Andrea Cuomo, il Giornale 6/11/2012, 6 novembre 2012
Ingroia senza pudore: «Sono di sinistra» E apre alla candidatura - Ha le valigie pronte per il Guatemala
Ingroia senza pudore: «Sono di sinistra» E apre alla candidatura - Ha le valigie pronte per il Guatemala. Eppure Antonio Ingroia, fondatore di Magistratura Turistica, non è mai stato così dentro le cose italiane. Firma gli ultimi atti, rilascia interviste, «s’indigna e s’impegna». Fa perfino outing sulle sue preferenze politiche. Intervistato dal Corriere della Sera , il procuratore aggiunto di Palermo lo dice chiaramente: «Io mi considero parte di quel mondo (la sinistra, ndr ) dal quale mi sento un po’ tradito per la storia che la sinistra ha avuto, da Pio La Torre a Enrico Berlinguer ».Notate l’uso del tempo presente. Ingroia, insomma, è ancora di sinistra. Semmai, è la sinistra che si è spostata, prendendo a criticarlo a tutto spiano quando ha sentito profumo di eresia. «Mi viene un sospetto: che queste critiche, più che dai miei comportamenti o dai presunti errori derivino dal fatto che con l’inchiesta sulla trattativa ( Stato-mafia, ndr ) siamo andati fuori linea. Se le indagini seguono una certa direzione e resti vicino ai desiderata di una certa parte politica allora è tutto a posto; se invece deragli dalla linea, pretesa o presunta che sia, allora vieni attaccato». Insomma, finché l’attacco è a Berlusconi la sinistra applaude, quando si tocca Napolitano la sinistra esce dalla sala fischiando. Sai che novità. Ricapitoliamo: Ingroia è di sinistra, ma essendo un magistrato a cui interessa solo «l’accertamento dei fatti, in qualunque direzione portino », fa ciao ciao al Pd- che gli faceva le fusa tempo fa - e strizza l’occhio ai grillini. Non è un segreto l’ipotesi che il magistrato siciliano possa diventare il candidato premier del non più fantapolitico Partito della Magistratura, composto dall’eterogeneo rassemblement di grillini, dipietristi, travaglini, partito dei sindaci, varie e pure eventuali. Qualcuno scherzando ipotizza che i bagagli che seguiranno Ingroia in Centroamerica saranno piuttosto leggeri, e che il biglietto di ritorno sia già stato prenotato. Obiettivo, essere in Italia quando la campagna elettorale entrerà nel vivo, ammesso che ora sia nel morto. Lui, il procuratore aggiunto di Palermo in procinto di diventare capo dell’unità di investigazione e analisi criminale dell’Onu (la cui attività non deve essere poi così urgente, se è vero che l’arrivo del magistrato siciliano in Guatemala è stato più volte rinviato), non ammette ma lascia la porta aperta. A Giovanni Bianconi, che gli domanda se vale ancora il «mai dire mai» al suo ingresso in politica (ma sarebbe meglio dire: ingresso nell’antipolitica), risponde così: «Quello vale per tutti, compresi i magistrati in partenza per il Guatemala». Anche se definisce gli scenari che lo vogliono candidato premier «fantasie giornalistiche che al momento non hanno nulla di concreto».Non serve il decoder per capire che quell’ «al momento », vista la fluidità dell’intero sistema politico italiano, vale quasi come un’ammissione. Anche perché ieri le agenzie dettavano un’altra esternazione: «Il non essere più in determinate indagini incandescenti mi libera di più le mani per potere intervenire più apertamente su certe cose. E lo farò con un blog e una rubrica sul Fatto quotidiano che si intitolerà “Diario dal Guatemala”». Dacci oggi il nostro Ingroia quotidiano. Naturalmente Ingroia in politica preoccupa e sconcerta molti. Daniela Santanché (Pdl) definisce la possibile discesa in campo del magistrato «un peccato per l’Italia». «Elezioni più vicine, magistrati ex o in servizio ai nastri di partenza. Il partito della giustizia non fa primarie, ma non nasconde le mosse future», è l’analisi di Antonio Leone, vicepresidente del Pdl alla Camera. Apocalittico Riccardo Nencini del Psi:«Un’alleanza Grillo-Di Pietro con Ingroia premier alle prossime elezioni? Consiglio ai miei figli, ne ho due maggiorenni, di cambiare cittadinanza, e io li seguirei subito dopo ». Magari non in Guatemala.