Grazia Longo, La Stampa 06/11/2012, 6 novembre 2012
IL GENERALE DELLE SPIGOLE: “E’ LA RESA DELLA POLITICA NON SERVIVA UNA LEGGE”
[Speciale: la condanna? Ho disturbato il potere] –
«La legge sull’incandidabilità dei condannati è la resa incondizionata dei partiti. Con la legge i partiti perdono la loro funzione di servizio ai cittadini e diventano delle associazioni di dopolavoro». Quella che a prima vista sembra la dichiarazione di un parlamentare senza macchia e senza peccato è invece il monito dell’ex comandante generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale - dal 2008 deputato Pdl - condannato in appello a 14 mesi per peculato e abuso d’ufficio. Ricordate? Si fece consegnare una partita di spigole con un aereo militare mentre si trovava in una baita, durante una vacanza estiva in foresteria sulle Dolomiti.
Dunque secondo lei la scelta va regolamentata dai partiti?
«Certo, la legge non serve. I partiti sanno bene se uno è implicato o no, sarebbe una cosa bella se decidessero loro di non candidare chi è stato condannato».
Intende sentenze definitive?
«No, non si deve aspettare la Cassazione».
Lei quindi non dovrebbe essere ricandidato?
«Proprio così. Stiamo ragionando sul niente, sia chiaro, perché in realtà io quelle spigole le avevo pagate di tasca mia e l’aereo doveva comunque venire a prendermi. Tant’è che in primo grado di giudizio sono stato assolto. In ogni caso, anch’io rientro tra i condannati: se c’è una macchia è giusto toglierla. Meglio aspettare un giro e poi mettersi di nuovo in gioco di fronte agli elettori. Io però non aspetterò le indicazioni del Pdl».
Ha già deciso?
«Sì, non mi candiderò perché sono stato molto deluso dalla politica».
Perché?
«Ho scoperto, con amarezza, che si pensa più ai partiti che ai cittadini».
Onorevolepuòfarequalcheesempio?
«I partiti preferiscono perseguire interessi di bottega».
Allude alle leggi ad personam contestate all’ex premier, oltre che presidente del suo partito, Silvio Berlusconi?
«Non è che inventiamo cose nuove: si potevano fare altre cose invece che inseguire la magistratura».
Lei ha stabilito per altre ragioni di non presentarsi alle prossime elezioni, ma è sicuro che senza una legge dello Stato i partiti saranno in grado di non reclutare chi ha subìto una condanna?
«Quella è l’unica strada giusta se si punta davvero agli interessi dei cittadini. Fa malissimo chi è convinto di promuovere in Parlamento persone condannate, non importa se non ancora in via definitiva. Guardi me: sono stato perseguitato perché ho disturbato la macchina del potere, perché come dicono dalle mie parti in Sicilia mi hanno voluto “mascariare”. Eppure credo che anche nel mio caso farebbero malissimo a non fermarmi un giro».