Francesco Fondi, la Repubblica 10/11/2012, 10 novembre 2012
TV, LA NUOVA SINTESI CON IL WEB
[Dagli Usa al Giappone al via le prime sperimentazioni. Oltre la televisione smart: l’unione fra palinsesto, Internet e social network] –
Dimenticate 3D e occhialini. E dimenticate la cosiddetta “smart tv”, i televisori con connessione al Web dove si può navigare e scaricare app. Perché il futuro è nell’integrazione, o meglio nella sovrapposizione fra Internet e programmi televisivi. Intrattenimento ibrido che non offre più due cose separate in un solo apparecchio, ma la loro sintesi. Dando vita a qualcosa di completamente nuovo. “Se non puoi battere il tuo nemico alleati con lui”, devono aver pensato i tecnici che stanno lavorando a queste tecnologie. Tecnologie differenti fra loro, sviluppate in Giappone, in Inghilterra e negli Usa, che vanno però nella medesima direzione.
A Londra ad esempio Sky e Zeebox stanno sperimentando un servizio che permette di integrare gli show ai commenti di Facebook e Twitter in una sorta di tv sociale. In Irlanda invece la Design by Notion sta lavorando ad una app per tablet chiamata
MetaMirrorche consente di ottenere informazioni in tempo reale abbinate al palinsesto, come gli ingredienti di una ricetta durante un programma di cucina. Mentre l’americana 3D 4U ha creato un sistema di telecamere che riprende a 360 gradi dando allo spettatore la possibilità di scegliere in diretta il punto di vista attraverso l’iPad o il telefonino. È una tecnologia simile a quella utilizzata da Google per Street View, il servizio che offre immagini panoramiche delle strade, e la stanno già testando presso lo stadio della Washington State University.
Nel frattempo dall’altra parte dell’oceano si lavora alla HybridCast messo a punto dall’emittente pubblica giapponese Nhk. Si tratta di una versione fantascientifica del vecchio televideo, con il tablet che diventa contemporaneamente telecomando e secondo schermo. Tramite uno speciale set-topbox che utilizza lo standard html5, lo stesso che si sta diffondendo in Rete per costruire siti simili a delle app, le immagini televisive si mescolano con il flusso di informazioni fornite via Web. Statistiche, schede dei giocatori, schemi, classifiche, nel caso di un evento sportivo. E così le sequenze si riempiono di box informativi aggiornati in diretta e lo spettatore può gestire autonomamente la propria visione personalizzandola. Uscirà nel 2014, disponibile sia come dispositivo esterno sia integrato nei nuovi televisori.
In fondo si tratta di un passaggio inevitabile. Di un salto ulteriore rispetto a PlayTv per PlayStation 3 della Sony o alla TVii per la Wii U della Nintendo, console in uscita a fine novembre, dove l’interazione è parziale e limitata a poche funzioni. HybridCast al contrario è una tecnologia aperta che si basa su una integrazione profonda fra palinsesto, Internet e dispositivi portatili. Non è lo schermo che abbiamo in casa a diventare intelligente, quanto i contenuti trasmessi. Ma soprattutto stavolta non è un colosso della tecnologia a promuovere l’innovazione bensì i network. Quelli che hanno in mano i contenuti: Google nel 2010, con la piattaforma Google Tv, si è arenata proprio sul loro “niet”. E ora i primi stanno passando all’attacco per conquistarsi nel futuro della tv un ruolo da protagonisti e non da comprimari. Vedremo poi se ci riusciranno o meno.