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 2012  novembre 10 Sabato calendario

FIDANZATI E SPOSI EDUCATI AL VERO AMORE

I toni sono pacati, eppure sono dettati da un’emergenza grave e preoccupante che sfilaccia il tessuto sociale. La Conferenza E­piscopale Italiana ha presentato ad Assisi, ai responsabili della pa­storale familiare (sacerdoti e lai­ci), gli “Orientamenti pastorali sul­la preparazione al matrimonio e alla famiglia” come espressione di una nuova evangelizzazione. Que­sta emergenza - spiega il vescovo di Parma, Enrico Solmi che è an­che il presidente della Commis­sione episcopale per la famiglia e la vita che ha curato il documen­to - è dettata dalla grave crisi del­l’istituto del matrimonio e, di con­seguenza, del fidanzamento e del­l’educazione all’amore «in un cli­ma, come il nostro, segnato da u­na diffusa banalizzazione della sessualità e con sempre più cop­pie che convivono». Se la sessua­lità oggi è svenduta come merce usa e getta (il documento cita i si­ti web, il mercato della pornogra­fia, l’uso strumentale del corpo femminile), agli operatori della pastorale familiare sono offerti spunti perché l’iter per una cor­retta formazione e crescita inizi prima che la coppia si presenti in chiesa manifestando la volontà di contrarre matrimonio. «Il docu­mento - aggiunge il vescovo Solmi - fonda sul valore della persona, capace di essere educata all’amo­re e alla realtà dinamica dell’a­more coniugale che però necessi­ta di un lungo percorso di cresci­ta, nel quale l’uomo e la donna si affidano l’uno all’altro per matu­rare la scelta di sposarsi». È dun­que indicato un vero iter che par­te da lontano: dall’educazione al­l’amore negli adolescenti alla cre­scita nell’innamoramento e nel fi­danzamento, poi la preparazione al matrimonio per giungere alla celebrazione delle nozze e conti­nuare anche quando la coppia si è formata. «Il vero soggetto di que­sto percorso pastorale - precisa monsignor Solmi - è l’intera co­munità cristiana in cui gli adole­scenti possono crescere nell’al­leanza educativa tra la famiglia, soggetto primo e indispensabile, e gli animatori pastorali dei giovani, con altre agenzie educative». Il do­cumento contiene proposte nuo­ve: itinerari di fede che partono al­meno un anno prima delle nozze con un minimo di dodici incontri. Un’attenzione particolare è rivol­ta ai matrimoni misti e alle convi­venze, lette come ’paralisi del de­siderio’ «quasi che - si legge nel documento - i grandi desideri re­stino paralizzati senza riuscire a formulare un vero progetto di vita».

«Al fondo di tutto ­conclude il vesco­vo Solmi - c’è l’an­nuncio del Vange­lo del matrimonio che è e resta un Vangelo: una via bella nella quale vivere un’esistenza piena e realiz­zata ». Ad Assisi sono giunti da tutta Ita­lia i responsabili della pastorale familiare: sacerdoti e coniugi. Cir­ca seicento persone e tra loro 145 giovani e bambini. Sono famiglie già preparate che adesso impara­no a preparare, con gli strumenti mi­gliori, le coppie più giovani. Dice rivol­gendosi a loro il ve­scovo di Caltagiro­ne, monsignor Ca­logero Peri: «La fa­miglia è modello di relazioni equilibra­te ed equilibranti. Una vera fami­glia, pur con tutte le sue difficoltà, crea sempre maggior equilibrio ri­spetto ai suoi tanti surrogati. E quando una famiglia finisce di es­sere famiglia, finisce per danneg­giare tutti. Per questo, l’equilibrio o lo squilibrio di una persona è sempre da ricondurre e conte­stualizzare nella famiglia di ap­partenenza ». Il vescovo Peri è sta­to docente di antropologia filoso­fica e dà una lettura del docu­mento in questa chiave. «Il pro­blema educativo che la Chiesa i­taliana ha scelto come tema per il decennio in corso - spiega - è per sua natura un problema di rela­zioni, di educazione alle relazioni. Quello relazionale è il problema fondamentale dell’antropologia che permette di impostare una corretta concezione dell’uomo. Bi­sogna però passare dalle relazio­ni alla relazione e quindi dall’uo­mo che ha relazioni a un uomo che è egli stesso relazione, poiché la relazione non concerne prima­riamente il benessere o il males­sere che produce, quanto piutto­sto e principalmente l’essere stes­so dell’uomo». Cita Paul Ricoeur («Se stesso come un altro»): «A questa antropologia - spiega - la visione cristiana ag­giunge non poco, perché l’altro da tenere presente nella costituzio­ne dell’uomo, non è soltanto l’uo­mo, ma anche e principalmente Dio». Il documento è rivolto ai sa­cerdoti e alle famiglie impegnate, come coppia, nella pastorale fa­miliare. Non a caso sul palco del­la ’Domus Pacis’, accanto al di­rettore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia della Cei, don Paolo Gentili, siede una coppia, i coniugi Tommaso e Giu­lia Cioncolini, che affiancano il sa­cerdote in questa nuova evange­lizzazione, come altre coppie fan­no in altre diocesi italiane.