Emanuele Scarci, Il Sole 24 Ore 9/11/2012, 9 novembre 2012
IN ARRIVO AGREX, IL FUTURE ITALIANO SUL GRANO DURO
Tutto pronto per l’avvio in Italia del future del grano duro, l’Agrex. Le contrattazioni potrebbero avviarsi già dalla prima settimana di dicembre. Market maker sono Banca Imi, gruppo Casillo e la francese Granit.
«La data potrebbe subire ancora qualche rinvio – frena Ennio Arlandi, energy derivatives markets director di Borsa Italiana – magari a gennaio: vogliamo essere certi che gli operatori siano tutti pronti». Ieri però nel convegno tenuto alla Borsa merci di Bologna si è ipotizzata la data del 3 dicembre.
In dettaglio, Borsa Italiana ha messo a punto un nuovo segmento del mercato, denominato Agrex, dedicato alla negoziazione degli strumenti finanziari derivati aventi come attività sottostante commodity agricole e relativi indici. Nella fase iniziale saranno ammessi alla negoziazione contratti future su grano duro che prevedono il regolamento mediante consegna fisica del sottostante presso i silos autorizzati (si parte con Foggia). Il future Agrex avrà contratti per lotti di 50 tonnellate, con cinque scadenze e consegne nei mesi di marzo, maggio, settembre e dicembre.
Perché una Borsa future sul grano duro? «Le oscillazioni dell’offerta – risponde Arlandi – possono determinare estrema volatilità dei prezzi. I future permettono agli operatori di coprirsi da variazioni indesiderate, favorendo una migliore programmazione e aumentando la trasparenza del mercato». Peraltro «le superfici coltivate a grano – interviene Emilio Ferrari, direttore acquisti di Barilla – sono in costante calo, anche nelle aree maggiormente vocate. Questo rende meno liquido il mercato con fenomeni speculativi e rischi di rottura di stock. E con scompensi per tutta la filiera». I potenziali operatori di Agrex fanno capo soprattutto ai produttori italiani e francesi di pasta ma anche a quelli di cous cous del Nord Africa e del Medio oriente.
Il mercato mondiale del grano duro vale 30 milioni di tonnellate contro una produzione di grano tenero che supera i 650 milioni di tonnellate. Oggi gli operatori italiani acquistano sul mercato spot, con consegna a una settimana e prezzi variabili; oppure stipulano contratti con i fornitori, per consegne diluite, e tenendo in vista la media dei prezzi del grano duro delle principali borse merci italiane. La Borsa del grano duro di Winnipeg (Canada) non sembra una duplicazione di Agrex perché è più rivolta al mercato locale che a quello europeo.
Arlandi però è cauto. «Questi mercati – sostiene – hanno bisogno di un rodaggio per funzionare bene. E questo accadrà anche per l’Agrex. Tuttavia quando gli operatori percepiscono che il meccanismo funziona allora partecipano». Perplessità degli operatori? Per Ferrari ci sono solo vantaggi. Il manager di Barilla (macina 650mila tonnellate di grano duro, pari all’80% del fabbisogno degli stabilimenti italiani) è convinto che con un future sul grano duro «anche gli agricoltori potrebbero meglio garantirsi la redditività della coltura e migliorare l’appeal rispetto a colture concorrenti che dispongono già di questi strumenti di copertura. Dall’altro lato, i compratori potrebbero stabilizzare i propri costi e scoraggiare gli speculatori».