Pierluigi Battista,Corriere della Sera 05/11/2012, 5 novembre 2012
DAL GUAGLIONE AL «PIU’ FICO». I COMPLIMENTI A DUE FACCE DEL «VECCHIO» LEADER ALL’EREDE
Un complimento? Un endorsement a doppia punta, una benevola e una avvelenata? Se Silvio Berlusconi, nel nuovo libro di Bruno Vespa, definisce Angelino Alfano «il più fico del bigoncio», è perché lo vuole sostenere o lo vuole mettere alla berlina? Come Romano Prodi, che ebbe a definire l’allora candidato premier del centrosinistra Francesco Rutelli «’nu bello guaglione». Bello era bello, ma perché insistere su quel particolare. E anche «il più fico del bigoncio» di per sé è una manifestazione di simpatia. Ma di un leader nuovo si dovrebbe dire bravo, preparato, competente, valoroso. Ma «più fico»? Ecco, essendoci in Italia clima di rottamazione magari ci sarà pure un’implicazione generazionale nella nota agrodolce di Berlusconi, così come la stessa nota era presente nella franche parole di Prodi su Rutelli. Come a dire che i leader più anziani coltivano in silenzio un certo rancore verso i più giovani che dovrebbero o potrebbero prendere il loro posto. Una rivincita. Una scommessa rovesciata che più o meno sottintende: vediamo che cosa sei in grado di fare, caro «fico» o caro «guaglione». Se oltre a essere piacente e giovanile sei anche in grado di dirigere un partito o una coalizione come ho fatto io. C’è una punta di revanscismo in quei complimenti che sono anche sottili e taglienti prese in giro. Gli anziani di servizio che sfidano chi è anagraficamente più avvantaggiato di loro. Per Berlusconi, poi, è quasi un oltraggio che qualcuno possa piacere più di quanto adesso piaccia lui, un tempo e per tanti anni trascinatore, leader carismatico, maestro del consenso, protagonista di epiche e vincenti campagne elettorali e che ora — giustamente, dal suo punto di vista — recalcitra all’idea dei giardinetti mentre altri «fichi» occupano la scena. Per cui sarà pure affettuosa l’osservazione di Berlusconi su Alfano, ma si sa che anche nelle migliori famiglie l’invidia e il risentimento non sono totalmente assenti. E anche la rivalità su chi è il più «fico». Tocca al più giovane, adesso, sapersi emancipare dal peso ingombrante del più anziano. È o no il «più fico»?
Pierluigi Battista