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 2012  novembre 05 Lunedì calendario

LA CENA DEI BIG: QUI LA “CHIACCHIERA” DECIDE DEL PAESE

La cena é iniziata. Orsi e Gotti Tedeschi discutono dei presunti attacchi mediatici al presidente di Finmeccanica degli ultimi giorni. Orsi si lamenta e Gotti cerca di rassicurarlo. In particolare a preoccupare Orsi è la notizia di sei Maserati che secondo il Corsera sarebbero arrivate a lui in cambio di un elicottero e appalti.
Il foglietto su Marchionne
Orsi: è uscito l’articolo sul Corriere, Pansa in Selex Elsag, dove dice che il Tesoro ha preso le distanze da Pansa (...) un articolo cattivissimo! Gotti Tedeschi: e di chi era? O: di Rizzo. G: ah! Sì, me l’ha segnalato Fenu (resposabile relazioni con i media Finmeccanica Ndr), (...) l’importante che tu esci da questa vicenda benissimo. O: io sto uscendo abbastanza bene.
G: no, molto te lo dico (…) ho parlo con tutti ecco, e poi soprattutto, De Bortoli, sappilo! Ha dato... l’ordine, di tutelarti! L’hai notato eh? (…) O: De Bortoli io mi sono incazzato veramente, l’ho detto a Rizzo, guarda adesso io non chiamo De Bortoli però poi glielo dice, perché, due pagine, quattro colonne in prima pagina, due pagine interne su una telefonata alle dieci di sera! Senza che facciate la verifica! Beh dico non si fa neanche ai peggiori nemici, ma che cazzo t’è venuto in mente? Lui m’ha detto, guardi è molto semplice, alle dieci di sera, qualcuno ha fatto uscire quell’informazione lì (...) che lei è indagato, che c’ha la Maserati eccetera, noi abbiamo chiamato Repubblica, Repubblica ha detto lo pubblico, e noi abbiamo dovuto pubblicare... se no prendevamo un buco di qualche migliaio di copie bastava una telefonata, poi gli ho fatto vedere sulle Maserati, è stato fortissimo Rizzo, un Post-it firmato da (…) Marchionne e Montezemolo (...) no?! dove c’era sul contratto dell’elicottero, c’è scritto 12 milioni e 8 più 6 auto! Firmato da tutti e tre noi.
G: ma me l’avevi detto, io ho chiamato subito per dirlo, smettetela sulla storia, ci cascate dentro! O: e... se vi chiamavamo e lo smentivate, non potevamo più farlo, e allora prendevamo il buco! Adesso con un giornale come il Corriere. Non si può far così! (...) me l’han detto sapevo... dopodiché gli ho detto, va bene allora adesso venerdì e facciamo l’intervista, e lui mi ha detto, lei può rispondere però le domande le decido io risponda come vuole, mi faccia tutte le domande, va benissimo! prendevo un’altra via perché ormai lo conoscevo, sapevo cosa pensava, sapevo i commenti che aveva fatto, è venuta fuori una bella intervista (...). Al di là del fatto che… devo dire che poi l’ho chiamato, non l’ho ringraziato, ho detto però se ogni tanto scriviamo… e devo dire poi è stato prima lui e ogni tanto vengo a fare due chiacchiere con lei, benissimo. Quando ha visto lo sticker, dice questo non può non darmelo, non gli ho detto, non glielo faccio pubblicare, lui mi fa, ma sa cosa vale per lei se io lo pubblico e sul Corriere? Non m’interessa! Non voglio che venga pubblicato, mi devono credere per quello che dico... tra l’altro non gliel’ho voluto dare, io ce l’ho in un quadretto... perché avrei comunque dovuto telefonare almeno a Marchionne e dirgli metto la tua firma, e mettere in mezzo anche lui Marchionne, Montezemolo gliel’ho detto m’ha detto fai quello che vuoi! (…) ma Marchionne mi ’spiaceva perché metterlo comunque in mezzo a uno scandalo, comunque è li magari lo darò al Mondo e all’Espresso, lo sticker G: Marchionne non gliene frega un cazzo (…) O: ma non è bello mettere la firma di un altro.
