Federico Rocchi, Il Messaggero 10/11/2012, 10 novembre 2012
TABLET, LO SCHERMO DELLE BRAME
LA SFIDA
La battaglia dei tablet è come il poker: un tavolo, quattro giocatori, due li conosciamo da tempo, due sono appena arrivati. Come nel poker conta molto lo stile, non solo le carte hardware o software che si hanno a disposizione. I tablet sono tutti molto simili ma non sono più semplici oggetti, quasi si “indossano” entrando a far parte del proprio corredo giornaliero e si personalizzano come espressione di se stessi con la scelta di accessori e applicazioni che hanno preso il posto dei vecchi programmi da PC.
I DUE PIÙ NOTI
Apple e Google sono certamente i lati del tavolo che conosciamo di più. I prodotti della grande Mela godono della tradizionale filosofia Apple: il sistema operativo iOS, giunto alla versione 6, è abbinato ad un hardware di qualità e software controllato dalla casa madre, a garanzia di prestazioni e affidabilità. Google, invece, pur avendo offerto al mercato il proprio sistema operativo Android sin dal 2005 (oggi arrivato versione 4.1 detta Jelly Bean), è entrata in partita con prodotti ufficiali, chiamati Nexus. Sia Apple che Google offrono, o offriranno entro poche settimane come nel caso del Nexus 10, apparecchi con diagonali di circa 10 pollici (ovvero i 25 centimetri dell’iPad tradizionale giunto alla quarta generazione) e 7 pollici (i 18 centimetri del Nexus 7). Per la precisione l’iPad Mini, ultimo arrivato nel catalogo di Cupertino, è leggermente più grande del suo appena citato rivale diretto potendo contare su un display 7,9 pollici (quindi 20 centimetri). Vittima delle avverse condizioni atmosferiche su New York che ne hanno ritardato la presentazione, il Nexus 10 completerà il catalogo Google con un prodotto che sulla carta sembra essere il migliore per caratteristiche tecniche e prestazioni, con un display più risoluto del Retina di iPad (2.560 x 1.600 contro 2.048 x 1.536 punti), il doppio di memoria RAM (la memoria operativa ) e un prezzo inferiore di almeno cento euro.
I NUOVI CONCORRENTI
Ai restanti due lati del tavolo di sfida gli outsider Microsoft e Amazon, ultimi arrivati. Rinata dalle sue ceneri con il nuovo Windows 8, Microsoft ha come Google deciso di impegnarsi direttamente sul mercato con un prodotto ufficiale, chiamato Surface, pur continuando ad offrire il suo sistema operativo anche ad altri costruttori. La scelta del sistema operativo, più che del tablet in se stesso, è fondamentale perché significa scegliere il negozio a cui sarà obbligatorio rivolgersi per l’acquisto delle applicazioni o dei contenuti ovvero legarsi ad uno ed un solo ecosistema che va quindi attentamente valutato.
LE MATTONELLE
Win8 appare davvero innovativo ed universale con le sue «live tiles» (l’interfaccia grafica basata su riquadri tono su tono con visualizzazione diretta delle informazioni) così come Surface: è stato denominato «convertibile» perché incorpora una vera tastiera che gli altri possono avere ma solitamente come accessorio. Si tratta dunque di un tablet che somiglia ad un computer portatile. Il vantaggio competitivo di Microsoft Surface è evidente, sarà in grado di far girare tutte le applicazioni del mondo PC, soprattutto nella versione con hardware più potente. Amazon, dal suo lato, irrompe in partita forte della sua esperienza hardware con i lettori di e-book degli scorsi anni. Si presenta, dunque, già dotata di una biblioteca di testi elettronici e del suo sito generalista di e-commerce (con spedizione veloce ed economica). Questo viene senza complicazioni integrato nel marketplace dedicato ai suoi due tablet mini, il Kindle Fire2 e il Kindle Fire HD. Sono buoni nella costruzione e, soprattutto, sono molto economici: bastano circa 160 euro per il Fire2 con risoluzione 1024×600 e soli 200 euro per il ben più appetibile Kindle Fire HD in versione 16 Gb di memoria, con risoluzione 1280×800.