Elena Dusi, la Repubblica 9/11/2012, 9 novembre 2012
CAMMINATE PER 75 MINUTI E VIVRETE DUE ANNI IN PIÙ
MEGLIO un peccato di gola che indulgere all’ozio. Tra i due sentieri che portano a una lunga vita, quello dell’attività fisica è più efficace di quello della dieta, purché sia percorso a passo svelto e per almeno 75 minuti alla settimana. A tanto infatti ammonta l’esercizio fisico capace di regalare 1,8 anni in più
alla nostra vita.
Camminando per 450 minuti nell’arco di sette giorni (poco più di un’ora al giorno) si può arrivare ancora più lontano, guadagnando 4 anni e mezzo al tempo che ci sarebbe stato assegnato se fossimo rimasti fermi.
E purché l’esercizio fisico sia stato abbondante, anche permettersi uno stravizio a tavola è concesso. I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston e di Harvard che si sono dedicati a quantificare i benefici dello sport, infatti, hanno messo a confronto sportivi più o meno in regola con la bilancia. Ne è emerso che un individuo attivo, anche se leggermente sovrappeso, vive in media 3,1 anni in più rispetto a un magro sedentario. Il divario più ampio in termini di età raggiunta si ha quando si confronta uno sportivo magro con un ozioso obeso: ben 7,2 anni di differenza nella durata della vita. «L’esercizio regolare allunga la sopravvivenza in tutti i gruppi che abbiamo preso in
considerazione: persone che mantengono la linea, in sovrappeso e perfino obese» ha commentato Steven Moore, uno degli autori della ricerca.
Il ruolo benefico dell’attività fisica è tanto grande da uguagliare quasi quello negativo del fumo. In passato è stato infatti calcolato che l’abitudine della sigaretta toglie in media dieci anni di vita. E una ricerca svolta dal Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicata ad agosto sul
British Medical Journal,
aveva individuato fra i fattori che allontanano la vecchiaia una vita sociale intensa, hobby, lavori casalinghi e volontariato. Messi insieme allo sport, questi fattori possono allungare la vita di un 85enne di altri quattro anni.
Anche limitandosi alla sola ricerca di Harvard, appena pubblicata dalla rivista ad accesso libero
Plos Medicine,
costi e benefici dell’attività fisica possono essere soppesati. Se camminare 75 minuti a settimana, ovvero 65 ore all’anno (poco più di 2 giorni e mezzo) basta a guadagnare quasi due anni di vita, il gioco sembra valere la candela. Anche perché i ricercatori americani hanno calcolato i benefici di un’attività fisica piacevole e rilassante come il camminare a passo svelto, in cui il fiato basta a sostenere una conversazione
ma non a cantare, secondo la definizione tecnica. Se lo sport prescelto è invece classificato come “vigoroso” (non si riescono a pronunciare più di poche parole), i vantaggi in termini di vita allungata si raggiungerebbero molto prima. Nelle raccomandazioni degli Istituti Nazionali per la Salute americani, infatti, le 2,5 ore a settimana di camminata rapida consigliate per mantenersi in forma equivalgono a 1,25 ore di esercizio intenso.
Anche se basati su un campione molto ampio (650mila persone con almeno 40 anni di età, seguite per un lasso di tempo che arriva fino a 40 anni), i dati di Harvard sono comunque frutto di un’elaborazione statistica, e vanno dunque considerati
cum grano salis.
Tutte le informazioni
su attività fisica svolta e durata della vita sono state ricavate da sei grandi studi (5 americani e uno svedese svolto dal Karolinska) progettati per calcolare il legame fra stili di vita e rischio di ammalarsi di tumore. Ma come sempre avviene per questi enormi database, che comprendono decine di migliaia di volontari arruolati addirittura per decenni e raccolgono miriadi di dettagli sulla vita quotidiana, ogni ricercatore è libero in seguito di scavare nei dati per estrarne l’aspetto che più gli interessa. In questo caso è toccato all’esercizio fisico, e al raffronto fra i suoi benefici e quelli della dieta.
Un dato che sembra comprovato al di là di ogni dubbio sui limiti della statistica è poi quello che lega l’esercizio fisico alla salute del cervello. Il primo novembre
sul giornale dell’American Heart Association è uscito solo l’ultimo fra le decine di studi che indicano come camminare, pedalare, nuotare o andare in palestra mantengano il cervello ben irrorato di sangue, prevenendo la degenerazione delle cellule e allontanando il rischio
di ammalarsi di demenza del 40 per cento. Per chi come motivazione non trova sufficiente il benessere che segue a una bella camminata, da oggi c’è la forza dei numeri a convincerlo che indossare le scarpe da ginnastica ha i suoi vantaggi.