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 2012  novembre 04 Domenica calendario

E ORA I TESORIERI PREPARANO LA CURA DIMAGRANTE

[Il dimezzamento dei contributi porterà i bilanci in rosso] –
Le vacche sono dimagrite. E ora la carne da mettere sul piatto è diminuita, dimezzata. In ballo ci sono 91 milioni di euro, evaporati nel luglio scorso per effetto della riduzione dei rimborsi elettorali che sono stati destinati alle popolazioni terremotate. Per i principali partiti italiani far quadrare i conti non sarà semplice, «ci vorranno almeno un paio di anni per assorbire questa riduzione» spiega Antonio Misiani, tesoriere del Partito Democratico. E così la spending review interna è già iniziata. Nelle casse del Pd, per esempio, arriveranno 29 milioni di euro in meno (nel 2011 i rimborsi ammontavano a 58 milioni, a fronte di spese elettorali per 16,3 milioni). «Le spese di quest’anno continua Misiani - sono state ridotte del 32%. Siamo intervenuti su tutti i costi, tranne quelli delle risorse umane. Abbiamo ridotto le spese per la comunicazione (dal 1 ottobre YouDem non va più in onda sul satellite, ma solo sul web, ndr) e per le strutture, ma quest’anno chiuderemo in rosso». Nel 2011 il bilancio del Pd ha registrato un avanzo di 3,2 milioni di euro, anche se non vanno dimenticati i «rossi» nei bilanci di Ds (8,4 milioni di perdita con 156 milioni di debiti) e Margherita (un disavanzo di 10 milioni). Va pure detto, però, che i democratici possono vantare una liquidità notevole: 24 milioni di euro.
Una cifra simile è a disposizione nelle casse del Pdl, sebbene il partito di Berlusconi abbia già previsto di dover «restituire» alle banche «oltre 20 milioni di crediti» derivanti dai rimborsi elettorali che erano stati ceduti pro-soluto, ma che non arriveranno mai. Il bilancio 2011 (in cui c’erano 31,5 milioni di rimborsi a fronte di una spesa elettorale di 14,3) si è chiuso con un utile di soli 475 mila euro, per questo anche dalle parti di via dell’Umiltà i cordoni delle borse si sono stretti: limitare «energicamente» le spese per le sedi nazionali e ridurre i costi delle campagne elettorali, si legge nella relazione allegata al bilancio, dove vengono sottolineate le «rilevanti incognite in relazione alla gestione finanziaria del 2013», quando il partito - se ancora sarà in vita - dovrà affrontare la campagna elettorale per le politiche. La previsione? Ci sarà un risultato negativo «di proporzioni notevoli». E qui bisogna registrare anche i conti di An (-4,7 milioni, in liquidazione) e di Forza Italia, che nel 2011 ha perso 8,1 milioni, portando il suo disavanzo totale a 42 milioni, e ha visto salire i suoi debiti a 61 milioni. A garantirli ci pensa Silvio Berlusconi in persona con una fidejussione da 177 milioni di euro.
Se la passano male anche nella ragioneria dell’Udc: non bastasse la perdita di 3,6 milioni registrata nel 2011, per quest’anno è già stata messa in conto anche una «sopravvenienza passiva di 9,5 milioni di euro» per effetto dei mancati rimborsi elettorali. Sono già partite «azioni per ridurre drasticamente le spese ordinarie di gestione». Perché a tappare i buchi non basteranno nemmeno i 5,5 milioni di liquidità di cui il partito di Casini dispone.
Erano 2,61 milioni i «crediti per contributi elettorali» nel bilancio 2011 dell’Idv (chiuso con una perdita di 6,5 milioni): anche questi andranno dimezzati. Un discorso a parte merita la Lega: 17,6 milioni i contributi per spese elettorali che figurano nel conto economico del 2011 (in utile per 6,5 milioni), dimezzati e congelati per effetto della «gestione allegra» dell’ex tesoriere Belsito, che potrebbe essere costata al Carroccio circa 3 milioni di euro.
Dal cielo di Roma non piovono più soldi e ora è tempo di tirare la cinghia anche per i partiti. Ma prima di parlare di sacrifici bisognerebbe ricordare che - come ha rilevato la Corte dei Conti - dei 2,2 miliardi erogati ai partiti dal 1994 a oggi, soltanto 580 milioni sono stati effettivamente spesi in campagne elettorali. Il resto, altrove. L’inverno è alle porte e la cicala non può più cantare. Né mangiare.