Filippo Facci, Libero 04/11/2012, 4 novembre 2012
APPUNTO
[Morto dei Valori] –
I fatti restano. Antonio Di Pietro si è comprato degli appartamenti con denaro pubblico: su questo non ci piove e non c’è smentita che tenga. Il meccanismo era questo: lui acquistava la casa con la sua società AnToCri, poi, subito dopo l’acquisto, la affittava all’Italia dei Valori (che era sempre lui) per una cifra che andava a coprire e superare la rata mensile del mutuo che intanto aveva acceso. Di Pietro cioè affittava a Di Pietro, ma i soldi - dettaglio - erano quelli del finanziamento pubblico, cioè dei contribuenti. In un caso, il partito - sempre coi soldi pubblici - la casa gliel’ha anche ristrutturata con tanto di fattura datata 18 novembre 2002: era il suo appartamento di Roma, dove la sera invitava anche delle amiche per «sigaro e whisky». Quanti appartamenti si è comprato, Di Pietro, coi soldi pubblici? Sicuramente cinque: a Milano, Bergamo, Roma (due, ci risulta) e Busto Arsizio. E l’eredità Borletti? Semplice: la vedova Borletti gli lasciò dei soldi, incassati quando già faceva politica con Prodi, per costituire «un centro che possa offrire un’assistenza legale, sia effettiva che preventiva, al cittadino più indifeso». La vedova lo mise per iscritto. Di Pietro se n’è fottuto e ci si è comprato degli appartamenti. Questi sono i fatti, che scriviamo da anni: Report o non Report. I dettagli li forniamo quando vuole. Provi a querelare, se ci riesce. Da vivo, se ci riesce.