Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 08/11/2012, 8 novembre 2012
VENDESI SERENISSIMA DISPERATAMENTE
[All’asta quote delle camere di commercio venete. Base a 48 mln] –
Fuga dall’autostrada. Un nutrito drappello di azionisti veneti ha deciso di uscire dalla Serenissima. Un’operazione che segue a stretto giro di posta quelle già messe in cantiere in passato dal altri soggetti. Stavolta a preparare l’addio all’A4 Holding, la società concessionaria del tratto autostradale che va da Brescia a Padova, sono quattro camere di commercio: Verona (titolare dell’1,58% delle azioni), Padova (1,42%), Venezia (1,24%) e Vicenza (1,13%).
Complessivamente, quindi, si tratta di un pacchetto del 5,37%, che viene messo all’asta per 48.282.210 euro, in pratica 510 euro ad azione. I documenti dell’avviso, appena predisposto, stabiliscono che «è consentita la presentazione di offerte per quantità di azioni inferiore al totale complessivo di alienazione, purché tale quantità non sia inferiore al numero minimo di 10 mila azioni».
Di sicuro la mossa delle quattro camere di commercio venete è in grado di regalare un altro scossone all’azionariato della A4 Holding, al momento presieduta da Attilio Schneck e guidata dal consigliere delegato Rino Mario Gambari. Gli azionisti di maggioranza della società, infatti, sono Intesa Sanpaolo, e il general contractor Astaldi, presieduto da Paolo Astaldi. Nei mesi scorsi i due soci hanno costituito una newco, la A.I.2 srl, che in base ad accordi intercorsi tra le parti è destinata a salire a poco oltre il 50% della spa che gestisce l’autostrada.
Ma sempre nei giorni scorsi è emersa l’intenzione di vendere quote detenute nella Serenissima anche da parte della Milano Serravalle, società che ha in concessione l’omonimo tratto autostradale della A7. Quest’ultima, controllata dalla provincia di Milano per il tramite della holding di partecipazioni Asam, vorrebbe cedere il suo pacchetto del 4,9%, sperando di ricavarne grosso modo 45 milioni di euro.
Insomma, pare proprio che la compagine azionaria della Serenissima non conosca pace. Anche i due maggiori azionisti, infatti, sono da tempo alla ricerca del modo migliore per razionalizzare partecipazioni al momento a dir poco ramificate. Proprio per questa ragione è stata costituita la A.I.2, i cui principali pacchetti al momento fanno capo ad Astaldi (71,7%) e a Infra (22,2%). Quest’ultima è una holding da ricondurre per il 90% a Intesa Sanpaolo, del consigliere delegato Enrico Tommaso Cucchiani, e per il 10% al medesimo Gambari, probabilmente ancora per poco consigliere delegato della A4 Holding, considerato il vorticoso cambiamento degli equilibri all’interno della società autostradale. Ma anche considerata la possibilità che lo stesso Gambari ceda la sua partecipazione all’interno di Infra (detenuta per il tramite della società Invester).
La A4 Holding, ad ogni buon conto, ha fatto registrare un fatturato consolidato 2011 di 672,6 milioni di euro, in aumento rispetto ai 491,3 milioni di euro del 2010. L’incremento, spiega l’ultimo bilancio approvato, è dovuto fondamentalmente al consolidamento integrale del comparto Tlc-It, che a partire dal primo gennaio 2011 ha determinato un incremento dei ricavi della gestione caratteristica di 124,2 milioni rispetto al 2010. Il contributo restante è arrivato dall’aumento degli introiti lordi da pedaggio (per un importo totale di 36,8 milioni), dall’incremento della attività di costruzione, soprattutto in ambito autostradale. L’utile consolidato è stato di 18,6 milioni, mentre il 2010 si era chiuso con una perdita di 121,8 milioni.