Fausto Carioti, Libero 04/11/2012, 4 novembre 2012
ROMEO, EINAUDI, MISES E POPPER PER LA RISCOSSA DEI CONSERVATORI
[Con la mini-collana «I Gioielli» Rubbettino festeggia i 40 anni d’attività. Testi rari o inediti in Italia di giganti del pensiero liberale] –
Depresso dinanzi alle cronache parlamentari, il popolo liberale e conservatore riesce almeno a trovare asilo politico e conforto tra gli scaffali delle librerie. Dove sono in arrivo quattro chicche, edizioni speciali di volumi inediti in Italia o dimenticati da decenni di altrettanti autori fondamentali: Rosario Romeo (Italia mille anni), Luigi Einaudi (Il mio piano non è quello di Keynes), Ludwig von Mises (In nome dello Stato) e Karl Popper (Sul problema del metodo della psicologia del pensiero). Ogni testo conta su una prefazione ai massimi livelli: Giuseppe Galasso (Romeo), Francesco Forte (Einaudi), Lorenzo Infantino (Mises) e Dario Antiseri (Popper). Quattro «Gioielli», così si chiama la mini-collana, voluti dall’editore Rubbettino per festeggiare i suoi primi quarant’anni di attività.
STORICO REPUBBLICANO
Romeo, nato a Giarre nel 1924 e scomparso nel 1987, fu uno storico di estrazione repubblicana (tre anni prima di morire fu eletto europarlamentare nelle liste del Pri-Pli). Soprattutto, fu un coraggioso anticomunista. Non accettò di appiattirsi sulla vulgata storiografica marxista, che leggeva e giudicava la storia a seconda dei rapporti di classe. Il suo esordio letterario fu clamoroso: a soli 26 anni pubblicò Il Risorgimento in Sicilia, che faceva a pezzi l’interpretazione gramsciana secondo la quale il Risorgimento fallì perché non riuscì a coinvolgere le masse contadine. Anni dopo sarà editorialista sulle colonne del Giornale di Indro Montanelli: postazione ideale per cannoneggiare il Pci e le sue connivenze con il «partito armato».
Italia mille anni, pubblicato per la prima volta nel 1981 nei «Quaderni di Storia» di Giovanni Spadolini, è un libro non polemico, a carattere enciclopedico. Però, man mano che la Storia si avvicina all’attualità, i toni di Romeo cambiano e la sua interpretazione si fa netta. Il centrismo degasperiano è raccontato come un «momento nettamente positivo nella storia del Paese». Il centrosinistra è dipinto come un grande fallimento storico: «Il tentativo di allargare le basi del sistema democratico che era stato all’origine del centrosinistra si poteva (...) considerare fallito già prima della crisi del 1968». Ovviamente l’anti - sessantottino Romeo, amico di Renzo De Felice, fu bersaglio delle minacce e delle contestazioni del “movimento”.
GEMELLI TOTALITARI
«Chi rifiuta il liberalismo, chi vuole “correggere” la proprietà privata dei mezzi di produzione con gli interventi dello Stato o con la proprietà collettiva, deve sapere che in questo modo spiana la strada alla dittatura e alle guerre inarrestabili». Il grande economista liberale Mises, austriaco ed ebreo, nato nel 1881, scrisse In nome dello Stato a Ginevra, nel 1939, dopo essere scappato da Vienna in seguito all’Anschluss. Inedito in Italia sino a oggi, il libro racconta l’ascesa del nazismo in Germania attraverso una tesi anch’essa controcorrente: «Non si capisce assolutamente nulla del nazionalsocialismo se si cerca di scorgere nel contenuto delle sue idee e nella sua politica una reviviscenza dell’Ancient régime o una manifestazione dello “spirito prussiano”». La causa fu un’altra: la fine del liberalismo tedesco, superato dallo statalismo e dal nazionalismo. Così comunismo e nazismo, nella dettagliata ricostruzione storica di Mises, appaiono per quello che sono: fratelli gemelli, figli della pianificazione centralizzata, dello Stato che annienta l’iniziativa privata e con essa la libertà.
SPUNTI D’ATTUALITÀ
Il mio piano non è quello di Keynes offre tanti spunti per riflettere sull’attualità. Raccoglie testi di Einaudi (fondatore del Pli del dopoguerra e secondo presidente della Repubblica) mai pubblicati in questa forma e dedicati - guarda caso - alla crisi economica, al deficit, alla ripresa e alle tasse, gran parte dei quali scritti dopo la crisi del 1929. All’epoca non si parlava di spread, ma la domanda che si pone Einaudi suona familiare: «La crisi è finita?». A dimostrazione che in fondo nulla cambia davvero, nel 1932 scriveva: «Un’idea falsissima rimane ancora ficcata in testa ad ogni popolo: che la colpa della crisi e della miseria propria sia di ogni altro popolo, fuor di sé stesso. L’Inghilterra accusa la Francia; la Francia dà la colpa alla Germania; questa a tutto il mondo; e gli Stati Uniti all’Europa che non paga i debiti. Finché i popoli seguiteranno su questo metro, non siamo in vista del porto». Si era tra due guerre,ma grandi differenze con l’oggi non se ne vedono. Consigliata a Ma rio Monti e al ministro Vittorio Grilli la lettura del saggio “Le condizioni per la ripresa”: «Se il reddito nazionale è basso, è inutile immaginare che lo stato possa prelevare forti percentuali. Occorre che vi sia un minimo di vita per i cittadini. Soltanto al di sopra di questo minimo può cominciare il prelievo da parte dello stato».
PER EPISTEMOLOGI
Sul problema del metodo della psicologia del pensiero è destinato agli appassionati del Popper epistemologo. È la tesi di laurea del filosofo viennese, scritta per il proprio maestro Karl Bühler e finora inedita in Italia. Chi conosce Popper vi troverà tutti i germi della sua teoria della conoscenza: il ripudio dell’induttivismo, la “stupidità” dei fatti, privi di significato senza una teoria che li sappia leggere, la sua distinzione tra Mondo 1 (quello degli oggetti fisici), Mondo 2 (quello della mente umana) e Mondo 3 (quello dei prodotti della mente, come le teorie scientifiche). Buon ultimo, il prezzo: ognuno di questi volumi, ben curati e in edizione rilegata con sovracopertina, costa 12,90 euro. Einaudi, difensore del risparmio, avrebbe apprezzato.