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 2012  novembre 09 Venerdì calendario

LA GERMANIA ESPORTA I SUOI ANZIANI

[Vengono mandati in Slovacchia, Ungheria e anche in Polonia] –
Il mio direttore alla Stampa di un tempo, il mitico Giulio De Benedetti, aveva vietato la parola «vecchio». Si doveva scrivere «un passante di novant’anni», se fosse vecchio o no lo avrebbero deciso i lettori. Il direttore aveva il triplo della mia età, ma anche allora pensavo che non avesse torto.
Non si dovrebbe scrivere neanche un ragazzo di trent’anni, come continuo a leggere.
I tedeschi non hanno il tabù della vecchiaia, mentre noi ignoriamo il problema. Decidono di ritirarsi in un residence per anziani, un Altenheim, magari appena vanno in pensione, a 60 anni. Vivono meglio tra coetanei, e sono assistiti a un prezzo variabile. Abbastanza caro se si è incapaci di badare a se stessi. Già dal 1995, è stata istituita la Pflegeversicherung, il gioiello del sistema sociale tedesco, l’assicurazione contro l’invalidità. Gli inabili sono in Germania 1,8 milioni, quasi come da noi, ma continuano ad aumentare man mano che la popolazione invecchia. Assisterli, per una famiglia, è un compito spesso al di là delle possibilità, umane ed economiche. E si può finire paralizzati da giovani per un incidente.
Per coprire i costi si versa l’1,7% dello stipendio, per metà a carico del datore di lavoro. Chi non ha figli paga lo 0,25% in più, versato però dall’azienda. In sintesi, l’assicurato può scegliere di essere assistito a casa, come preferiscono i due terzi, o in un centro anziani. Se l’assistenza viene fornita dai familiari, viene pagato loro un contributo che varia dai 400 ai 665 euro, con misure straordinarie fino a 1.432 euro, a seconda della gravità dell’handicap.
Nel 2010, l’assicurazione ha incassato 15 miliardi di euro, con un attivo di appena 334 mila euro. E ci si può assicurare anche privatamente: un uomo sui 30 anni paga tra i 5 e i 28 euro al mese, a seconda delle garanzie richieste; una donna tra gli 8 e i 43. Ma non tutti si sono assicurati in tempo, i costi continuano a salire, e molte famiglie non riescono più a fronteggiare la situazione.
Che fare? «Der Oma-Export», titola la Süddeutsche Zeitung, l’export delle nonne. Invece di assumere badanti in Sud America o nei paesi dell’Europa orientale, si comincia a «esportare» i vecchietti. E se avessi usato quest’espressione con Giulio De Benedetti avrei rischiato il licenziamento, allora possibile. Si trova una sistemazione all’estero per i familiari di una certa età che hanno bisogno di un aiuto costante. Con cinismo? Diciamo, con pragmatismo. Nei casi di demenza senile o di Alzheimer, il parente, la madre o il nonno, non si rende conto neanche dove si trova, scrive la Welt am Sonntag. Quel che conta è che il personale sia gentile ed efficiente.
Di recente, anche in Germania, sono stati denunciati casi di maltrattamento negli Heim, pagati dalle famiglie o dall’assicurazione. Per avidità, o anche per fare fronte ai costi crescenti, si comincia a risparmiare sul personale, costretto a turni spossanti. Alla fine, i nervi cedono, e si tratta male l’anziano. Oppure, semplicemente, sempre per pagare meno, si assumono persone impreparate. Nei casi di invalidità totale, Stufe 3, il livello più alto, le rette sfiorano i 3 mila euro al mese, ma non basterebbero a pagare il costo di un’assistenza soddisfacente. Se il familiare viene assistito a casa, il peso finisce sulle donne, e molte, tra i figli piccoli, il lavoro e le cure della famiglia, non ce la fanno a resistere, anno dopo anno. Inoltre la famiglia tradizionale è scomparsa, e spesso figli e nipoti, se ci sono, abitano in altre città. Qualche politico pensa di rendere la Pflegeversicherung obbligatoria, ma forse la legge sarebbe anticostituzionale.
Gli anziani tedeschi vengono così mandati nella vicina Slovacchia, o in Ungheria, nella Repubblica Ceca, in Polonia. O perfino in luoghi più distanti, come la Spagna. E alcuni finiscono persino in Thailandia. In Slovacchia, un’assistenza 24 ore su 24 arriva a costare al massimo 1.200 euro al mese che, in parte o in tutto, sono coperti dalle pensioni degli assistiti. Molti benpensanti non saranno d’accordo, ma quali misure a favore degli anziani esistono da noi? Nella realtà quotidiana, non sulla carta.