loisa Covelli, Il Punto dal settimanale n. 44 (da Dagospia), 9 novembre 2012
Ricordate la maxi-multa comminata dalla Corte dei Conti alle concessionarie delle slot machine? Nel febbraio scorso le dieci aziende (Bplus-Atlantis, Cirsa Italia, Sisal Slot, Lottomatica, Gmatica, Codere, HBG, Gamenet, Cogetech, Snai), selezionate dai Monopoli di Stato (o subentrate successivamente), sono state condannate a pagare 2,5 miliardi di euro come penali per i disservizi negli anni 2004-2006
Ricordate la maxi-multa comminata dalla Corte dei Conti alle concessionarie delle slot machine? Nel febbraio scorso le dieci aziende (Bplus-Atlantis, Cirsa Italia, Sisal Slot, Lottomatica, Gmatica, Codere, HBG, Gamenet, Cogetech, Snai), selezionate dai Monopoli di Stato (o subentrate successivamente), sono state condannate a pagare 2,5 miliardi di euro come penali per i disservizi negli anni 2004-2006. Le concessionarie avrebbero dovuto collegare le macchinette con il cervellone della Sogei, cosa che hanno fatto con grosso ritardo. Il collegamento serviva per una più efficace azione di prevenzione e contrasto dell’uso illegale degli apparecchi, nonché per evitare l’evasione fiscale. Quelle penali sono state sospese in attesa dell’appello. Il Punto ha potuto verificare la linea difensiva dei concessionari. Secondo i quali, la colpa di questo ritardo non sarebbe imputabile alle concessionarie, ma sarebbe causato anche dalle «incapienze delle infrastrutture di telecomunicazione e dei ritardi nelle forniture di connettività». Per quanto si è appreso, quindi, la responsabilità sarebbe imputabile ai fornitori del servizio di connettività (tra cui Telecom Italia SpA) che, ovviamente, tentano di scagionarsi, individuando la causa dei propri ritardi nella mancata, o comunque ritardata, comunicazione degli indirizzi degli esercizi nei quali collocare gli apparati di telecomunicazione. I concessionari inoltre lamentano l’impossibilità di collegare alcune tipologie di apparecchi di slot non conformi, che però corrispondevano a circa il 40 per cento del parco macchine dotato di nulla osta al momento dell’avvio della gestione concessoria. Insomma i gestori se la prendono con la Telecom e con i Monopoli di Stato. «I difetti riscontrati nell’avvio e nella prima attivazione della rete risentono di un’inadeguata progettazione sia delle tecnalità infrastrutturazione, sia del quadro regolatorio» si legge nel documento che Il Punto ha potuto visionare. Insomma un pasticciaccio all’italiana, per il quale sono stati condannati in primo grado dalla Corte dei Conti anche due dirigenti pubblici: l’allora direttore dell’Aams (amministrazione autonoma monopoli di Stato), Giorgio Tino, ora presidente di MobilMat IMEL (istituto di moneta elettronica autorizzato da Bankitalia che lavora nell’online), e il direttore del settore giochi, Antonio Tagliaferri, che ancora lavora ai Monopoli. MENO SOLDI ALLO STATO - Mentre andiamo in stampa l’Aams sta per firmare l’aggiudicazione definitiva delle concessioni per newslot e videolottery. Un settore in grande crescita, tanto che nei primi sette mesi dell’anno queste macchinette hanno sorpassato le entrate dei giochi tradizionali. Il che non è un bene per le casse dello Stato, dato che le slot sono caratterizzate da un più alto "pay out" (ovvero vincite immediate) e una più bassa tassazione. Ecco perché nei primi sette mesi dell’anno il gettito erariale è calato del 10 per cento, mentre il mercato dei giochi è cresciuto del 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011 (secondo l’elaborazione dati a cura del centro studi Automat). «Rispetto alle previsioni di gettito in materia, si registra un differenziale negativo pari a circa 1,2 miliardi di euro per il 2013 ed a circa 590 milioni