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 2012  novembre 05 Lunedì calendario

Il Cav agli italiani: «Scusate, non ce l’ho fatta» - Normalmente i politici le chiedono, non le offrono agli elet­tori

Il Cav agli italiani: «Scusate, non ce l’ho fatta» - Normalmente i politici le chiedono, non le offrono agli elet­tori. Questa volta, invece, Silvio Berlusconi ribalta lo schema, e pur invocando le attenuanti lega­te alla crisi economica e alla tem­pesta finanziaria, rivolge le pro­prie scuse agli italiani. «Pensavo di chiedere scusa agli italiani perché non ce l’ho fatta» dice il presidente del Pdl nell’ulti­mo libro di Bruno Vespa, «Il Palaz­zo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo» in uscita da Mondadori Rai Eri. Il riferimento è al mancato raggiungimento degli obiettivi promessi, dovuto a vari fattori ri­cordati di recente. In primis la cri­si economica innescata dalla bol­la immobiliare americana, ma an­che l­a speculazione internaziona­le che ha scommesso contro la te­nuta del nostro Paese. Senza di­menticare l’influenza esercitata dalla Germania sui tavoli europei. Un combinato disposto che lo ha costretto a fare un passo indietro e a favorire il passaggio di consegne a Mario Monti. «La crisi ha cancel­lato i nostri sforzi, anche se noi ab­biamo lasciato la disoccupazione al punto più basso degli ultimi vent’anni», spiega l’ex premier ri­cordando, tuttavia, come il suo go­ver­no sia riuscito a rendere più ac­cettabile il morso della recessio­ne. «Abbiamo garantito la pace so­ciale negli anni più duri della crisi. Abbiamo impiegato 38 miliardi in ammortizzatori sociali. Abbiamo tagliato le spese ai ministeri con la prima vera spending review e at­tuato il più grande stanziamento sulla cassa integrazione della sto­ria italiana». Ma al di là delle le perturbazioni economiche che hanno fatto salta­re i piani del suo governo, Berlu­sconi non rinuncia a guardare al futuro. È vero che ha pensato di non entrare in Parlamento? chie­de Vespa. «Sì, è vero anche se sto ricevendo pressioni da tutti i miei di restare in campo come padre fondatore del movimento». In ogni caso «il passo indietro è stato fatto per ricompattare i modera­ti ». «Ho rinunciato a correre a Pa­lazzo Chigi perché alcuni leader del centrodestra sono afflitti da un vero complesso nei miei con­fronti. Senza di me sarà più facile ricompattare gli elettori dell’area moderata dentro una sola coali­zione. È l’unico modo per battere la sinistra». Dalla generica battuta sui lea­der che soffrono di un «comples­so » nei suoi confronti, si entra poi più nel dettaglio. «Casini non può tradire una vocazione moderata. Casini non può tradire una tradi­zione di alternativa alla sinistra, che risale appunto alla vittoria dei democristiani e dei moderati nel ’48». Per quanto riguarda Luca Cordero di Montezemolo il suo posizionamento politico non è in discussione: «È scontato che il suo movimento faccia parte del centrodestra». Dal centrodestra al Pdl, Berlu­sconi smentisce chi lo accredita di freddezza nei confronti delle pri­marie. «Saranno un evento stori­co non perché saranno le prime nella storia del nostro movimen­to, ma perché dovranno scegliere il successore di Berlusconi. Un confronto aperto, libero, di alto profilo politico, di personalità del nostro movimento che vogliano segnalarsi come protagonisti, che portino avanti la tradizione e i va­lori della nostra rivoluzione libera­le, che risveglino lo spirito del ’94 per salvare il Paese e impedire che governi la sinistra».Il tutto accom­pagnato da un attestato di stima e un colorito elogio nei confronti del segretario del Pdl. «Alfano è il miglior protagonista oggi in circo­lazione, il miglior “figo del bigon­cio”, come si usa dire. Non soltan­to per le sue doti di intelligenza, ma anche per la sua correttezza e lealtà. Angelino è preparato, è co­raggioso, è uno che mantiene la parola data». Alfano - chiede Ve­spa - ha recuperato quel quid di cui gli contestava la mancanza? «Non ho mai affermato nulla del genere - replica il presidente del Pdl - . All’inizio smentivo tante di­chiarazioni fasulle che mi veniva­no attribuite tra virgolette, poi mi sono arreso». Qualcuno sostiene, chiede ancora Vespa, che dopo il suo intervento a villa Gernetto la leadership del segretario si sia in­debolita. Non è più difficile ripren­dere un dialogo con l’area di cen­tro che sta faticosamente forman­dosi? «Questo qualcuno- dice Ber­lusconi - sbaglia di grosso. Alfano è il nostro segretario a pieno titolo e con il sostegno di tutti, e sarà lui a prendere gli accordi con le altre componenti del centrodestra. Se metteranno giudizio».