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 2012  novembre 10 Sabato calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 54

(Benny Lai, Finanze Vaticane. Da Pio XI a Benedetto XVI) –

Entrate Fino al 1929, anno del Concordato, la Chiesa aveva vissuto con i resti del patrimonio posseduto prima della breccia di Porta Pia, con lo scarso gettito delle tasse ecclesiastiche, i lasciti e soprattutto con la raccolta di spontanei contributi dei fedeli, chiamata «Obolo di San Pietro». Una pratica antica, risorta appunto durante il pontificato di Pio IX (1846-1878), quando il gettito delle elemosine divenne un segno distintivo dei cattolici in soccorso del Papa. Somme ricevute ora da parroci, ora da presuli o da organizzazioni spontanee sorte in Europa e fuori d’Europa, che spedivano le offerte in Segreteria di Stato, perché fossero consegnate nelle mani del Pontefice, quando non erano portate personalmente a Roma e deposte, e non in senso lato, ai piedi del trono pontificio.

Descrizione La Santa Sede consta di undicimila stanze, con cinque cortili e poche strade. Potere temporale del Papa oggi: quarantaquattro ettari di territorio.

Sbocco al mare In un carteggio di Babuscio Rizzo si sostiene che Pio XII (1939-1958) avesse progettato nel 1944, ancora prima della fine del conflitto, d’ottenere un ampliamento del territorio vaticano tale da includervi uno sbocco al mare e un aeroporto. Progetto fatto conoscere agli angloamericani. Massimo Spada, amico di Babuscio Rizzo, conferma questa indiscrezione.

Concordato Pio XI (1922-1939), per chiudere il lato finanziario del contenzioso con lo Stato italiano, voleva due miliardi di lire, la somma che lo Stato italiano si era unilateralmente impegnato a pagare con la legge delle Guarentigie dopo l’occupazione di Roma del 1870. Mussolini disse di no e nel 1927 le trattative si arrestarono. Alla fine il Papa si accontentò di un miliardo e 750 milioni, pagati parte in contanti e parte in titoli al portatore. L’incarico di gestire quei fondi venne dato a Bernardino Nogara.

Edilizia Papa Ratti (Pio XI), avendo stabilito di spendere circa un terzo della somma ricevuta nell’attività edilizia, si era arrampicato fino alla balaustra della cupola, diciamo al tamburo, per vedere dall’alto i quarantaquattro ettari del suo minuscolo territorio e individuare le località su cui edificare.

Benedetto Benedetto XV (1914-1922), un genovese così attento al modo in cui era speso il denaro da far nascere in Curia la storiella che leggeva un solo giornale al giorno per non spendere molti soldi. In realtà la sua generosità era tale che quando morì non si trovò, nei fondi giunti al Papa con l’Obolo, neppure il necessario per provvedere alle spese del Conclave. Fu necessario chiedere un prestito.

Banchiere «Il Papa banchiere», come avevano cominciato a chiamare Pio XI.

Patrimoni «[...] Il Papa si trattiene volentieri a parlare con me sull’argomento che più lo preoccupa: la crisi economica mondiale. A prima vista fa un po’ meraviglia che quest’uomo nelle cui mani sono tanti e così alti interessi spirituali - parli con più calore della caduta del dollaro che del decadimento morale, lamenti con più acuta amarezza la perdita dei soldi che non la rovina delle anime o le fosche nubi delle lotte e delle persecuzioni che si addensano sulla Chiesa. Sembrerebbe quasi che nella navicella di Cristo il battelliere sia diventato banchiere [...]». Proseguendo: «Vedi - mi diceva - io reputo una grande ispirazione di Dio quella che mi ha spinto a spendere. Almeno ora ho case parrocchiali, chiese, seminari, edifici. Invece i soldi oggi nulla più valgono, gli interessi dileguano, i capitali svaniscono [...]» (Diario di monsignor Tardini, 30 novembre 1933. Il Papa in questione è Pio XI).

Partecipazioni «Il concetto di partecipazione azionaria l’ha portato in Vaticano Bernardino Nogara. […] Non esisteva in Vaticano l’idea della partecipazione azionaria prima del 1929, è lui, Nogara, che l’ha portata […]» (Massimo Spada, 3 aprile 1972).

Concilio 1 «La somma della terza sessione (del Concilio Vaticano II) le sembrerà enorme. Siamo intorno ai 700 miliardi di lire. Solo l’affitto dei tubi per l’impalcatura all’interno della Basilica di San Pietro supera i 35 milioni. Ci aggiunga, poi, il vitto e l’alloggio per i vescovi più poveri (molti dei quali sono ospitati presso case religiose) e quello che viene giornalmente pubblicato; quintali e quintali di documenti, bozze, schede etc.». (Testimonianza del cardinale Gustavo Testa, 4 dicembre 1964).

Concilio 2 «Secondo dichiarazioni ufficiose il Concilio ha comportato una spesa di 4 miliardi di dollari». Il dollaro equivaleva allora a 600 lire, quindi 2400 miliardi di lire.

Notizie tratte da: Benny Lai, Finanze Vaticane. Da Pio XI a Benedetto XVI, Rubettino € 12,00.