di euro per il 2014» ha detto il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, alla commissione Finanze della Camera. Inconveniente cui il governo Monti interverrà con la delega fiscale, armonizzando la tassazione tra i diversi tipi di gioco. Le newslot, presenti sul mercato e distribuite sull’intero territorio italiano, sfiorano la cifra di 380mila unità, secondo i dati dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato aggiornati al 21 ottobre. I nulla osta di distribuzione rilasciati dall’Aams sono poco meno di 415mila, contro i 415.024 censiti al 7 ottobre scorso. Scende il numero degli apparecchi in magazzino (3.100 contro i 3.500 della precedente rilevazione). Al 21 ottobre risultano installate 45.277 videlottery, cioè 542 apparecchi in più in 15 giorni. Sono numeri impressionanti, che fanno paura se pensiamo che casino online e poker cash, introdotti a luglio del 2011, seguono a ruota nell’hit parade dei gusti degli italiani. E il 3 dicembre prossimo saranno introdotte anche le slot online (sempre che non vengano bloccate prima da una pioggia di ricorsi). Mentre crescono i siti non autorizzati alla raccolta di gioco. I domini oscurati sono 4.223, una "black list" che si aggiorna di giorno in giorno, dato che gli stessi gestori dei siti (spesso all’estero) mandano ai giocatori una mail per avvisarli del cambio di dominio. CONTRASTARE L’AZZARDO? - Nell’originaria formulazione del decreto Balduzzi, quello dedicato alla riforma della sanità che aveva un intero articolo sul gioco, il governo aveva provato a dare una stretta al mercato delle slot. Ma le misure più severe sono cadute in commissione Affari sociali. Il testo è poi passato alla Camera con la fiducia, che ha bloccato la pioggia di emendamenti. E’ caduto il limite della distanza delle sale giochi da scuole, chiese e centri giovanili. Così come è caduto l’obbligo di usare la tessera elettronica per avviare le slot machine, il che avrebbe escluso fisicamente il gioco ai minorenni (cui appunto queste macchinette sono vietate). Inconveniente cui si vuole ovviare con 10mila controlli programmati alle sale da gioco. Rimangono i limiti per la pubblicità in prossimità di trasmissioni dedicate agli under 18. E rimane l’obbligo di indicare il rischio di dipendenza e la percentuale di vincita per dissuadere i consumatori (un po’ come si fa con le sigarette). La «ludopatia» è entrata nell’elenco delle malattie, ma è saltato il fondo a questa dedicato. LA COMMISSIONE - I giochi d’azzardo, soprattutto quelli online, destano particolare preoccupazione anche nella Commissione europea. Il 23 ottobre Michel Barnier, commissario per il mercato interno e i servizi, ha illustrato il piano dell’Europa per promuovere la cooperazione tra Stati membri per la regolamentazione dei giochi d’azzardo online. Un’attività che all’interno dell’Ue ha una crescita del 15 per cento annuo ed entrate stimate di circa 13 miliardi di dollari entro il 2015. E che vede il preoccupante dilagare di giochi illegali che si appoggiano a siti extraeuropei. Una prima riunione del gruppo di esperti degli Stati membri è prevista per dicembre 2012 mentre, nel 2013, la Commissione organizzerà una conferenza delle parti interessate. In futuro l’Ue adotterà tre regolamenti destinati agli Stati membri: sulla protezione comune dei consumatori, sulla pubblicità responsabile dei giochi d’azzardo e sulla prevenzione e la lotta contro le scommesse relative a partite truccate. Ma la fetta più interessante del gioco fuori dalle sale è costituito dal mobile gaming, appunto il gioco con gli smartphone. Le previsioni per il 2015 parlano di un mercato da 6 miliardi di dollari. Sia l’online classico che quello "mobile" sono due settori ghiotti difficili da controllare.