il Fatto Quotidiano 9/11/2012, 9 novembre 2012
RENZI SFIDA BERSANI E VENDOLA: “PUBBLICATE LE FATTURE DI PD E SEL”
Si comincia con Matteo Renzi, il sindaco di Firenze rottamatore. Nella redazione del Fatto Quotidiano, a Roma, si confronteranno i candidati alle primarie del centrosinistra nel programma-evento “Il risiko delle primarie”. Uno per volta. Con servizi, le domande dei lettori via Internet e le voci degli elettori raccolti da Piero Ricca. E soprattutto con le domande dei giornalisti del Fatto, nei nuovi studi della web tv del FattoQuotidiano.it . Per oltre un’ora, ieri pomeriggio, Renzi ha risposto al direttore del Fatto, Antonio Padellaro, al direttore del FattoQuotidiano.it Peter Gomez, a Marco Lillo che ha realizzato le inchieste sulle spese del sindaco di Firenze e sugli appalti ai suoi parenti, a Stefano Feltri e a Paola Zanca, che ha organizzato e condotto il dibattito. Il video integrale del confronto è disponibile da questa mattina sul nostro sito, www.ilfattoquotidiano.it . Domani si prosegue con il secondo appuntamento: negli studi del Fatto ci sarà il leader di Sel Nichi Vendola. Il 16 novembre, in allegato con il Fatto Quotidiano, uscirà in edicola anche il libro Il risiko delle primarie (160 pagine, 1,8 euro): la raccolta delle principali inchieste del giornale sui candidati e molti articoli inediti per arrivare preparati al primo turno delle primarie, il 25 novembre.
Ibersaniani sostengono di aver già vinto le primarie, la danno in svantaggio di 7-8punti.Leisisentegiàsconfittoocrede di poter tirare fuori nel rush finale la carta decisiva per vincere? (Padellaro) Io intanto sono felice che le primarie si stiano facendo. Non era scontato fino a qualche tempo fa. Per me la partita è aperta. Noi non abbiamo carte segrete da tirar fuori all’ultimo minuto, non c’è nessun coup de théâtre finale. È chiaro che Bersani è il favorito, sarebbe assurdo il contrario: è il segretario del partito, appoggiato dal 95% dei dirigenti. Rispetto a chi fino a un anno fa diceva: ‘Renzi non riuscirà a prendere un voto a sinistra’, però, i risultati di più di 30 feste dell’Unità che ho fatto quest’estate e i risultati della campagna fatta in tutte e 108 le province italiane, dimostrano che c’è un largo settore della sinistra che invece voterà anche per me. Il mio appello è che la gente vada a votare, per chiunque: l’importante è che si voti.
(Padellaro) È nobile, e non lo dico ironicamente, dire che l’importante è andare a votare e poi chi vince, vince. Posso dire che non ci credo?
Per me il tema dell’appello al voto non è un fatto formale. Non riesco a capacitarmi che si sia tentato di restringere la partecipazione. Non è per fare il piacione che dico ‘Votate chi vi pare’. Certo, c’è anche un elemento personale: più si alza il livello di partecipazione, più chance ho di vincere. (Padellaro) Ecco. Io credo che lei abbia già chiaro nella testa che cosa farà nel momento in cui dovesse vincere le primarie e cosa farà nel momento in cui dovesse perdere. Quale sarà il primo atto di Renzi vincitore e quale il primo atto di Renzi sconfitto alle primarie del centrosinistra?
Il giorno dopo le primarie, se perdo, per me finisce la corsa nazionale. Io non sono interessato a premi di consolazione. Non voglio fare né il ministro, né il parlamentare, né il sottosegretario. Darò una mano a Bersani.
(Padellaro) In che modo?
Farò campagna elettorale per lui e con lui. Spero che a quel punto Bersani abbia la ragionevolezza, che credo non gli manchi, per tentare di prendere quell’area di persone che ha lavorato insieme a me e coinvolgerla nell’organizzazione.
