ItaliaOggi 06/11/2012, 6 novembre 2012
ANCHE IL CANADA PULLULA DI MAFIOSI E MAZZETTE
Per vent’anni i contratti pubblici di Montréal, in Canada, sono stati attribuiti, senza gare d’appalto, a un piccolo gruppo di imprese (sempre le stesse) delle costruzioni vicine alla mafia. E l’ammontare dei contratti veniva regolarmente gonfiato.
L’intermediario fra la criminalità organizzata e i poteri pubblici locali era un siculo-canadese, Lino Zambito.
Che ora è chiamato a renderne conto davanti alla commissione d’inchiesta sull’industria delle costruzioni.
Zambito versava il 2,5% dell’ammontare dei contratti alla mafia e il 3% ai politici appartenenti al partito del sindaco di Montréal, Gérald Tremblay. «Non ero certo un angelo», ha detto Zambito. «Finanziavo partiti. Corrompevo funzionari. Ma non avevo altra scelta, il sistema è malato e corrotto».
Oggi Zambito ha perso tutto, salvo la sua pizzeria. Se i legami fra la criminalità organizzata, il potere pubblico e l’ambiente degli affari saranno dimostrati, sarà avviato un processo.
Nel frattempo cominciano a cadere le teste. Come quella di Gilles Surprenant, ex ingegnere capo di Montréal. All’inizio degli anni Novanta, Surprenant entra in contatto con uno dei boss delle costruzioni, l’italo-canadese Frank Catania, che subito lo avverte: «Le persone che ci impediscono di mangiare noi le eliminiamo». L’ingegnere capisce al volo e comincia a gonfiare gli appalti della città. I mafiosi ringraziano, con bustarelle di 4 mila dollari alla volta, per un totale di 600 mila dollari in dieci anni. Il padrino Vito Rizzuto è contento di lui e lo invita, insieme ad altri alti funzionari, a giocare a golf per una settimana nella Repubblica Dominicana.
Nemmeno la commissione d’inchiesta è senza peccato: il procuratore capo Sylvain Lussier è stato costretto recentemente a dimettersi, accusato di conflitto di interessi con un’impresa sotto inchiesta.
Queste rivelazioni hanno scatenato una vera e propria guerra fra gang, con tanto di lanci di molotov sui bar italiani di Montréal. Scarcerato all’inizio di ottobre da un penitenziario del Colorado, Vito Rizzuto deve riaffermare la sua autorità.
I «cattivi ragazzi» comunque vanno a pregare tutte le domeniche nella chiesa della Madonna della Difesa, nella Little Italy di Montréal. Proprio la chiesa dove il padrino Nicolò Rizzuto senior, ucciso da un sicario, venne tumulato in pompa magna nel 2010. E dove un immenso affresco che ritrae Benito Mussolini domina i fedeli.