VARIE 11/11/2012, 11 novembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - LA LEGGE ELETTORALE
ROMA - "Se si vuole trovare un accordo noi ci siamo. Quello che non accettiamo è di mettere l’Italia all’avventura togliendole ogni possibile governabilità, magari da parte di quelle stesse forze che ci consegnarono il porcellum. Chi ci descrive come una forza isolata, non comprende la pubblica opinione". Torna ancora sul tema della legge elettorale, Pierluigi Bersani, dopo il duro scontro di ieri 1, a suon di insulti reciproci, con il leader dell’Udc Pierferdinando Casini. "Siamo al lupo e l’agnello in salsa elettorale. Veniamo accusati di arroganza da coloro che hanno pensato di procedere a colpi di mano parlamentari sulla legge elettorale", dice ancora Bersani.
E in un’intervista a La Stampa avverte: "A quelli che lavorano per produrre un pareggio dico: badate bene che in quel caso si rivota, altro che Monti bis". Uno spettro quello del pareggio che per il segretario del Pd avrebbe un’unica soluzione possibile: "In quel caso si torna a votare e lo dico sulla base di un ragionamento non solo politico, ma anche squisitamente matematico. Forse pensano che tra sei mesi, quando qui dentro ci saranno cento e passa deputati di Grillo, si potrebbe replicare la maggioranza che c’è ora? Non esiste", dice Bersani.
E torna di nuovo a parlare del lodo D’Alimonte, dal nome del professore che lo ha teorizzato, che assegna un premietto di "aggregazione"
del 10% al primo partito, nel caso in cui nessuna coalizione riesca a ottenere il premio di maggioranza vero e proprio, visto dagli uomini del segretario come "una trincea assolutamente non discutibile" per garantire la governabilità all’indomani del voto: "Tutti devono capire che ci vuole, non per noi ma per il Paese, un premio decoroso per chi arriva primo. Partito o coalizione che sia" continua il segratario democratico. "Perché la Consulta ha eccepito che non può andar bene che chi vince con il 25% dei voti poi abbia più del doppio dei seggi e su questo non si discute. Ma non ha mica detto che non possa esserci un premio di governabilità" puntualizza.
"Io voglio solo che una coalizione col 35% abbia un premio che garantisca al Paese un presidio di governabilità - aggiunge - Ma sono convinto che al di là dei giochi tattici alla fine lui, Casini, sia disponibile su questa linea" conclude. "Bersani vuole una soglia del 10%. Eravamo d’accordo prima, oggi e domani. In realtà il dibattito di ieri ha dimostrato che si vuole un centro vassallo della sinistra: non esiste", la replica di Pierferdinando Casini. "Rinviamo al mittente questa pretesa. Tra l’altro - aggiunge Casini - sono in tanti (c’è già Diliberto anche, ho visto, che partecipa alle primarie del Pd), per cui non c’è certo bisogno di noi".
Nel dibattito intorno alla riforma elettorale si inserisce anche il sindaco di Firenze, Matteo Renzi: "Ci vuole una legge chiara dove tu la sera sai chi ha vinto, senza inciuci e imbrogli per cui voti per uno e poi viene eletto un altro" dice a TgCom24. "La cosa più semplice è applicare il modello di legge elettorale delle elezioni amministrative, non c’è un problema tecnico, ma di volontà".