Andrea Tarquini, la Repubblica 05/11/2012, 5 novembre 2012
NIENTE CIELO SOPRA BERLINO IL NUOVO AEROPORTO È UN FLOP
[Progettazione sbagliata, sprechi e ritardi infiniti Il Willy Brandt non apre e imbarazza la Germania] –
Il moderno edificio ipervetrato è quasi pronto, ma mancano dettagli essenziali, a cominciare dalla decisiva sicurezza antincendio. Cantiere vuoto per riprogettare e controllare tutto. Doveva essere l’aeroporto più bello d’Europa, invece è una spettrale cattedrale nel deserto. È pronto a funzionare, ma vuoto, solo un lussuoso albergo al terminal. Ogni ora arriva puntuale l’autobus 734, e riparte senza passeggeri. Sulle piste volano solo passeri e i falchi che li inseguono. Cara Berlino, aeroporto immaginario: già, il flop che narriamo non ha per teatro il mediterraneo bensì la capitale della prima potenza europea, ed è la più ambiziosa opera pubblica tedesca.
Willy Brandt international, si chiama già in omaggio al cancelliere della pace. Doveva essere il biglietto da visita del paese a chi ci arriva, come l’aeroporto d’ogni grande capitale. Ma dopo tanti rinvii, e un’esplosione dei costi, nessuno scommette su quando o se sarà inaugurato e aperto al traffico.
Cantiere deserto, lavori sospesi, se non ricominciano il 15 si mette male. Rainer Schwarz, capo del progetto, e il responsabile tecnico Horst Amann, non dormono
sonni tranquilli. E siede sui carboni ardenti Klaus Wowereit, sindaco spd e gay dichiarato dell’allegra Berlino, ormai non più popolare. Tragicommedia amara: il Willy Brandt international doveva aprire il 30 ottobre 2011, ma troppi ritardi l’hanno condannato, dopo anni di rinvii per le proteste anti-rumore. Primo rinvio, al 3 giugno scorso. Ma a maggio 2012, arriva la doccia fredda: alt, i sistemi antincendio sono difettosi e pericolosi, c’è il rischio che al primo fumo o fuoco le grandi porte d’ingresso si chiudano automaticamente anziché aprirsi, trasformando il terminal in un forno che sterminerebbe i passeggeri. Non è finita: troppi pochi punti check-in rispetto al traffico previsto, problemi alle fondamenta che qua e là cedono, e le belle vetrate brunite esplodono.
Nuovo ritardo, «promesso, apriremo il 17 marzo 2013». Invece no: poco dopo è arrivato l’ennesimo rinvio, a ottobre dell’anno prossimo. Davvero ce la faranno?, chiede ironica FlugRevue, l’attenta rivista tedesca degli appassionati d’aerei. Il sistema antincendio dà ancora preoccupazioni. I costi intanto esplodono: dai 2,83 miliardi preventivati sono saliti ad almeno 4,5, vedremo come finirà. «Rimproveriamo la Grecia, ma che figura ci facciamo poi con questo aeroporto?», lamenta sconsolato Herr Witzke, un nome nelle vendite di modellini in scala. Nessuno capisce come mai proprio la Germania, che ha scali eccellenti in Monaco e Francoforte ed esporta aeroporti in tutto il mondo, si sia ridotta così. La capitale che attira sempre più turisti vola solo grazie ai due vecchi scali della guerra fredda, Tegel all’Ovest e Schoenefeld all’est. Salvi grazie a un ritardo propizio: dovevano chiudere, i loro serbatoi di carburante avio stavano per essere riempiti di sabbia a maggio poco prima dell’annuncio del rinvio. A Tegel già si preparano a lavori d’ampiamento dell’aerostazione, e ciò la dice lunga sul futuro.