliaia di piccole e medie aziende rimaste afone».

Sembra di sentire Berlusconi.
«E’ vero ma io queste cose le ho sempre dette, anche durante il governo Berlusconi e non ho mai cambiato idea. Io non ho votato la fiducia al governo Monti. Berlusconi invece lo ha capito solo dopo quali sarebbero stati gli effetti della politica montiana. Oggi il deficit italiano è peggiore di quello precedente. Le aziende sono al collasso, le banche si sono chiuse e quando parlo di aziende penso anche ai milioni di lavoratori che ci lavorano. Vorrei portare una voce all’interno del Pdl e delle istituzioni che difende questa linea».

Anche la Santanché esprimerà una linea critica al governo Monti. Perchè non fate un ticket?
«La differenza è che io questa linea l’ho sempre avuta e non attacco i colleghi di partito. Non mi scaglio contro Alfano, anzi vorrei che lui condividesse la mia posizione. La candidatura di Alfano è seria, ho stima per lui e non gli sparerò mai addosso. Semmai ci sono altre candidature di persone con poca storia e molta cronaca, tipo questo Samorì».

Perchè non è entrato nel suo comitato elettorale, visto che glielo ha chiesto?
«Quello di Angelino è un passaggio politico, la sua candidatura gli serve a confermare l’autonomia della sua leadership. È giusto che lo faccia mentre io voglio portare contenuti e idee nel dibattito. Se appoggiassi Alfano, mi troverei in compagnia di gente che non la pensa come me e che ha concluso il suo ciclo politico».

L’impressione è che lei non corra per vincere.
«Io vorrei che vincessero le mie idee. E penso che Alfano e il centrodestra abbiano bisogno di una candidatura per parlare con mondi che altrimenti non avrebbero interlocutori nel Pdl. Se mi accorgo che le mie idee non hanno seguito o che rappresentano poca cosa, allora non ho problemi a ritirarmi».

Cosa pensa di Casini e Fini che sembrano tendere la mano al Pdl, ma chiedono ad Alfano scelte dolorose a cominciare da una rottura definitiva con Berlusconi?
«Al posto di Alfano direi loro “fate anche voi un passo indietro: sedete in Parlamento da una vita, ricoprite ruoli importanti da prima che Berlusconi scendesse in campo, avete avuto la possibilità di incidere sulla politica italiana, assumetevi anche voi un po’ di responsabilità”. E invece cantano come fossero delle vergini, ma hanno esaurito il loro ruolo politico».

Nei loro partiti nessuno li ha messi in minoranza, mentre è successo a Berlusconi.
«Io all’ufficio di presidenza c’ero e le posso assicurare che Berlusconi non è andato in minoranza. Lui aveva dei dubbi sulle primarie e sull’opportunità di continuare a puntare sul Pdl. Ha ascoltato i discorsi di tutti e ha deciso di seguire la strada indicata da gran parte del partito. Lui adesso deve aiutarci a seguire questa strada che io ho sintetizzato in questo modo: dateci la possibilità di evitare la scelta tra la distruzione del Paese con Grillo e la sinistra. Ci vuole un progetto serio che eviti queste due alternative».

Ci vuole il Ppe italiano.
«Ci vuole una forza politica che rappresenti la maggioranza degli italiani che non votano a sinistra, che temono Grillo e che sono confluiti nell’astensionismo. Il Ppe italiano non nasce distruggendo il Pdl o in una stanza in cui si riuniscono tanti piccoli nanetti o dei dinosauri della politica come Fini e Casini».

Berlusconi è un bel esemplare di Dinosauro però.
«Berlusconi almeno ha costruito qualcosa, qui c’è gente invece che con il lavoro non avrebbe pagato la bolletta della luce. Se vogliamo riprendere il dialogo con gli elettori non possiamo chiudere in una stanza Alfano, Casini e Fini. Sarei sconcertato io figuriamoci il cassintegrato, il disoccupato, l’operaio. Penserebbero “questi si sono messi d’accordo per dividersi il potere”.