Varie, 10 novembre 2012
fare L’omicidio di Brescia 2 In dodici ore la Polizia ferma l’assassino «Caporale» dei posti letto ucciso dal suo inquilino «Ha sfrattato la mia ragazza, doveva morire»
fare L’omicidio di Brescia 2 In dodici ore la Polizia ferma l’assassino «Caporale» dei posti letto ucciso dal suo inquilino «Ha sfrattato la mia ragazza, doveva morire». Il responsabile è stato individuato grazie alla collaborazione di alcuni stranieri La vittima: Oleksiy Kurazov La vittima: Oleksiy Kurazov Affittava ai connazionali posti letto in casa sua, ma con «arroganza» decideva chi poteva restare e chi doveva trascorrere la notte sotto le stelle. Una delle ultime esclusioni l’ha pagata con la vita. Oleksiy Kurazov, ucraino di 65 anni, l’altra sera è stato ucciso da uno degli inquilini. L’assassino è andato a colpo sicuro cercandolo in via Rizzo, la zona frequentata dagli ucraini disperati, senza lavoro e casa, in attesa degli avanzi del Simply. In meno di dodici ore la Mobile diretta da Riccardo Tumminia grazie anche alla collaborazione dei colleghi della Volante, coordinati da Sara Carpentieri, hanno risolto un delitto che pareva senza soluzione. «Un delitto per questioni personali - è la sintesi del questore Lucio Carluccio - non c’è alcun allarme sociale». Uomo ucciso a coltellate, la scena del delitto Uomo ucciso a coltellate, la scena del delitto Uomo ucciso a coltellate, la scena del delitto Uomo ucciso a coltellate, la scena del delitto Uomo ucciso a coltellate, la scena del delitto Uomo ucciso a coltellate, la scena del delitto Dopo una notte di indagini serrate, le ricerche si sono ristrette su Viktor Chobotar, ucraino di 45 anni, già finito nei guai nel 2009 per aver rapinato un connazionale di una coperta; la sua foto è stata diffusa a tutte le forze dell’ordine e una pattuglia della Volante alle 7.30 l’ha rintracciato in via Milano. Era seduto su un marciapiede, provato da una notte di violenza e di alcol (oltre i limiti il suo tasso alcolemico). È stato portato in questura dove ha risposto al pm Antonio Chiappani ammettendo le sue responsabilità. Non ha cercato scuse, anzi, ha messo a nudo anche le sue intenzioni. «Sono stato io - ha confessato - Sono andato lì perché volevo ucciderlo. Due settimane fa ha buttato fuori casa la mia ragazza. Ha detto che beveva, ma in realtà si era invaghito e lei lo ignorava». Per mettere a punto il suo piano l’altra sera il 45enne si è infilato in tasca un coltello a serramanico. Poi in bicicletta ha raggiunto via Rizzo. Sapeva che l’odiato padrone di casa sarebbe stato lì. Alle 19.15 un addetto del supermercato getta nei cassonetti la merce avanzata e una ristretta comunità di ucraini vive di quegli avanzi. La vittima andava in via Rizzo per farsi una bevuta e per cercare inquilini: 150 euro al mese per un posto letto nella sua stanza in vicolo della Disciplina. Chobotar non ha perso tempo. Lo ha raccontato agli investigatori della Mobile un prezioso testimone, uno degli stranieri fuggiti subito dopo l’aggressione. Il 45enne è arrivato, ha appoggiato la bicicletta a un cassonetto, poche parole con il 65enne, poi i fendenti. «Non ricordo quanti colpi - ha confessato - so che l’ho colpito ai fianchi e alla nuca». Vittima e carnefici si sono accasciati insieme sull’asfalto, poi Chobotar si è rialzato. Gli altri sono svaniti nel nulla e lui ha iniziato la sua breve fuga: si è allontanato nel vialetto pedonale ha gettato il coltello in un cestino della spazzatura, poi si è accorto che la tracolla nera grondava sangue e ha buttato pure quella. Più tardi si è disfatto anche del giubbotto e dei pantaloni e poi ha girovagato. Fino alle 7.30 di ieri, fino alla confessione e al fermo per omicidio volontario premeditato. Wilma Petenzi10 novembre 2012 | 11:39© RIPRODUZIONE RISERVATA