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 2012  novembre 05 Lunedì calendario

IL FRANCOBOLLO (DA 2,5 MILIONI) AL MERCATINO

Potenza dei francobolli. Un rettangolino di carta ti apre un mondo, apre la valigia dei ricordi, e può anche renderti ricco.
Prendiamo il caso del signor Reinhold Hoffmann, un pensionato tedesco di 70 anni che trascorre le sue giornate fra vari passatempi innocui, compresi i francobolli. Un giorno sua moglie, vedendolo spesso piegato sul tavolo, fra lenti, pinzette e cataloghi, gli fa una sorpresa: compra un pacco da due chili, pieno zeppo di vecchie buste, al mercato delle pulci. Un regalino da 20 euro.
Lui rovescia il contenuto delle buste e gli si accende una luce negli occhi. Perché, in cima al mucchietto colorato, c’è un pezzettino di carta blu che ha tutta l’aria di essere uno «Z Grill». Cioè un francobollo da un centesimo di dollaro emesso nel 1868 dal Servizio Postale americano, con l’immagine di Benjamin Franklin. Da filatelico dilettante, Hoffman ne ha sentito parlare: quello potrebbe essere il terzo esemplare esistente, del valore presunto di due milioni e mezzo, di «Z Grill». Non è il pezzo «moderno» più prezioso in assoluto che si possa trovare sul mercato: i numeri 1 e 2 emessi una decina d’anni fa dalle Isole Mauritius, per festeggiare il ballo della figlia del governatore, pare valgano un po’ di più. Ma certo lo «Z Grill» è molto al di sopra del favoleggiato «Gronchi rosa» italiano (sotto i mille euro il suo valore commerciale). E, comunque sia, potrebbe portare una cifra spropositata in casa di un pensionato che sbarca il suo modesto lunario, a Dresda, con 600 euro al mese.
Reinhold Hoffmann si precipita a far valutare il suo tesoro, e viene a sapere da Klaus Finthe, uno dei luminari tedeschi nel campo, che di «Z Grill» — così chiamati a causa della «griglia», cioè uno speciale rilievo della carta che impedisce la cancellazione dei timbri di annullo — ne esistono solo altri due negli Stati Uniti. Uno è custodito al Museo della Posta di New York, l’altro è nelle mani di un ricco collezionista privato californiano. Proprio da qui discende il suo valore: è fuori mercato. Anche se l’esistenza della «griglia» giusta sulla carta sarà l’elemento decisivo dell’expertise, e Hoffmann potrà festeggiare soltanto dopo che la «Philatelic Foundation» avrà detto sì.
Cautela, dunque? Certo, però un francobollo è molto di più di un semplice bene d’investimento. Serve a far sognare tanti, soprattutto artisti e scrittori. A chi non dà la ricchezza regala la fantasia geografica, il sapore di altri mondi e del passato. Come a Umberto Eco nella Misteriosa fiamma della regina Loana: «Favoleggiavo su un paesaggio del Guatemala, sul rinoceronte della Liberia, su un’altra imbarcazione selvaggia che dominava nel grande francobollo (più grande il francobollo, più piccolo lo stato, stavo imparando) di Papua, e mi chiedevo dove fossero il Saargebiet o lo Swaziland».
Dario Fertilio