Loredana Lipperini, la Repubblica 04/11/2012, 4 novembre 2012
CIFRE E NUMERI CHE FANNO PUNTARE SUL SELF PUBLISHING
Iguadagni saranno anche scarsi, ma i self publisher americani, francamente, se ne infischiano: nel 2011 i titoli autopubblicati in eBook hanno raggiunto il 37%, rivela bowker.com (Bowker è l’agenzia Isbn per gli Stati Uniti), pari a 87.201 titoli, sulle 235.000 opere fai-da-te uscite nel corso dell’anno. Significa che, per quanto riguarda il digitale, gli eBook in self publishing crescono del 129% rispetto al 2010, contro il più 33% degli autopubblicati su carta. Dunque, per dirla con Beat Barbian di Bowker, il paragone con la vanity press non ha più ragione di esistere: «il self publishing è uscito dal cono d’ombra e sta facendo il suo ingresso nel mainstream». A gioirne saranno soprattutto CreateSpace, il servizio di print on demand di Amazon, che domina il settore cartaceo con il 39% di titoli pubblicati, mentre per gli eBook trionfano Author Solution (gruppo Penguin) e Smashwords, seguiti da Lulu.
I guadagni, per chi gestisce un blog o un tumblr, sono nulli (a meno di non rientrare in categorie molto ambite – blog di cucina, di mamme, di moda – che vengono corteggiate dalle marche e usufruiscono spesso di inserzioni pubblicitarie): però continuano a esserci persone che dedicano non poco tempo a implementarli. A gioirne sono i visitatori: come quelli dell’assai raccomandabile sketchofthepast.tumblr.com, che offre citazioni di scrittrici (Woolf, Sontag, Szymborska, Atwood) e immagini d’epoca delle medesime e delle altre donne (da Joan Baez a Etty Hillesum) che hanno contribuito a rendere migliore il mondo. In altre parole: ci si può trascorrere un intero pomeriggio, gioendone.