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 2012  novembre 09 Venerdì calendario

CRISI NERA: TUTTI IN FILA PER VENDERSI L’ORO (E FARSI TRUFFARE)

Compro oro. Una scritta che ormai campeggia ovunque. Per alcuni quell’insegna rappresenta la speranza di arrivare a fine mese. Per altri è solo il paravento per affari milionari. L’operazione della Guardia di Finanza, denominata Fort Knox, indica che l’organizzazione presa di mira ha gestito e scambiato 4500 chili d’oro e 11 mila d’argento. Centodiciotto le persone indagate, accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale. Sequestrati 500 rapporti bancari, per un valore di 163 milioni di euro. Il vertice stava in Svizzera mentre i bracci operativi si trovavano nei distretti orafi di Arezzo, Marcianise (Caserta) e Valenza (Alessandria). A Monte San Savino (Arezzo) è stata sequestrata una villa, la base operativa talmente vigilata da essere ribattezzata "Fort Knox" come l’area militare dove sono custodite le riserve monetarie degli Usa.
AL DI LÀ DEI NUMERI dell’inchiesta, il Fatto ha realizzato un viaggio della speranza in tempo di crisi a Roma, con l’intento di vendere una collanina, per capire come funziona. L’Adoc, associazione che tutela i consumatori, ha verificato l’esistenza di 250 negozi solo nella Capitale. Proprio a Roma lo zampino della criminalità è presente in modo considerevole, secondo le analisi effettuate dal sindacato di polizia Silp Cgil. “Ovviamente non si può generalizzare – dice il segretario Gianni Ciotti – però desta preoccupazione il fatto che diversi di questi negozi aprono e chiudono con nuovi intestatari nello spazio di pochi giorni”.
Tornando all’Adoc, ammonendo sulle possibili truffe, l’associazione consiglia di pesare i propri preziosi, prima di venderli. Ed è quello che abbiamo fatto, con una valutazione ufficiale in una gioielleria. Una collanina d’oro, 18 carati, del peso di 30 grammi ha un valore di 871 euro secondo la stima di 29,04 euro al grammo. Veloce ripasso delle norme: è vero che il gestore del negozio non è obbligato a rilasciare scontrino fiscale, però deve avere un registro dove annotare le generalità del venditore. Il negoziante deve tenere in giacenza l’oro per almeno 10 giorni e dichiarare la fonte di provenienza proprio grazie a quel registro.
Il nostro copione da recitare è pronto. “Buonasera, avrei bisogno di vendere questa collanina”. La commessa la osserva, poi replica al cronista-cliente: “Guardi, dovrebbe darmi un documento”. Fingiamo costernazione: “Ha ragione, mi hanno borseggiato sul bus… Mi farebbe un piacere se potesse almeno farmi una valutazione”.
La commessa acconsente. La collanina ha subìto una cura dimagrante: ora pesa 24 grammi. “Le potrei dare 690 euro, però senza documento… Non posso proprio fare nulla. Con tutta la finanza che gira oggi”. Rilanciamo: “Potrebbe farmi anche un prezzo più basso, così concludiamo subito”. La ragazza è tentata: “Non sono la titolare, rischio il posto”. Verrebbe da dirle che il titolare con la bilancia truccata rischia molto di più. Basta percorrere pochi chilometri ed ecco una scritta che ci attrae. “Compro oro in contanti”.
NE STANNO uscendo due anziani, stretti nei cappotti con chiari segni di usura. Uno dice all’altro: “Te l’avevo detto Frà, questi pagano bene, la prossima volta gli portiamo pure i denti finti”. Ma Frà si spazientisce: “Perché tu te credi che hai ancora le capsule d’oro in bocca? Nun te ricordi che te le sei già vennute?”.
Dal centro alla periferia e viceversa, le scene si susseguono con ritocchi sul peso – ovviamente per difetto – della nostra collanina e sul prezzo da pagare. Un paio di esercenti mostrano di non tenere in alcun conto la mancanza di documento, offrendo però la loro “generosità” nel concludere l’affare “pronto cassa” solo dietro una cospicua riduzione della valutazione. In una bottega poi, l’idea delle monete piace parecchio. D’istinto il negoziante, apprendendo della nostra disponibilità a liberarci di sterline d’oro, prezioso regalo dei nonni scomparsi con cui vorremmo pagare l’Imu a dicembre, si passa la lingua sulle labbra più volte.
Stavolta, però, è il cronista a compiere un passo falso : “È vero che ci vuole un’autorizzazione della Banca d’Italia?”. L’esercente storce la bocca: “Ma lei è un poliziotto, un finanziere?”. Cerchiamo di buttarla sullo scherzo, sul fatto che potrebbe pure essere, dato che in tutta Italia centinaia di pattuglie delle Fiamme Gialle proseguono le perquisizioni. “L’ha sentita la tv? Operazione Fort Knox l’hanno chiamata...”. Il negoziante fa spallucce e restituisce la collanina: “Non ne so niente io, la televisione non la guardo. E manco leggo i giornali. Tanto sono tutte fregnacce. Io compro oro. E basta”.