Del coglione a Bagnasco
O: domani vado a trovare Bagnasco a Roma G: ah sì perché c’è la CEI, come mai? O: gli devo dar del coglione, perché mi ha fatto una villania (...) ha preso posizione, i gioielli che non si devono toccare, lui ha attaccato pesantemente me (alcuni giorni prima Bagnasco aveva incontrato le tute
blu lamentandosi sulla gestione della crisi di Ansaldo Ndr)
Non ti fidare di Passera
O: Passera non lo cono... è freddo con me (…) l’altro giorno avevamo un dibattito assieme, non mi ha neanche ... salutato, gli ho detto come va, poi si è girato di la è andato avanti è andato via G: Passera è così, quel posto li, lo sta pensando a una persona che risponde a lui (...) mette le sue persone eh è uno fatto così (…) non farci caso! O: no, no G: con Monti hai rapporti? O: no G: ahi, ahi, ahi! O: con Monti devo parlare! Però, ieri… adesso stavo facendo una cazzata, ieri ho mandato un messaggino a Passera, non mi ha risposto G: sul telefono? O: sì, sì lui fa sempre fatto così in genere risponderà ieri gli ho detto sul Sistri G: da quanto tempo lo conosci? O: Passera? G: non lo conosci bene? O: casa di Corlaita (Franco, consigliere Selex Augusta Ndr) un paio di volte
G: sì va be’ però, a parte il sociale... non hai mai avuto rapporti?
O: no
G: Non ti fidare! è una persona totalmente... è intelligente, è capace, però è uno che pensa esclusivamente al suo disegno
L’inchiesta di Napoli e i regalini
O: oggi mi sento abbastanza tranquillo e forte, perché a Napoli non c’è nien... (...) ma soprattutto è chiaro che io non ho preso soldi e non li ho dati di quello sono sicuro, io temevo che mi facessero qualche scherzo sulla cosa internazionale perché so’ un sacco di documenti che io ho 80,90 miliardi di roba, non è che si vendono… G: ogni tanto si deve fare un regalo?! O: insomma, beh, le commissioni ci sono, ora G: tutto ufficiale o anche… O: tutto ufficiale! Sono sempre stato rigoroso con la legge, se poi uno da sotto, come nel caso di Borgogni, insuffla! e dice allora no, guarda quello è formalmente corretto, ma in realtà è così! (...) G: però l’avrà provato Bor (Borgogni Ndr)? Quando lui dice… O: No! Lui l’ha solo pettegolato per adesso… G: come fa la procura a credere al pettegolezzo? O: come fa a credere che io potevo avere avuto 6 Maserati da 6 dipendenti per i... non lo so come fare, come fanno i giornali a crederci! Alla fine, Napoli, non c’è niente, non trova niente, quindi da quel punto di vista lì… anche perché mi hanno assicurato che loro al limite, stanno cercando se son andati dei soldi ai partiti, ed io lì son talmente sicuro che non... niente, anzi! Magari trovassero qualcosa! Vuoi dire che l’ha fatto qualcun altro! allora... a capire, che qualcuno ha dato dei soldi alla Lega G: chi? chi li ha dati? (…) O: che non l’ho fatto io, scoprirò chi li ha dati! G: ma ah! Per... però son stati dati? O: No! G: e allora? O: ho detto che è assurdo! Magari! Trovassero qualche cosa! Che lo scoprirei anch’io! (…)
Nagel e la moglie di Grilli
G: Grilli l’hai visto? O: no! Tu sai perché Grilli e Pansa sono amici? Perché Grilli supporta così Pansa secondo te? G: sono amici da tanti anni! Grilli non è un uomo che organizza il potere, è un uomo semplice! O: Grilli aveva una moglie americana (…) G: ma si son lasciati da tempo O: l’hai conosciuta? G: no! Mah! O: gli ha lasciato qualche casino in giro, di buchi G: buchi di che genere? La moglie americana? Beh eh ... ti ha lasciato? Pensi che sia ricattabile per questo O: no! gli ho sistemato la cosa!
G: ah! Ma perché la moglie lavorava in Finmeccanica? O: no! era un’imprenditrice, faceva dei casini, e ho visto dei contratti che Finmeccanica ha fatto, con la moglie di Grilli, per sistemare, tipo consulenze inutili o tra l’altro, a me l’ha detto Nagel (ad di Mediobanca, Ndr) G: Nagel te l’ha detto? Ti fidi di Nagel? O: no! però me lo ha detto, due verifiche G: il ruolo di quello tipo Nagel, come si chiama? O: si, Maurizio Cereda. G: tu da Nagel andasti con? con Bonferroni • “IN VATICANO CORROTTI RICATTATI” - Quando varca la porta di Rinaldi al Quirinale, il 23 maggio scorso, Ettore Gotti Tedeschi sa si essere a una svolta nella sua vita professionale. Alle 14 del giorno dopo è fissato il Consiglio dello IOR, da lui presieduto, che lo metterà sul banco degli imputati. La mancata difesa dello IOR dopo la pubblicazione dei documenti sul Fatto e nella trasmissione Gli Intoccabili è un pretesto. Il presidente dello IOR sa bene che la lotta da lui ingaggiata all’interno della banca per imporre il rispetto delle prescrizioni antiriciclaggio gli ha alienato le simpatie del Segretario di Stato Tarcisio Bertone.
