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 2012  novembre 03 Sabato calendario

L’ASSEDIO DEI DEPUTATI ALLA LEGGE DI STABILITÀ

Nel Pd c’è chi vorrebbe un’accisa nuova di zecca su cartine e filtri per le sigarette fatte a mano. Chi nel Pdl salverebbe dalle forche caudine della legge Fornero sulle pensioni il personale sanitario. Chi, ancora nel Pdl, aumenterebbe la Tobin tax per salvare i pensionati di guerra. E chi, chissà se per vendetta, bastonerebbe volentieri con tanto di super Imu non solo le Fondazioni bancarie, ma anche partiti e sindacati: sarà un caso che la proposta è targata Pdl?
Tasse, pensioni, scuola, sanità, assistenza sociale, enti locali, trasporti, dipendenti pubblici. E tanto altro ancora. Tra proposte che non fanno una grinza, altre semiserie e qualche assalto alla diligenza che scimmiotta (in piccolo) la mitica "legge Mancia" che da anni deputati e senatori si auto-concedono, anche la legge di stabilità per il 2013, l’ultima di questo Parlamento, è finita sotto l’assedio dei deputati. Tra i ben 1.600 emendamenti scaricati in commissione Bilancio a Montecitorio, non sono poche le chicche. Questioni di collegio, di appartenenza, di comune sentire che evidentemente assillano tutti i partiti. Chi più, chi meno, certo. Anche perché il pressing delle lobby, pure loro arrivate all’ultima boa della legislatura, cresce di ora in ora. Non tutte (anzi, ben poche) le idee partorite, e messe nero su bianco negli emendamenti, avranno successo. Non tutte, o non sempre, sono proposte lunari, sia chiaro. E del resto il vaglio di ammissibilità sarà decisivo. Senza scordare che a fare la differenza, e a delimitare il perimetro di gioco, sarà l’accordo tra il Governo e la sua stranissima maggioranza. Ma anche un soprassalto di dignità dei partiti per salvare la faccia prima delle elezioni che affrontano con un appeal ai minimi storici da parte dell’opinione pubblica.
La fantasia dei parlamentari si conferma senza limiti e senza confini. Sul fisco è un fiorire di idee: abbassare dal 19 al 10% la cedolare secca (Pd), ma anche salvare dall’Irap le piccolissime imprese (proposta bipartisan), mettere al riparo le pensioni di guerra con più Tobin tax (Pdl), istituire un sovracanone per i bacini imbriferi montani (Pdl). Ma non solo: far pagare meno la benzina se nelle località costiere insistono impianti di raffinazione. Chissà se riguarda la Sicilia (ma non solo): la proposta è targata Mpa.
C’è poi il capitolo delle spese "indifferibili". Allo stanziamento per la Tav Lione-Torino, un deputato pidiellino guarda caso della Sicilia propone di aggiungere la linea ferroviaria Catania-Palermo. Domenico Scilipoti, proprio lui, non ci sta: niente fondi in più alla Torino-Lione, tuona un suo emendamento. Poi ci sono le zone franche di Livorno e Ancona (Pd), la «statizzazione» (sic) degli istituti superiori di studi musicali (Pdl) ormai allo stremo. Del resto la legge di stabilità per alcuni può essere la culla anche per nobili e giusti motivi: come i 674mila euro per le associazioni combattentistiche (Pdl), l’abolizione del divieto di dare nomi diversi alla stessa acqua minerale (Pdl e altri), le assunzioni di forestali (Pd), i 2 milioni all’anno per gli assi viari lucchesi e i corridoi apppenninici (Pd).
Non mancano le giuste battaglie anti-evasione e per il sociale. Chissà se andranno in porto con le casse statali che languono e i cani da guardia dell’Economia. Perché negare cittadinanza alla tracciabilità del pagamento degli affitti? All’aumento del valore detassato dei buoni pasto da 5,29 a 6 euro? O all’uso dei voucher per consentire ai dipendenti delle Pmi l’accesso ai servizi di welfare aziendale (Fli)?
Partite apertissime e bersaglio facile dei parlamentari anche l’aumento a 24 ore dell’orario di lavoro settimanale dei docenti. Tre le fonti di copertura più gettonate per assicurare i risparmi chiesti al Miur: tagli lineari sull’intero bilancio, riduzione del fondo affitti della Pa, addizionale sulla birra e gli alcolici. Gettonatissima infine la voce enti locali. A partire dall’Imu. La Lega punta alla riduzione della quota di competenza dello Stato dalla metà al 30% del gettito, da compensare con i tagli alle missioni di spesa dei ministeri. Mentre proprio nel giorno in cui il Governo è andato sotto in commissione (si veda articolo sopra) per un emendamento che consente ai sindaci di revocare a Equitalia la gestione della riscossione dei tributi, ecco spuntare la proposta di un gruppo di deputati Pd: consentire ai sindaci di cedere i crediti di multe e tributi locali iscritti a ruolo a Equitalia, che per l’"acquisto" potrà a sua volta accedere ai mutui della Cdp. Chissà, un atto di riparazione anticipato per il riscossore principe delle nostre tasse?