Jacopo Iacoboni, La Stampa 03/11/2012, 3 novembre 2012
SALSI: BEPPE MASCHILISTA MA LE MILITANTI SONO CON LUI
[Frase sessista? Alcune lo dicono, però le più lo difendono] –
È merito di una donna isolata se oggi si discute su un dubbio, ma per molti già certezza, non è che Grillo è davvero maschilista? La donna si chiama Federica Salsi, martedì è stata in tv a Ballarò e Grillo, per criticare con buone ragioni i meccanismi dei talk show in cui i militanti 5 Stelle paiono spesso vittime sacrificali, l’ha attaccata, però con una frase sessista, la tv «è il vostro punto G», vi dà «l’orgasmo».
Federica ieri s’è difesa con carattere che il «capo» dovrebbe apprezzare. Ha detto che Grillo è «vittima della cultura berlusconiana di questi anni», che «è stato veramente sgradevole, un maschilista come altri», che «dare una connotazione negativa a una qualità delle donne è roba da medioevo, degradante». Ma chi è innanzitutto Federica? È una militante di quarant’anni, una figlia, una grande passione per il teatro ((«ho smesso di dedicarmi al teatro quando ho incominciato a dedicarmi alla politica... avrò fatto bene?»). E’ stata eletta consigliere comunale a Bologna con 793 voti, quando il movimento non era grande cosa. È cattolica, viene dagli scout, «sono stata anche volontaria nei centri diurni per handicappati e alla fine sono arrivata alla partecipazione ai meet up». È amica di Giovanni Favia, certo, ma fino a ieri non aveva un cattivo rapporto con Bugani - l’attivista bolognese più vicino a Casaleggio -, che però è stato anche lui antipatico, «ringhia, oggi, Federica». «Qualcuno dice che io ringhio? Non solo, le donne hanno assorbenti con le ali e battono le mani. Ancora non hanno trovato una cura per questa brutta malattia: le donne».
Ha una faccia pulita, Federica, perbene, eppure la trattano come una specie di velina in fregola di tv. E qui entriamo in una sfera dove il luogo comune è in agguato; perché chi conosce Grillo sa che maschilista non lo è affatto; tutta la sua vita è stata gestita da donne, la sua vita pratica innanzitutto. È un istrione che per il gusto della battuta fulminerebbe se stesso, e molte battute giocano sul sesso: ieri, per dire, l’Ansa ne ha ritirata fuori un’altra, fatta nell’ultimo comizio a Palermo, in cui il comico dice che polizia e carabinieri votano tutti per i 5 stelle perché «si sono rotti di accompagnare i politici ai concerti o a scopare le loro fighette...». Il fatto è che le battute in tv (paradosso) o nei comizi gli vengono meglio che sul web. Peggio se la sua frase ricade in un modello di società in cui le leggi sullo stupro sono scritte da uomini, e la pornografia fa più soldi di Hollywood (come scrive Catharine MacKinnon, grande femminista, in Are Women Human ?)
Ecco, appunto, e le altre donne 5 Stelle? Tra quelle note, per Federica s’è spesa Raffaella Pirini, consigliere comunale a Forlì: «Non condivido per niente quella battuta, Grillo ha insultato una donna e una nostra attivista». Numerose semplici militanti hanno protestato nei meet up, per dire, Lucia Perna («che frase vergognosa, da Msi»), Valentina Caiolo («il maschilismo di Grillo ci farà perdere tanti voti»), Maria Rosaria Di Lella («siamo stanchi di uomini che detengono il potere come se la materia grigia fosse solo maschile»)... Ma la maggioranza, bisogna registrarlo, sembra stare con Beppe. Mentre a fare polemica sulle regole «calate dall’alto», Valentino Tavolazzi non trova tante sponde. Ieri si sono chiuse le iscrizioni, e è vero che possono votare solo gli iscritti (persino il Pd, per dire, fa votare tutti, teoricamente); ma è notevole che il voto con Liquid feedback, qui, sceglierà tutti i candidati, non solo il leader. Una rivoluzione dal basso. Mentre di Di Pietro nessuno si preoccupa, nel movimento: altro che asse, i suoi elettori voteranno Grillo, punto.
Federica consegna però un’ultima traccia da seguire: dice che «anche Grillo ha il suo punto G: i giornali». Interessante; Beppe non ci parla più tanto, ma li legge e, forse, ne è influenzato.