IL BANCHIERE del Papa è diventato un fautore della trasparenza anche perché è finito indagato lui stesso in qualità di presidente dello IOR per il mancato rispetto delle normative che impongono alle banche obblighi formali mai rispettati dallo IOR. I pm lo hanno anche sentito e le sue ammissioni durante l’interrogatorio sull’esistenza dei conti cifrati nello IOR hanno fatto precipitare le sue quotazioni in Segreteria di Stato. Il Papa però lo ascolta. A dicembre 2010 il Pontefice vara una normativa severa che istituisce l’Aif, Autorità di Informazione Finanziaria, corripondente dell’Uif, l’ufficio antiriciclaggio italiano. La cooperazione tra Italia e Vaticano aiuta il lavoro dei pm di Roma ma quando cominciano ad arrivare in Procura, tramite la filiera AIF-UIF, le prime risposte sui conti IOR, qualcosa si blocca. Il Vaticano innesta la retromarcia e approva nel gennaio del 2012 una nuova normativa che toglie i poteri al-l’AIF restituendoli alla Segreteria di Stato. Ettore Gotti Tedeschi scrive lettere preoccupate per segnalare il rischio che il Vaticano non sia inserito nella lista degli stati virtuosi dopo l’esame al quale sarà sottoposto a livello internazionale. Ma la linea prevalente è quella di Bertone. Il 24 maggio lo IOR dirama questo comunicato “il Board ha adottato all’unanimità un voto di sfiducia del Presidente, per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio”. Nella conversazione intercettata dai Carabinieri la sera prima però Gotti Tedeschi afferma di volere lasciare lui la banca con motivazioni ben diverse: “Io non sono funzionale neanche al sistema del Vaticano! Io domani potrei dimettermi, te lo anticipo! E’ un’ambiente, esattamente come altri ambienti di potere. Fatto da mentitori corrotti ricattati! Peraltro c’è molto potere li dentro, ma è comprensibile, una persona onesta che vuole il bene, li viene espulso! Come dappertutto!”.
SONO PAROLE durissime di un uomo stanco di lottare e che, come emergerà successivamente, teme addirittura per la sua vita. Se Gotti Tedeschi, un uomo devoto che farebbe qualsiasi cosa per il Papa, arriva a parlare di “corrotti e ricattati” riferendosi al Vaticano, c’è davvero di che essere preoccupati. Più prosaiche le ragioni del risentimento di Giuseppe Orsi-verso il presidente della Cei, Angelo Bagnasco: “domani vado a trovare Bagnasco a Roma, gli devo dar del coglione, perché è lui che mi ha fatto una villania (...) ha preso la posizione, ‘i gioielli che non si devono toccare’, cioè, lui ha attaccato pesantemente me e domani gli dirò”.
La colpa del cardinale di Genova? Aveva osato incontrare i lavoratori di Ansaldo che temevano la cessione della società e i tagli, sei giorni prima. Il 17 maggio, il cardinale aveva dichiarato: “i gioielli vanno preservati”. • “CONSULENZE ALL’EX DI GRILLI, LO DICE NAGEL” - Me lo ha detto Nagel”. Secondo Giuseppe Orsi, sarebbe stato l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel ad avergli rivelato per primo l’esistenza delle “consulenze inutili” per Lisa Lowenstein, ex moglie americana del ministro dell’Economia Vittorio Grilli. Il presidente di Finmeccanica lo afferma nel chiuso di una stanza del ristorante Rinaldi al Quirinale il 23 maggio, salvo smentirsi da solo, addirittura con l’ausilio di un audit aziendale, a settembre. Ora però Il Fatto pubblica l’intercettazione integrale e si scopre che Orsi nella chiacchierata a ruota libera con l’ex presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi tira in ballo l’ad di Medio-banca. È un nome pesante quello che il presidente di Finmeccanica Orsi fa a Gotti Tedeschi, come prima fonte della notizia. Nagel, classe ‘65, è cresciuto in Mediobanca e dal suo maestro, Enrico Cuccia, sembra aver appreso i codici della riservatezza. Negli ultimi mesi però ha avuto qualche guaio giudiziario e di immagine per i suoi rapporti con il gruppo Ligresti. Ora viene tirato in ballo da Orsi, solo come depositario di informazioni, in questa storia tutta da verificare. Certo è che proprio Orsi introduce il discorso delle “consulenze inutili” della ex moglie partendo dai rapporti stretti del ministro Grilli con Alessandro Pansa, direttore generale di Finmeccanica (“tu sai perché Grilli e Pansa sono amici?”), legato - secondo Orsi - a Ignazio Moncada. Definito da Gotti che è suo amico ‘il gran burattinaio’, Moncada è presidente di una controllata del gruppo, la Fata. Orsi non sopporta né lui né Pansa che è il suo grande rivale, forte com’è del rapporto con Grilli.
