Silvia Truzzi, il Fatto Quotidiano 6/11/2012, 6 novembre 2012
“QUANDO DAVO RIPETIZIONI A SILVIO”
Correva l’anno 1977. Silvio B. era appena diventato Cavaliere del lavoro , lo stalliere Mangano aveva lasciato Arcore da un annetto e una memorabile foto di Alberto Roveri ritraeva il futuro Caimano di fianco a un revolver. L’imprenditore dell’edilizia aveva appena creato Milano 2 e voleva entrare nel mondo delle comunicazioni: stava per comprare il Giornale di Montanelli e per rompere il monopolio televisivo della Rai. Ma - ha spiegato Marco Palmisano, ex Memores Domini di Cl all’inviato di Report Alberto Nerazzini - aveva bisogno di “una formazione politica”. Nasce così una specie di circolo ellenico, con sede in via Rovani, la mitica villa del Klondike berlusconiano, nella cui storia non mancano nemmeno gli esplosivi: una bomba nel 1975, un’altra nell’86. L’ultima, secondo un’esilarante intercettazione tra B e Dell’Utri - è stata piazzata proprio da Mangano. Ma come spiega Berlusconi “con rispetto, quasi con affetto”. Insomma questo è il Peripato e gli stagiriti chiamati a “insegnare” si chiamano Buttiglione, Scola e Formigoni. E no, non sono omonimi.
Onorevole Buttiglione era un corso di
formazione politica?
Era in generale un corso di aggiornamento politico, sociale, giuridico, per orientarsi nel nuovo ambito nel quale Berlusconi pensava di entrare.
Lei cosa insegnava?
Mi occupavo di aspetti politici e giuridici. Ricordo una lezione sull’evoluzione del sistema politico italiano e sul-l’Europa.
Piena Prima Repubblica.
Sì, ragionammo intorno alla crisi che seguì l’assassinio di Moro, il corso cominciò prima e finì dopo. Andavamo in via Rovani, c’era un’aula attrezzata per le lezioni.
Come era arrivato a voi Berlusconi?
Avevo con Scola, Bagnoli, Folloni e Luigi Negri una piccola società di ricerche: si chiamava Istra.
Anche Scola insegnava?
Sì. E pure Formigoni. Poi Beppe Folloni e Sante Bagnoli che avrebbe fondato Jaka book.
Chi erano i suoi allievi?
Berlusconi, Dell’Utri, Confalonieri. Tutto lo Stato maggiore. Dopo una giornata di lavoro, alle otto di sera, a volte anche dopo cena, si mettevano lì a prendere appunti.
Come funzionavano
le lezioni?
Tendenzialmente
ognuno faceva la propria, ma mi pare ci sia stata anche qualche lezione collegiale .
In classe erano disciplinati?
S’impegnavano molto. Berlusconi mi ricordo che non ti lasciava andare avanti se non aveva capito tutto alla perfezione. Dell’Utri aveva un genuino interesse culturale.
E Confalonieri?
(silenzio) Sembrava il più scettico.
Li interrogava anche? Erano asini o secchioni?
Cercavano di collegare le cose che spiegavamo con le loro esperienze.
Col senno di poi che lettura dà di quest’esperienza?
Positiva. Sa... era un altro mondo, noi vediamo la gente alla luce di quello che è successo dopo. Ma allora era imprevedibile. Prenda Cl: allora era un potente movimento di ripresa della fede con una grande libertà e una grande allegria. L’idea di finire dentro questioni di denari era lontanissima da ciò che potevamo immaginare. E Berlusconi era un uomo che si capiva avrebbe fatto molto, ma l’Italia di allora era imparagonabile a quella di adesso e anche le persone.
Insomma non si è pentito di aver dato
una mano a Berlusconi?
Mah cosa vuole, la vita è molto lunga e si commettono anche degli errori. Allora il futuro era nelle mani di Dio. I percorsi di ciascuno erano imponderabili.
Però erano gli anni in cui Berlusconi si
faceva fotografare in via Rovani con la
pistola sulla scrivania.
Berlusconi con la pistola? Quando conversava con me non ce l’aveva di certo.
Quello che sta emergendo sul sistema
Cl è fonte d’imbarazzo?
Oportet ut scandala eveniant, diceva qualcuno: e bene che venga alla luce tutto. Mi pare chiaro che in Cl è successo qualcosa che ha allontanato il movimento dallo spirito originario.
Formigoni invece è piuttosto, come dire,
insofferente.
E molto stressato, credo.
Cosa gli consiglierebbe in questo momento?
Lo conosco dal ‘72: da amico gli direi di farsi da parte. E cercare di ritrovarsi.