L. Ber., Corriere della Sera 09/11/2012, 9 novembre 2012
SEI RAGAZZI SU DIECI DISPOSTI AD ACCETTARE QUALSIASI TIPO DI LAVORO
Pragmatici. Perché hanno già capito che il mondo — soprattutto quello del lavoro — è cambiato. Ed è per questo che quella frase del ministro del Lavoro Elsa Fornero — «Non bisogna essere mai troppo "choosy" (schizzinosi, ndr), meglio prendere la prima offerta e poi vedere da dentro e non aspettare il posto ideale» — ecco, quella frase, non ha scandalizzato più di tanto i ragazzi delle scuole secondarie superiori. Tanto che quasi sei su dieci (il 57%) si dichiarano «vicini» a quelle parole. La stessa percentuale, poi, sostiene «di essere disposto ad accettare qualsiasi tipo di lavoro». Almeno agli inizi. L’orientamento è quello del «buon senso: i giovani dicono che oggi non occorre essere idealisti, né troppo ancorati ai desideri».
È, questo, uno dei risultati più importanti del primo sondaggio dell’Istituto GFK Eurisko a cui l’Osservatorio permanente Giovani-Editori, guidato dal presidente Andrea Ceccherini, ha affidato il compito di realizzare ogni settimana una ricerca sui grandi temi di attualità del momento. L’obiettivo: «Scattare una fotografia istantanea sull’opinione maturata dai ragazzi italiani sui grandi fatti e sulle grandi scelte al centro dell’agenda civile e politica nazionale».
Altri dati. Quasi nove alunni su dieci sono intenzionati a iscriversi all’università prima di entrare nel mondo del lavoro. Mondo che sentono ancora lontano, tant’è che soltanto quattro su dieci hanno una vaga idea dell’attività che vorrebbero svolgere. Quando però si tratta di giudicare il ruolo della scuola, i giovani si dividono: il 52% sostiene che la scuola aiuta «molto» o «abbastanza» l’ingresso nel mondo del lavoro.
I sondaggi si inseriscono nella nuova iniziativa dell’Osservatorio, giunta alla sua tredicesima edizione con il progetto «Il Quotidiano in classe» che coinvolge più di 2 milioni di studenti delle scuole secondarie superiori italiane. Dal 29 ottobre sul portale www.ilquotidianoinclasse.it — in collaborazione con i siti internet di Corriere della Sera (corriere.it), Il Sole 24 ore (ilsole24ore.com) e quotidiano.net — i giovani possono dire la loro. Perché si tratta di una generazione, secondo il presidente Andrea Ceccherini, «che nel nostro Paese non ha mai avuto voce e che si sente fuori da tutto».
Oltre alla lettura in classe di più giornali, quindi, il confronto continua sul web: sul portale i ragazzi — «stuzzicati» da giornalisti-blogger delle tre testate — possono rendere pubblica la propria opinione e metterla a confronto con quella dei coetanei.
L. Ber.