E QUI SI INNESTA la confidenza di Orsi: “Grilli aveva una moglie americana (…) gli ha lasciato qualche casino in giro, di buchi”. Quindi è Orsi che connette nella conversazione registrata dai Carabinieri l’amicizia di Pansa con Grilli, il supporto del ministro al manager e i “casini” della moglie di Grilli. Gotti capisce subito qual è il punto della questione: “Pensi che (Grilli, ndr) sia ricattabile per questo?”. E Orsi risponde magnanimo: “No! gli ho sistemato la cosa! (…) ho visto dei contratti che Finmeccanica ha fatto, con la moglie di Grilli, per sistemare, tipo consulenze inutili o …”. A questo punto arriva la rivelazione: “Tra l’altro, a me l’ha detto Nagel, a me l’ha detto Nagel, non me l’ha detto...”. Così si scopre che l’informazione è arrivata al presidente di Finmeccanica da Mediobanca. Gotti sbotta: “Nagel te l’ha detto? Ti fidi di Nagel?”. Orsi: “No! Però me lo ha detto, due verifiche”. Insomma dalla conversazione sembrerebbe di capire che Nagel ha raccontato a Orsi la storia della ex moglie di Grilli, e che solo dopo questa indicazione lui ha verificato carte alla mano. Non solo: a condividere il segreto del ministro sarebbero, oltre a Orsi e Nagel, altre persone. Forse Pansa, altrimenti non si capirebbe la domanda iniziale sul supporto di Grilli, e probabilmente anche l’ex consigliere Finmeccanica Franco Bonferroni. Gotti: “Tu da Nagel andasti con?” Orsi: “Con Bonferroni”. La situazione sembra intricata e potenzialmente rischiosa per il ministro dell’Economia, tanto che Orsi si farebbe garante della segretezza e lo comunica a Gotti che ha buoni rapporti con Pansa e Grilli. Su questa vicenda i diretti interessati hanno risposto ai giornali e alla trasmissione “Piazza Pulita”, smentendo. Grilli ha detto di non avere mai favorito la sua ex moglie. Orsi ha negato di aver dato consulenze alla signora Lowestein. Eppure proprio Giuseppe Orsi ha chiesto al servizio audit interno di scoprire se ci fossero davvero. La risposta smentirebbe le parole dette dal presidente in privato: “Nel periodo oggetto di analisi nessuna società del gruppo Finmeccanica ha intrattenuto rapporti con la signora Lowenstein né con le tre società menzionate. Made in museum srl, Mim Merchandising srl, Style Muffin Llc”.
CIÒ NON ESCLUDE che una società, per esempio la Mim Merchandising, prima del periodo oggetto di analisi “dal 1 gennaio 2005 al 30 giugno 2012” abbia incassato qualche consulenza, anche se potrebbe trattarsi di piccole cifre. Il Fatto ha contattato Lisa Lowenstein a New York, ma la signora ha preferito non rispondere. La MIM merchandisign è fallita, il curatore fallimentare Francesco Macario ne delinea il quadro: “Al momento del fallimento sembrava che la società non avesse mai svolto una vera e propria attività commerciale, ma fosse soltanto uno schermo giuridico per altre finalità. Benché da me invitati a comparire i soggetti responsabili non si sono mai presentati nè hanno mai consegnato la contabilità”. Dalla relazione del curatore la procura ha aperto un’inchiesta per bancarotta: “Ma l’udienza in cui sono stato ascoltato nessuno dei soggetti era presente”.