Francesco Billi, varie, 5 novembre 2012
RICICLO DELL’ACQUA, PER VOCE ARANCIO
Abbiamo accesso allo 0,003% dell’acqua sulla Terra. Esistono 1,4 miliardi di km³ d’acqua tra oceani, laghi, fiumi, ghiacciai e falde acquifere. Le riserve d’acqua dolce corrispondono al 2,5% del totale, di cui il 99,6% è contenuta nei ghiacciai dei poli e in falde sotterranee di difficile accesso e lo 0,397% è situato in altre fonti inutilizzabili di cui lo 0,003%, localizzata in fiumi e laghi, rappresenta la disponibilità immediata d’acqua dolce per usi domestici e produttivi.
Il 70% dell’acqua all’11% dell’umanità. Nove paesi si dividono il 60% dell’acqua: Brasile 5670 km³, Russia 3940 km³, Cina 2880 km³, Canada 2850 km³, Indonesia 2530 km³, USA 2478 km³, India 1550 km³, Colombia 1112 km³, Zaire 1020 km³. All’opposto il Kuwait e il Bahrein con risorse d’acqua quasi inesistenti, Malta 25 km³, Singapore 600 km³, Libia e Giordania 700 km³, Cipro 1000 km³ e in praticamente tutta l’Africa settentrionale. Il 70% del prelievo risponde al bisogno dell’11% dell’umanità. Cina e India, con oltre un terzo della popolazione mondiale, devono accontentarsi del 10%.
Prendere l’acqua fuori casa. La Banca Mondiale stima che nel 2050 la quota globale di esseri umani a corto di acqua sarà del 45% (4 miliardi), contro l’8% del 2000. Oggi il 40% della popolazione mondiale deve prendere l’acqua fuori casa (spostandosi anche diversi chilometri) e 1,7 i milioni di individui muoiono ogni anno a causa della mancanza d’acqua pulita. Se fosse distribuita equamente sul pianeta, ce ne sarebbe a sufficienza per tutti (6.900 m³ per abitante l’anno).
Portare l’acqua in Sicilia. Le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente dicono che l’11% della popolazione e il 17% del territorio europeo sono affetti da carenza idrica, con un costo che nell’ultimo trentennio ha superato i 100 miliardi di euro. Lo Stato italiano ogni anno spende 28 milioni di euro per portare l’acqua nelle isole minori della Sicilia.
Va tutta in agricoltura. Il 70% dell’acqua consumata sulla terra va in agricoltura. Gli usi civili assorbono circa il 20%.
Motivazioni della scarsità d’acqua: fisiche e geologiche (condizioni climatiche, piovosità, morfologia del territorio); di carattere antropico (tipo di società, situazione demografica, livello di urbanizzazione, attività economiche, situazione geopolitica).
L’acqua si può riciclare. La prima soluzione alle carenze idriche è l’utilizzo efficiente di questa risorsa che, al contrario del petrolio, può essere riciclata. Esempi e costi variano a seconda delle ditte, della tipologia di uso (civile, agricolo, industriale etc.), e della quantità di acque, ma qui potete farvi un’idea del costo [http://www.bevtek.it/Tecnologie-e-applicazioni/esempi-e-costi-acque-reflue-industriali-e-civili.html].
Il procedimento:
1. Raccolta dei reflui
Le acque di servizi, docce, lavandini, lavastoviglie e, a volte, anche di impianti industriali vengono raccolte e portate a un impianto per il trattamento una fognatura tutta da bere.
2. L’eliminazione delle particelle
Con un primo trattamento vengono eliminate le particelle solide e i materiali biologici disciolti nell’acqua degli scarichi.
3. Microfiltrazione
In un altro impianto l’acqua viene quindi trattata per ottenere un livello simile all’acqua distillata, attraverso la microfiltrazione, l’osmosi inversa e la luce ultravioletta. La microfiltrazione elimina batteri e protozoi facendo passare l’acqua in fibre porose.
4. Mineralizzazione
L’acqua così ottenuta viene addizionata di sali minerali prima di essere scaricata in riserve o laghi.
5. Al rubinetto
Dopo qualche mese l’acqua ritorna a sgorgare nei lavandini di casa, in alcuni casi dopo aver passato un ulteriore trattamento per poter rispettare gli standard di potabilità del luogo.
Riciclo acqua di scarico. Il riciclo totale delle acque di scarico è una realtà dal punto di vista tecnologico, che però trova difficoltà ad affermarsi. A Singapore si pratica dagli anni Settanta. San Diego è la prima grande città americana ad aver tentato questa strada, con un impianto di depurazione costato 481 milioni di dollari, che fornisce il 15% dell’acqua consumata in città. Un litro d’acqua costa il 60% in più di uno pompato del sotto suolo.
Prendere l’acqua dell’aria. Sempre a San Diego hanno messo a punto EcoloBlue, un generatore di acqua potabile capace di condensare l’umidità presente nell’atmosfera. Il prodotto è stato lanciato sul mercato in due serie, una per uso domestico e una per uso industriale. Per le case si possono acquistare modelli in grado di produrre fino a 30 litri al giorno. Il generatore per uso industriale filtra fino a 200 litri di acqua potabile al giorno. Può essere utilizzato anche per purificare l’acqua piovana o dissalare l’acqua di mare.
Bere l’acqua del mare. «In base a uno studio di Global Water Intelligence, gli investimenti negli impianti di dissalazione cresceranno dai 5 miliardi di dollari nel 2011 a 8,9 miliardi quest’anno e saranno 17 nel 2016. Il fattore alla base di questa crescita è lo sviluppo di tecnologie che consumano meno energia, come un processo chiamato forward osmosis, che utilizza meno calore ed energia rispetto agli attuali impianti a osmosi inversa, e che potrebbe ridurre del 30% il costo della dissalazione. La moderna industria della dissalazione risale agli anni Novanta, quando l’osmosi inversa, utilizzando una membrana porosa per filtrare il sale, ha ridotto l’energia necessaria per far funzionare i vecchi impianti a distillazione. Gli impianti a osmosi inversa hanno dimezzato i costi della dissalazione, producendo acqua a circa un dollaro per metro cubo. Un bel progresso, ma è ancora dieci volte il costo delle risorse idriche tradizionali. Con le nuove tecniche, i costi verranno ulteriormente abbassati» (Nova, Il Sole 24 Ore 9/9/2012).
In una settimana il consumo medio di acqua per una famiglia composta da 4 persone è il seguente: per bere 30 litri di acqua, per cucinare 150 litri, per lavare frutta e verdura 60 litri, per per lavare a mano i piatti 200 litri (150 in lavastoviglie), per le pulizie di casa 100 litri, per le pulizie personali 80 litri, per il wc 700, per la vasca da bagno 800 litri (con la doccia 200 litri), per la lavatrice 300 litri. Considerando che il costo medio di un litro d’acqua potabile del rubinetto è di 0,002 euro, si può dedurre che in una settimana arrivi a consumare acqua per una media di 4,19 euro.