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 2012  novembre 06 Martedì calendario

Quando Scola dava lezioni al Cavaliere - È una giornata non troppo fred­da a metà degli anni Settanta, il Pci è al massimo della sua forza elettorale, Sil­vio Berlusconi ha trentanove anni e non è ancora stato nominato Cavaliere, ma è già un importante immobiliarista mila­nese col quartier generale nella villa di via Rovani, una delle zone residenziali più belle della città

Quando Scola dava lezioni al Cavaliere - È una giornata non troppo fred­da a metà degli anni Settanta, il Pci è al massimo della sua forza elettorale, Sil­vio Berlusconi ha trentanove anni e non è ancora stato nominato Cavaliere, ma è già un importante immobiliarista mila­nese col quartier generale nella villa di via Rovani, una delle zone residenziali più belle della città. La voglia di crescere rimane tanta. Tra i professori che arriva­no a parlare di filosofia a lui e alla sua squadra di manager c’è il giovane don Angelo Scola,l’attuale cardinale e arcive­scovo di Milano. A mettere in contatto i due è stato colui che tutti chiamano don Gius. Don Luigi Giussani è un sacerdote brianzolo che insegna Introduzione alla filosofia all’Università Cattolica, con un gran seguito di studenti. Parla dei cristia­ni che devono essere attivi nel mondo e non solo nelle sacrestie, cose rivoluzio­narie per quegli anni non ancora emersi dal clericalismo preconciliare. Il suo mo­vimento è uscito dall’Azione cattolica e ha preso il nome di Comunione e libera­zione. Silvio Berlusconi era rimasto col­pito da quel prete e aveva voluto cono­scerlo. Ogni tanto andava a trovarlo e tra i due era nato un rapporto di stima reci­proca. E veniamo al professor Angelo Scola. È un giovane sacerdote dai capelli rossi che ha lasciato da poco la guida di Clu, gli universitari di Comunione e liberazio­ne. Trentaquattro anni, ordinato prete quattro anni prima, allievo di don Gius­sani, promettente ricercatore di Filoso­fia e teologia, ha da poco incontrato a Fri­burgo il professor Joseph Ratzinger. In­sieme con lui e con altri teologi come Hans Urs von Balthasar e Henri de Lu­bac, fa parte del gruppo di Communio , la rivista nata dopo il Concilio Vaticano II per sostenere la riforma e l’apertura del­la Chiesa senza la rottura con la tradizio­ne. Dal 1972 dirige l’Istra,l’istituto di stu­di per la transizione, a cui si rivolge Berlu­sconi su suggerimento di don Giussani. Sta per andare a Roma, a insegnare An­tropologia teologica alla Pontificia Uni­versità Lateranense. Diventerà vescovo e cardinale. È in questo frizzante clima pieno di at­tese che accade ciò che nella puntata di Report di domenica scorsa è raccontato con qualche imprecisione da Marco Pal­misano, ex membro dei memores Domi­ni di Cl, dirigente Mediaset e presidente del Club Santa Chiara. E cioè che Scola è uno degli intellettuali che va a tenere una lezione all’imprenditore Berlusco­ni e ai suoi manager, tra cui Marcello Del­l’Utri e Fedele Confalonieri. Il portavoce del cardinale Scola, don Davide Milani, precisa alcune informa­zioni fornite da Palmisano nel servizio tv: «In una giornata tra l’autunno del 1975 e la primavera del 1976 l’allora don Angelo Scola, come era solito fare in di­versi ambiti ecclesiali e laici, intervenne per una lezione su temi di Filosofia e an­tropologia nell’ambito di un ciclo di in­contri organizzato dall’imprenditore Sil­vio Berlusconi per l’aggiornamento dei manager suoi collaboratori». Tra gli altri professori citati nel servi­zio il filosofo Rocco Buttiglione, presi­dente dell’Udc. E poi Roberto Formigo­ni, che in quegli anni ha fondato il Movi­mento popolare, nato per portare lo spi­rito di Cl nell’attività politica. A turno fan­no la prolusione a questi seminari che servono a dare una formazione di cultu­ra politica a una ventina di collaboratori di Berlusconi,come l’imprenditore ave­va chiesto a don Giussani. La puntata di Report era dedicata a Ro­berto Formigoni ed è servita da spunto anche a un nuovo assalto della Lega, che punta a prendere la guida della Lombar­dia. «L’inchiesta sulla Regione Lombar­dia trasmessa da Report mi rafforza nella convinzione che il prossimo governato­re dovrà usare la ramazza e fare pulizia a partire dai piani alti del Pirellone» scrive Roberto Maroni su Facebook. Persone vicine a Formigoni fanno sapere che lui non si è riconosciuto nella ricostruzio­ne. E la sua personale protesta è arrivata con un tweet: « Report­Gabanelli, attac­co vergognoso a Cl. Su di me tutte storie vecchie già dimostrate false. Comunque pagherai i danni».