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 2012  novembre 08 Giovedì calendario

Caro Gianfranco, i fascisti sputano Berlusconi no - Con Gianfranco Fini ho un contenzioso aperto che già mi disturba e non vorrei che le mie parole fossero equivoca­te e inas­prissero ulteriormente i no­stri rapporti

Caro Gianfranco, i fascisti sputano Berlusconi no - Con Gianfranco Fini ho un contenzioso aperto che già mi disturba e non vorrei che le mie parole fossero equivoca­te e inas­prissero ulteriormente i no­stri rapporti. Desidero soltanto dir­gli che l’episodio di lunedì, nella cir­costanza del funerale di Pino Rauti, mi ha turbato ma non stupito. Non più di tanto perché sono abbastan­za vecchio per ricordare come agi­vano i fascisti nel ’ 68 e dintorni, e ab­bastanza giovane per non aver vi­sto all’opera i loro genitori nel ven­tennio del Duce (sì, maiuscolo), ma ne conosco le imprese. Mi pare che tra le due generazio­ni c­i sia una continuità di comporta­menti non lodevole. Cosicché, quando il presidente della Camera è giunto in chiesa per assistere alle esequie del famoso camerata, ed è stato accolto nel modo che ho potu­to constatare in tivù, ho avuto la conferma dei miei sospetti: i fasci­sti cambiano la camicia, ma non perdono il vizio neppure se indos­sano quella bianca, che è di moda. Dal che si deduce: l’ex segreta­rio del Msi, poi presidente (nonché fondatore) di Alleanza nazionale, fece benissi­moasuotempoaprendereledistan­ze da loro e a tentare di dar vita a un partito aperto alla modernità, non violento, educato, amico di Israele e del popolo ebraico, non ostile agli omosessuali: insomma un partito normale, rispettoso dell’etichetta democratica, in grado di confronta­re le proprie idee con quelle altrui. Credo, inoltre, che Fini avesse scelto la strada giusta, nel 2008, unendosi a Forza Italia per dare cor­po e sostanza al Pdl. L’errore sem­mai è stato quello di contrapporsi con astio a Silvio Berlusconi senza tentare di trovare un’intesa, ciò che ha provocato non solo una rottura tra i due, ma anche la rovina del cen­trodestra del quale, ora, Gianfranco sarebbe stato il leader indiscusso. Un vero peccato che questi e il suo ri­valeno­nsianoriuscitiadaccantona­re i loro livori: per avere tutto, hanno distrutto tutto, anche se stessi. Il Cavaliere ha i propri torti, ma converrà, Fini, che tra i propri conte­statori al funerale di Rauti non c’era neancheunesponentediquantoèri­masto del Pdl. Le urla e gli sputi (per tacere degli insulti) sono venuti sol­tanto dei camerati di risulta. I berlu­sconiani non saranno capaci di me­nare il torrone in politica, ma nem­meno di menare le mani. Non fosse che per questo, la terza carica dello Stato li dovrebbe apprezzare e forse rimpiangere.