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 2012  novembre 05 Lunedì calendario

Vi svelo le manovre della lobby di Casaleggio - Caro direttore, era il 5 maggio 2009 e io ­ candidato indipendente con l’IdV al Parlamento europeo-ri­lasciai al Giornale un’intervista in cui affermavo letteralmente che l’Idv era un partito pieno di banditi, che andavano cacciati a pedate

Vi svelo le manovre della lobby di Casaleggio - Caro direttore, era il 5 maggio 2009 e io ­ candidato indipendente con l’IdV al Parlamento europeo-ri­lasciai al Giornale un’intervista in cui affermavo letteralmente che l’Idv era un partito pieno di banditi, che andavano cacciati a pedate. No­ta bene: lo dicevo il 5 maggio, cioè «prima» del voto (6 e 7 giugno), con­sapevole di farmi i, il Giornale 5/11/201molti nemici non soltanto all’interno del partito con cui mi ero candidato,ma anche in tut­ta l’area ( stampa, magistratura, asso­ciazioni) a esso«collaterale»,in alcu­ni casi in buona fede, in molti altri no. Il giorno della pubblicazione di quella intervista, ecco, puntuale, la telefonata. Non di Di Pietro, ma di Grillo. Di Pietro mi chiamò, lamen­tandosi della «inopportunità» delle mie parole, ma lo fece subito dopo il comico genovese. Grillo mi disse che non avrei dovuto parlare di que­gli argomenti, men che meno con il Giornale . Ovviamente, come sa chi mi cono­sce un po’, né Grillo né Di Pietro mi impressionarono più di tanto. Anzi, diciamo che non mi fu difficile zittir­li, portando esempi concreti di «ban­ditismo dei Valori » che i due conosce­vano benissimo e che dimostravano quanto fosse fondata la mia denun­cia del doppiopesismo e dell’ipocri­sia sui quali essi lucravano moral­mente, politicamente ed elettoral­mente. Non ce n’era bisogno - poiché la mia stroncatura elettorale era stata decisa fin dall’inizio dalla premiata ditta Casaleggio (che gestiva contem­poraneamente forma e contenuti del blog di Grillo, di Di Pietro e del­l’Idv) - ma così facendo firmai la mia condanna. Non solo non fui eletto per un paio di centinaia di voti, ma al momento delle«opzioni»il duo Alfa­no Sonia-De Magistris Luigi, obbe­dendo al diktat del padrone, scelse in maniera tale da tenermi fuori, così da far scattare il candidato sardo Ug­gias (sì, uno dei Batman dell’Idv, og­gi indagato per peculato), noto an­che per essere il difensore del fotogra­fo Zappadu ( quello delle foto rubate degli ospiti di Berlusconi a Villa Cer­tosa). Questo non è un racconto «vendi­cativo » di una persona «tradita». Avrebbe potuto esserlo, se avessi det­to queste cose solo oggi. Invece le ho dette «prima», addirittura durante la campagna elettorale (nessun «mat­to » ha fatto una cosa del genere dalle elezioni del 1948 a oggi) e non una volta soltanto. Il 7 maggio 2009, per esempio, a Ferrara mi capitò una cosa simile e ancor più singolare.Parlavo di liber­tà d­i stampa e con me c’erano De Ma­gistris e Nanni ( sì,l’altro Batman del­l’Idv dell’Emilia Romagna, anch’egli indagato per peculato). Mi permisi di criticare Santoro e le finte batta­glie dei «paladini» della libera infor­mazione. Nanni si agitava sulla seg­giola, De Magistris addirittura insor­se. Io lo mandai al diavolo. Lui si giu­stificò così: «È che poi Di Pietro, Gril­lo e Travaglio chiamano me e rompo­no le palle a me per le cose che dici tu!». Incredibile, De Magistris mi sta­va dicendo che lo avevano messo a fa­re il mio cane da guardia. Due giorni dopo, a Pescara, incontrai Travaglio e gliene chiesi conto. Messo alle stret­te, Travaglio mi mostrò un sms sul suo cellulare: era De Magistris che lo avvertiva: «Vulpio sta attaccando Santoro, ma io mi sono dissociato». Potrei continuare. Su Vendola, per esempio, del quale Grillo, Di Pietro e De Magistris sono diventati alleati nonostante ne conoscessero le im­prese di malgoverno. Ma credo che possa bastare, per ora. Altrimenti il Giano bifronte Grillo/Casaleggio po­trebbe rilanciare: Di Pietro non più al Quirinale, ma direttamente al ver­tice dell’Onu.