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 2012  novembre 11 Domenica calendario

LA RICERCA

[Come hanno reagito i principali indicatori economici al governo Monti? Uno studio di Fondazione Hume e La Stampa prova a spiegarlo. L’analisi dei dati è del professor Luca Ricolfi]

1. Origine del lavoro, ovvero come evitare lo strabismo statistico

È difficile, quando lo spread va su o le previsioni di crescita vanno giù, dire se è “colpa” del Governo o della congiuntura internazionale (della crisi dell’Euro etc.). Analogamente è difficile dire se è “merito” del Governo o della congiuntura internazionale quando lo spread scende o le previsioni di crescita migliorano. I media (e i politici) critici del Governo interpretano i peggioramenti come colpe del Governo, i miglioramenti come meriti dell’Europa. I media (e i politici) teneri col Governo fanno l’opposto, ovvero interpretano i peggioramenti come colpe dell’Europa, e i miglioramenti come meriti del Governo. Come evitare questo strabismo nella lettura dei dati statistici ?

2. Due diagrammi di gap Per limitare lo strabismo, come Fondazione Hume abbiamo messo a punto due diagrammi di gap, che decompongono il gap dell’Italia in una quota dovuta all’Italia stessa e in una quota imputabile a fattori più generali. L’esercizio, ovviamente perfezionabile, si basa sul confronto fra il gap totale dell’Italia rispetto alla Germania (in termini di spread o di tasso di crescita) e il gap parziale dell’Italia rispetto a una triade di paesi di riferimento, comparabili con l’Italia in quanto – come l’Italia – situati a metà strada fra i 3 paesi-formica (Germania, Olanda, Finlandia) e i 3 super-pigs (Grecia, Irlanda, Portogallo).

3. Lettura dei diagrammi Sia il diagramma dello spread che quella della crescita indicano quale quota del gap con la Germania è specifica dell’Italia. Più è alto l’indice di gp (area colorata), più elevata è la quota del nostro divario difficilmente imputabile all’Europa, in quanto va oltre il gap dei 3 paesi di riferimento.

4. Diagramma dei rendimenti (grafico 1) Si possono notare 2 cose: a) mentre lo spread assoluto è oscillato moltissimo, il nostro gap (relativo) è salito fra l’inizio del 2011 e l’estate del 2011 (dal 25% al 40%), ma da allora in poi è rimato costantemente nella fascia fra il 40% e il 50%, senza nessuna chiara tendenza all’aumento o alla diminuzione; b) durante l’anno del governo Monti il gap è prima diminuito (fra gennaio e marzo 2011), poi aumentato (fra aprile e agosto), poi di nuovo leggermente diminuito (da settembre 2012 a oggi).

5. Diagramma della crescita (grafico 2) Si possono notare 4 cose: a) la crisi dell’estate 2011 è stata segnata da un massiccio deterioramento delle previsioni di crescita specifico dell’Italia; b) dall’estate del 2011 a quella del 2012 il gap-Italia è diminuito; c) negli ultimi mesi il gap è di nuovo in aumento; d) attualmente il gap è intorno al 60%, più o meno com’era ad aprile 2011, prima della crisi dell’estate scorsa.

6. Impressione generale Il Governo Monti pare aver interrotto la tendenza al deterioramento che si era manifestata nella prima parte del 2011 sia sul versante dello spread sia sul versante della crescita. Non vi sono indizi, tuttavia, di un’inversione di tendenza. Le quote dei nostri due gap (rendimenti e crescita) restano elevate, e sono comunque maggiori di quanto risultassero nella prima metà del 2011.