Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 04 Domenica calendario

IMPRESE, GLI IMMIGRATI BATTONO LA CRISI

[In Italia le ditte con titolare straniero sono in crescita mentre le altre diminuiscono] –
In Italia gli imprenditori immigrati battono la crisi: nei primi nove mesi del 2012 le imprese (individuali) con titolari originari di paesi extra Unione europea crescono di 13mila unità mentre le altre scendono di 24.500. Così dice uno studio di Confesercenti. In dieci anni il peso degli stranieri sul totale delle imprese è passato dal 2 a quasi il 9% e lo stock delle attività si è più che quintuplicato a dispetto di una contrazione tendenziale generale del 3%.
In sintesi, spiega Confesercenti, nei primi nove mesi dell’anno, a un saldo positivo (tra iscrizioni e cessazioni) di 13mila imprese individuali con titolare immigrato ne corrisponde uno negativo di oltre 24 mila 500 unità per le restanti. Nel II trimestre 2012 sono aumentate di 18 mila, con una variazione tendenziale del +6,6% e una crescita del peso sul totale delle imprese individuali di più di mezzo punto percentuale. Facendo un promo totale: le imprese gestite da stranieri producono circa il 5,7% della intera ricchezza del nostro paese.
Mettendo a confronto il II trimestre 2012 con lo stesso periodo del 2011, si scopre poi ce oltre il 57% delle imprese si concentra in cinque regioni: il 18,6% in Lombardia, il 10,5% in Toscana, il 9,7 circa in Emilia Romagna e Lazio e l’8,6 in Veneto. Nel nord del Paese sono concentrati gli artigiani (e anche i lavoratori dipendenti), nel centro spiccano il settore delle collaborazioni domestiche, l’edilizia e il comparto tessile, mentre al sud i settori di riferimento sono il commercio e il lavoro agricolo.
Il record degli imprenditori stranieri si registra nella provincia (ormai ex) di Prato dove il 37% delle imprese individuali sono straniere, seguita da Milano (il 19%), Firenze (il 17%), Reggio Emilia e Trieste. Il 16% degli imprenditori stranieri si concentra invece a Roma e Milano.
Guardando invece al settore di attività, il 44% delle imprese straniere svolge attività di commercio, il 26 è nel settore delle costruzioni e il 10 nella manifattura. L’80% delle aziende, insomma, si concentra in tre comparti, cresciuti rispettivamente del 7,3% (commercio), del 3 (imprese edili), e 3,6 (manifattura). Ma c’è anche il comparto dei pubblici esercizi, nel quale le imprese con titolare immigrato crescono di 8.667 unità in un anno, pari a un 11% in più.
Confesercenti offre anche un quadro delle nazionalità di provenienza. Il serbatorio principale dell’imprenditoria immigrata in Italia è l’Africa. Più di 98 mila attività il serbatoio principale dell’imprenditoria immigrata è l’Africa. In testa il Marocco (57 mila imprese, in un anno sono cresciute del 7%). Seguono il Senegal (15.851), l’Egitto (1.3023) e la Tunisia (12.348). Al secondo posto per numero di attività ci sono i cinesi (41.623 imprese, +6% nell’ultimo anno), quasi tutti attivi nella ristorazione e nell’abbigliamento. Al terzo ci sono oltre 30 mila imprese albanesi, attive soprattutto nell’edilizia. Anche la Romania, ha numeri importanti: conta ioltre 43 mila imprese (di cui oltre il 70% impegnate nell’edilizia).