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 2012  novembre 05 Lunedì calendario

IL LEGHISTA CONTRO I TAGLI AL RISTORANTE DEL SENATO

Giovedì 30 ottobre, interno giorno, aula del Senato, seduta antimeridiana. Presiede Emma Bonino. Resoconto stenografico di uno dei momenti salienti della seduta, tema i tagli al ristorante. Si alza il senatore Torri della Lega Nord: «Domando di parlare». PRESIDENTE: «Ne ha facoltà». TORRI (LNP): «Signora Presidente, intervengo per discutere della lettera che abbiamo ricevuto tutti dal Collegio dei Questori che riguarda il ristorante. Sono stato uno di coloro che già all’inizio sosteneva che se continuavamo a fare i “fenomeni” con i tagli, finiva male, non tanto per noi, bensì per chi lavora alle dipendenze del Senato. E questo sta avvenendo. Nella lettera si dice che verranno fatte ulteriori modifiche nella gestione del ristorante, e probabilmente con l’avvio della nuova legislatura decideranno un nuovo appalto, o quello che sarà. Già allora dissi che forse era meglio fare un self-service, così si faceva prima ma si è arrivati a fare un danno per la gestione interna. Spiego il perché. Voglio vedere cosa accadrà nella prossima legislatura. Non era certamente un ristorante a cinque stelle: forse pagavamo poco, poi però siamo anche arrivati a pagare le patate lesse 10 euro al piatto, per cui dovremmo guardarci in faccia e dire la verità. Non solo: nella prossima legislatura, quando si riuniranno le Commissioni, si perderà ulteriore tempo, perché, se non c’è la possibilità di mangiare qua dentro, i componenti avranno bisogno di spostare l’orario delle convocazioni nel pomeriggio, e questo è un ulteriore danno che arrecheremo ai cittadini. Ma quello che mi fa rimanere ancora più male, signora Presidente, è che con tutti questi tagli che sono stati fatti ovunque, forse anche giusti, una marea, vorrei sapere cosa abbiamo tagliato a Palazzo Giustiniani nella sede del Presidente. (Applausi dal Gruppo Lega Nord). Dirò di più: siccome noi, come Parlamento, rappresentiamo la “casa degli orrori”, perché ormai per la gente siamo delegittimati, tanto che non si può neanche più dare il biglietto da visita da senatore, propongo di aprire un ristorante il venerdì, il sabato e la domenica: che vengano nella “casa degli orrori”, così almeno guadagniamo dei soldi e i dipendenti del ristorante forse per tre giorni alla settimana incassano e possono tenere aperto, e abbiamo finito con questa pantomima. Con riferimento infine a quanto c’é scritto nella lettera, faccio presente che il mangiare dietetico lo decido io, non lo faccio decidere obtorto collo da chi cucina. Sia chiaro! (Applausi dal Gruppo LNP e del senatore Peterlini)».