Gabriele Villa, il Giornale 6/11/2012, 6 novembre 2012
La famiglia che sembra Dallas Dal lanificio al colosso fashion - Questione di lana. Non proprio caprina, a guardare le accuse nelle quali la famiglia più tessile d’Italia sarebbe incespicata, secondo le conclusioni cui è giunta la Guardia di Finanza
La famiglia che sembra Dallas Dal lanificio al colosso fashion - Questione di lana. Non proprio caprina, a guardare le accuse nelle quali la famiglia più tessile d’Italia sarebbe incespicata, secondo le conclusioni cui è giunta la Guardia di Finanza. Un po’ la Dynasty o la Dallas di casa nostra, la popolosa e variegata Marzotto family, visto che sceneggiatura, protagonisti e comprimari ci sono proprio tutti: dalla mondina diventata contessa, alle Opa, dai matrimoni sfarzosi, ai divorzi economici, financo allo scapolo d’oro. Una famiglia da saga, o una saga da famiglia, dunque, dato che tutto cominciò nel 1836: Lanificio Luigi Marzotto e Figli,un’impresina a conduzione familiare, con 12 operai, affiancata da un mulino per la macinatura del gesso che per una cinquantina d’anni fu, in realtà, l’attività principale. L’anno della prima svolta è il 1842 quando a dirigere il lanificio subentra Gaetano Marzotto, la fabbrica cresce, nel 1869 si impiantano innovative turbine e nel 1876 il numero degli operai sale a 400. Siamo agli inizi del Novecento e la Marzotto può già contare su due stabilimenti con 1700 dipendenti. Tocca ad un industriale illuminato come Gaetano Marzotto imprimere un’altra accelerazione. L’industria e il paese di Valdagno sono legati a doppio filo e quindi, crescendo la fabbrica ecco che Gaetano ( figlio di Vittorio Emanuele) vuol far crescere anche il paese con la realizzazione della «Città sociale»fornendo le case agli operai e le ville ai dirigenti. Non solo: il villaggio operaio aveva asilo, scuole, ospedale, casa dei balilla, casa di riposo, panificio e fattoria modello. Per lo svago vi era il dopolavoro e il teatro, per i piccoli la colonia estiva sulle Dolomiti e a Marina di Venezia, per gli adulti l’albergo sul monte Albieri. Funziona tutto e comincia a funzionare ilprimo straordinario gossip, per la gioia dei rotocalchi, perché spunta Marta Vacondio, figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina. Comincia, Marta, a lavorare giovanissima, lei stessa in Lomellina come mondina, poi come apprendista sarta e in seguito come modella presso la sartoria delle sorelle Aguzzi, di Milano. E nell’ambiente della moda, all’inizio degli Anni Cinquanta, conosce il conte Umberto Marzotto, comproprietario dell’azienda. Dopo due anni di fidanzamento i due si sposano il 18 Dicembre 1954 e dalla loro unione nascono cinque figli: Paola, Annalisa, Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo. Ma Marta Marzotto dalla fine degli Anni Sessanta e per i vent’anni successivi diventerà la musa ispiratrice nella pittura e la compagna nella vita privata di Renato Guttuso oltre che animatrice di salotti, stilista e disegnatrice di gioielli. Torniamo alle relazioni industriali. Pietro Marzotto, dal 1972, preme per la diversificazione nel tessile, con l’acquisizione di Bassetti, con il Lanificio e Canapificio Nazionale, Lanerossi, Gabello. Quindi la Marzotto firma l’accordo di collaborazione col Gruppo Schneider, importante partner internazionale nella pettinatura di lana e delle fibre nobili che prevede la realizzazione di una joint venture produttiva per la lavorazione di pettinatura di lane, partecipatada Marzotto al 30 per cento con sede in un nuovo stabilimento in Egitto. E, dal 1991, persino la tedesca Hugo Boss, tra i leader nell’abbigliamento maschile, diventa tra i principali clienti dei tessuti del gruppo. Il colpo grosso è di qualche anno dopo: il più bel nome della moda italiana, Valentino arriva nel portafoglio del gruppo Marzotto nel 2002: a cedere è la HdP di Maurizio Romiti, che l’aveva rilevata da Valentino Garavani e dal socio Giancarlo Giammetti per 540 miliardi di lire. Nel Luglio 2005 la famiglia Marzotto spinge sulla quotazione in Borsa di Valentino Fashion Group, puntando tutto sul richiamo e sul glamour dello stilista. È una vittoria di Matteo Marzotto, 46 anni,l’impenitente ma dinamico scapolo d’oro di famiglia, che ogni due anni e, a volte, anche prima, cambia fidanzata ma che cavalca però cause nobili come quella per far conosceree combattere la fibrosi cistica che a 32 anni si portò via sua sorella Annalisa. Matteo Marzotto stoppa critici e detrattori precisando che nel 2002 il fatturato della Maison Valentino era di 128 milioni di euro con una perdita di 40 milioni, mentre nel 2007 i ricavi erano saliti a 250 milioni, con un utile del 10 per cento. Il resto è quasi storia di oggi.