(Padellaro) E i voti che lei ha ricevuto restano orfani?
Io immagino che il giorno dopo si lavori insieme. Non che ci sia una specie di punizione corporale per quelli che hanno perduto la partita.
(Padellaro) Io non parlo del gruppo dirigente. Parlo dei suoi elettori.
In questi anni quelli che hanno perso hanno sempre avuto la seggiola garantita. Fausto Bertinotti, presidente della Camera. Clemente Mastella, ministro della Giustizia. Di Pietro ai Lavori Pubblici, Pecoraro Scanio all’Ambiente. Devo continuare? Mi accusano di essere il rampante, l’arrivista. Più chiaro di così!
(Padellaro) La prima cosa che fa
se vince?
Non disperdo il patrimonio pazzesco che abbiamo raccolto: bisogna esprimere quella domanda di cambiamento anche nella campagna elettorale.
(Padellaro) Chiederà a Bersani di
dimettersi da leader del Pd?
Il punto non è chi fa il segretario del Pd. Chiederemo che tutti quelli che hanno fatto più di tre mandati vadano a casa.
(Feltri) Quindi chiederà a Bersani di non ricandidarsi in Parlamento?
C’è una deroga allo Statuto per gli eletti nel 2001. Chiederemo di fare un passo indietro a chi è stato eletto prima. Mi sembra già una gran cosa. Bersani è arrivato nel 2001, gli è andata bene.
(Zanca) Qualcuno sostiene che la sua vittoria sfascerà il Pd. Anche perché lei ha dichiarato di voler conquistare i voti degli ex elettori del Pdl.
I voti del centrodestra vanno ripresi, è anche grazie a quei voti che governiamo. Parto dal presupposto che ci siano tanti delusi dal Pdl e che in Italia ci sono 14 milioni di elettori indipendenti, che scelgono di volta in volta chi votare. Il punto è cosa significa essere di sinistra oggi?
(Gomez) Caratterizza la sinistra il tema dei diritti civili. Lei cosa pensa del matrimonio e dell’adozione per le coppie gay? E cosa intende fare, al di là degli imbarazzi della Chiesa cattolica?
Io che sono cristiano cattolico quando faccio politica non rispondo in virtù della mia convinzione religiosa ma degli impegni che prendo con i cittadini. Noi abbiamo già detto che nei primi 100 giorni faremo la civil partnership, ovvero lo strumento giuridico che esiste in Inghilterra e Germania e che segna un punto di non ritorno sull’acquisizione dei diritti civili. Restano aperte tre questioni: primo, serve una legge contro l’omofobia; secondo la questione “matrimonio”: chiamarlo così, significa intervenire sul dettato costituzionale, servono maggioranze diverse e tempi molto più lunghi. Terzo, il tema dell’adozione. Io sono scettico, nella civil partnership non ci sarà. Ma le ‘famiglie arcobaleno’ esistono, bisogna pensare a una disciplina giuridica.
(Gomez) È su queste risposte che si misura in parte
se è di destra o di sinistra. Per esempio gli si può
anche chiedere: in Colorado hanno appena votato
per la legalizzazione della marijuana . In Italia per
detenzione di piccole sostanze stupefacenti si va
ancora in galera. Lei cosa intende fare?
Usiamo anche qui un metodo pragmatico: se suo figlio viene trovato con uno spinello, ha una procedura complessa di natura penale. Se va al supermercato e si carica uno scatolone di superalcolici non subisce conseguenze. È un problema, ma non si affronta partendo dall’ultimo referendum del Colorado.
(Lillo) Quindi, depenalizzazione o no?
Siccome mi accusano di superficialità, io non dico sì o no su un argomento sulla base dell’ultimo referendum americano. Nel mio programma non c’è. Ma non è da questo che si giudica se sono di sinistra o no.