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 2012  novembre 11 Domenica calendario

PETRAEUS COME “IKE” DEBOLEZZEDA STRATEGHI

Sex and the Country: lasciate perdere Obama rieletto, il tragico ciclone Sandy, si parla solo del generale a quattro stelle e capo della Cia David Petraeus e della sua storia d’amore con Paula Broadwell, ex ufficiale e autrice che chiama il sessantenne comandante col civettuolo nomignolo «Pesche» dedicandogli un’adorante biografia.
Se poi aggiungete che, nelle stesse ore, C.E. Kubasik, nuovo amministratore delegato della Lockheed Martin, la più grande fabbrica di armi del mondo, deve dimettersi ancor prima di debuttare nell’incarico per l’affaire con una dipendente, il week end di politica, amore, difesa e intrighi è completo. La Cia è cassaforte dei segreti d’America, la Lockheed Martin ne è l’arsenale, 120.000 addetti a produrre caccia, bombardieri, navi da guerra, satelliti spia, fatturato 46,5 miliardi di dollari (€ 36 miliardi).
Che succede? Che l’antica radice puritana d’America, capace di imporre alla povera Hester Prynne del romanzo «La lettera scarlatta» di Hawthorne una «A» rossa sui vestiti, marchio di adulterio, si innesta sul politicamente corretto postfemminista. Ieri la norma conformista era l’omogeneità, oggi la norma, nata come anticonformista, si illude di creare una società pubblica asessuata. A sorpresa, i due atteggiamenti opposti arrivano alla stessa conclusione, ogni atteggiamento difforme dalle regole diffuse è in pratica punito.
David Petraeus è il più importante stratega americano dopo Dwight Eisenhower e la II guerra mondiale. Ufficiale che ha visto la realtà della prima linea, Petraeus cambia la filosofia americana dell’antiguerriglia. Dopo avere compreso, con altri guerrieri-intellettuali come il colonnello Nagl, che le sole controguerriglie vittoriose, inglesi in Malesia negli Anni 50 e boliviani e Cia contro Guevara in Bolivia 1967, uniscono alla battaglia riforme sociali per conquistare la popolazione, Petraeus guida il «surge», guerra e spesa sociale con successo, a Baghdad e Kabul. In un incontro a Roma mi disse «I miei ufficiali devono bere tantissimo tè con i capi tribù in Iraq e Afghanistan, capire le culture locali. I soldati costruiscono scuole, ospedali, dighe, fognature, i marines danno la caccia ai ribelli, la guerra si vince costruendo la pace».
Capace a 60 anni di fare 50 flessioni senza stop e correre per 8 chilometri, Petraeus ha scritto un classico militare, «Counterinsurgency Field Manual - U.S. Army Field Manual on Tactics, Intelligence, Host Nation Forces, Airpower», in cui la forza si coniuga ad astuzia e saggezza. Riservato, sposato da 37 anni con la figlia del preside dell’Accademia di West Point dove ha studiato, Petraeus porta però troppo spesso con sé a correre, in quelle formidabili 5 miglia di jogging, la Paula Broadwell, anche lei passata attraverso West Point, spalle larghe di chi si ammazza con i pesi, un marito e la voglia pazza di avere il generale come mentore. Dopo uno scambio di mail, la Broadwell ottiene da Petraeus il permesso di scriverne la biografia, inclusi dodici punti filosofici, i Comandamenti del Generale. Il I recita «Si danno ordini dando l’esempio», il V e il X anticipano il disastro dello stratega ridotto a gossip: «Ammetti gli errori» e «Stai in forma, il tuo corpo è l’arma finale». Le umilianti dimissioni pubbliche sono il rispetto del V comandamento, ma né il generale, né l’ambiziosa Paula Broadwell prevedevano che il “Corpo” è sì “Arma”, ma come un M16 o un Kalashnikov può colpire anche il suo proprietario.
Se in una sceneggiatura di Hollywood il capo della Cia, ex generale a 4 stelle e discusso come futuro Presidente, inondasse di mail dalla semplice posta gmail di Google l’amante, con dettagli a luci rosse su una scrivania e il sesso, tempestandola di messaggi anche dopo che lei tronca la storia, rideremmo, non credibile. E’ quello che invece è accaduto. E se in un serial tv tipo Sex and the City un marito scrivesse al New York Times, anonimo, «E’ etico denunciare l’amante di mia moglie, se rischio di danneggiarne il lavoro pubblico in cui credo molto?», risate ancor più fragorose. Ma pare sia accaduto nel luglio scorso, con una lettera del tradito Mr Broadell alla rubrica “Etica” del New York Times, titolo «L’amante di mia moglie».
Gli analisti di servizi segreti spiegano che l’Fbi, eterno rivale della Cia, indagando su un caso di corruzione, avrebbe scoperto che qualcuno tentava di accedere alla semplice posta gmail di Petraeus, pare la stessa Paula, o secondo altre fonti, il marito tradito. Che la posta del capo della Cia sia a rischio di occhi indiscreti basta a insospettire - i cinesi, i russi, Al Qaeda? - ma l’Fbi accumula invece migliaia di messaggi d’amore ed erotici, che il generale più astuto del dopoguerra clicca come uno sventato liceale. Altri, più complottisti, mettono la débâcle sul conto del raid di Bengasi, con la morte dell’ambasciatore Usa e le frizioni tra la Cia e Obama. Il Presidente avrebbe messo la sordina all’Fbi fino alle elezioni, poi tolto il tappo allo scandalo.
I militari più anziani ricordano, con malcelata nostalgia, i tempi di Eisenhower, che ebbe una lunga storia con la sua autista, ausiliaria prima nell’esercito inglese poi nell’americano, Kay Summersby. Nelle sue memorie del 1948, l’affascinante Kay tratta il generale Eisenhower come Paula Broadwell fa con Petraeus, guerriero saggio e leale. Ma in un successivo volume del 1975, quando ormai Eisenhower era morto, Kay ammette la storia d’amore, le speranze di matrimonio, il divorzio proibito dal presidente Truman.
Altri tempi a Washington, come alla gigantesca compagnia Lockheed, il manager Kubasik non è i Mad Men Anni 50 della tv, niente amore con le colleghe. Morale della, triste, favola: l’America 2012 è insieme puritana e politicamente corretta, legata ai social media e controllata ad ogni angolo, nei quartieri e online. Si batte, nobilmente, contro le molestie sessuali, ma falcia così anche ogni flirt. Paese impossibile per gli amori segreti, perfino per un generale invincibile da terroristi e guerriglieri, vulnerabile come un putto agli strali onnipotenti di Cupido.